Brunella ricordata a 3 anni dalla sua morte con un flash mob in centro

Brunella ricordata a 3 anni dalla sua morte con un flash mob in centro
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NOVARA - Tre anni fa, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio del 2012, nella zona accanto al canile del Gazzurlo, veniva uccisa Willian Semiao Cock, transessuale brasiliana, conosciuta anche come Bruna o Brunella. Un delitto, come accertato poi dalle indagini, conseguenza di una rapina di un cellulare.

Di recente la Corte d’Appello di Torino ha ridimensionato drasticamente la condanna a carico di Paolo Gnemmi e Rocco Timpano, ritenuti dagli inquirenti gli autori dell’omicidio, la cui condanna, per la concessione delle attenuanti e la scelta del rito abbreviato, è passata dall’ergastolo a poco più di 18 anni (18 anni e 5 mesi per il primo, 18 e 9 mesi per il secondo).

Una sentenza che ha lasciato sgomenti, «pieni di sdegno e amarezza», gruppi e associazioni impegnati da sempre a tutelare le diversità. «Sembra negare l’esistenza di elementi transfobici alla base del crimine commesso», si legge in un comunicato di Liberazione e Speranza onlus, Rose di Gertrude di Magenta (collettivo di Novara) e Ala Milano onlus.

Per reagire a questa situazione le tre associazioni, cui hanno aderito Arcilesbica Novara e il Coordinamento Pride Torino, hanno promosso, sabato pomeriggio, all’Angolo delle Ore, l’iniziativa “Una rosa per Bruna. Stop alla transfobia”, un flash mob per ricordare Brunella e ricordare tutte le vittime di transfobia. «Rispettiamo la decisione torinese – spiegano – ma non possiamo non esternare i nostri sentimenti. Chiediamo che il legislatore modifichi la legge Mancino-Reale, affinché il contrasto di ogni forma di omofobia e transfobia possa essere più incisivo».

Un sit in dove, per ricordare Brunella, è stata portata da ogni partecipante una rosa. Chi ha voluto, ha potuto anche lasciare un pensiero per commemorare Bruna. Le rose saranno poste sulla sua tomba. «E’ molto importante essere qui oggi – riferisce Sergio Prato, presidente de Le Rose di Gertrude di Magenta – dopo la sentenza di Appello. Vogliamo chiedere con forza una legge vera contro la transfobia. Tra l’altro la morte di Bruna – continua Prato – ha dato il via, a Novara, al costituirsi di associazioni che prima non c’erano, come NovarArcobaleno-Associazione Lgbt e Arcilesbica L’isola che c’è. Questo è importante, come quanto ha fatto Liberazione e Speranza, che ha pagato il funerale di Bruna con alcune sue amiche».

Per Arcilesbica, Sabrina Astolfi: «una manifestazione cui abbiamo ritenuto giusto presenziare. Siamo qui per dare voce alle associazioni di Novara. In questi tre anni in città molto è cambiato su queste tematiche. Ora riusciamo a promuovere eventi e a creare qualcosa anche con il Comune, pur se ancora moltissimo resta da fare». Per lo sportello trans Ala Milano onlus, la responsabile Antonia Monopoli, per Liberazione e Speranza molte operatrici, tra cui Laura Gallio e Marcella Sguazzini.

mo.c.

NOVARA - Tre anni fa, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio del 2012, nella zona accanto al canile del Gazzurlo, veniva uccisa Willian Semiao Cock, transessuale brasiliana, conosciuta anche come Bruna o Brunella. Un delitto, come accertato poi dalle indagini, conseguenza di una rapina di un cellulare.

Di recente la Corte d’Appello di Torino ha ridimensionato drasticamente la condanna a carico di Paolo Gnemmi e Rocco Timpano, ritenuti dagli inquirenti gli autori dell’omicidio, la cui condanna, per la concessione delle attenuanti e la scelta del rito abbreviato, è passata dall’ergastolo a poco più di 18 anni (18 anni e 5 mesi per il primo, 18 e 9 mesi per il secondo).

Una sentenza che ha lasciato sgomenti, «pieni di sdegno e amarezza», gruppi e associazioni impegnati da sempre a tutelare le diversità. «Sembra negare l’esistenza di elementi transfobici alla base del crimine commesso», si legge in un comunicato di Liberazione e Speranza onlus, Rose di Gertrude di Magenta (collettivo di Novara) e Ala Milano onlus.

Per reagire a questa situazione le tre associazioni, cui hanno aderito Arcilesbica Novara e il Coordinamento Pride Torino, hanno promosso, sabato pomeriggio, all’Angolo delle Ore, l’iniziativa “Una rosa per Bruna. Stop alla transfobia”, un flash mob per ricordare Brunella e ricordare tutte le vittime di transfobia. «Rispettiamo la decisione torinese – spiegano – ma non possiamo non esternare i nostri sentimenti. Chiediamo che il legislatore modifichi la legge Mancino-Reale, affinché il contrasto di ogni forma di omofobia e transfobia possa essere più incisivo».

Un sit in dove, per ricordare Brunella, è stata portata da ogni partecipante una rosa. Chi ha voluto, ha potuto anche lasciare un pensiero per commemorare Bruna. Le rose saranno poste sulla sua tomba. «E’ molto importante essere qui oggi – riferisce Sergio Prato, presidente de Le Rose di Gertrude di Magenta – dopo la sentenza di Appello. Vogliamo chiedere con forza una legge vera contro la transfobia. Tra l’altro la morte di Bruna – continua Prato – ha dato il via, a Novara, al costituirsi di associazioni che prima non c’erano, come NovarArcobaleno-Associazione Lgbt e Arcilesbica L’isola che c’è. Questo è importante, come quanto ha fatto Liberazione e Speranza, che ha pagato il funerale di Bruna con alcune sue amiche».

Per Arcilesbica, Sabrina Astolfi: «una manifestazione cui abbiamo ritenuto giusto presenziare. Siamo qui per dare voce alle associazioni di Novara. In questi tre anni in città molto è cambiato su queste tematiche. Ora riusciamo a promuovere eventi e a creare qualcosa anche con il Comune, pur se ancora moltissimo resta da fare». Per lo sportello trans Ala Milano onlus, la responsabile Antonia Monopoli, per Liberazione e Speranza molte operatrici, tra cui Laura Gallio e Marcella Sguazzini.

mo.c.

 

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