Canoista tratto in salvo dalle gelide acque del lago d’Orta

Canoista tratto in salvo dalle gelide acque del lago d’Orta
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ORTA SAN GIULIO - Un canoista trentenne ha rischiato di morire nelle gelide acque del Lago d’Orta dopo che la sua imbarcazione si è improvvisamente capovolta. Ad evitare che l’incidente si trasformasse in tragedia sono stati altri due canoisti che, non riuscendo a soccorrere il malcapitato, hanno chiesto l’intervento di due motoscafisti di Orta. E’ accaduto lunedì mattina alle 10,30 in località Castelnuovo, di fronte alla frazione Lagna di San Maurizio d’Opaglio. A quell’ora tre canoisti stavano effettuando un allenamento quando all’improvviso uno di loro a causa della rottura dello scalmo (la parte dell’imbarcazione dove viene appoggiato il remo) ha perso il controllo dell’imbarcazione che si è capovolta. L’uomo, che da quanto sarebbe stato accertato non indossava il giubbotto salvagente, è finito in acqua. I suoi compagni di avventura hanno cercato di aiutarlo. Tutti i loro sforzi si sono purtroppo rivelati inutili così come non è servito a nulla il tentativo di raddrizzare la canoa. Senza perdere tempo i due hanno richiamato l’attenzione di due motoscafisti, Francesco Zaneboni (nella foto di Panizza) e Roberto Giacomini, in servizio presso l’imbarcadero di piazza Motta a Orta. Con il loro motoscafo in pochi minuti hanno raggiunto il canoista che, nonostante la proibitiva temperatura esterna (cinque gradi sotto zero) e quella dell’acqua (poco più di sei gradi), stava cercando a fatica di nuotare per raggiungere la riva. «Lo abbiamo fatto salire sul motoscafo – racconta Zaneboni – e lo abbiamo portato nel più vicino ambiente riscaldato, un bar a Orta. 

ORTA SAN GIULIO - Un canoista trentenne ha rischiato di morire nelle gelide acque del Lago d’Orta dopo che la sua imbarcazione si è improvvisamente capovolta. Ad evitare che l’incidente si trasformasse in tragedia sono stati altri due canoisti che, non riuscendo a soccorrere il malcapitato, hanno chiesto l’intervento di due motoscafisti di Orta. E’ accaduto lunedì mattina alle 10,30 in località Castelnuovo, di fronte alla frazione Lagna di San Maurizio d’Opaglio. A quell’ora tre canoisti stavano effettuando un allenamento quando all’improvviso uno di loro a causa della rottura dello scalmo (la parte dell’imbarcazione dove viene appoggiato il remo) ha perso il controllo dell’imbarcazione che si è capovolta. L’uomo, che da quanto sarebbe stato accertato non indossava il giubbotto salvagente, è finito in acqua. I suoi compagni di avventura hanno cercato di aiutarlo. Tutti i loro sforzi si sono purtroppo rivelati inutili così come non è servito a nulla il tentativo di raddrizzare la canoa. Senza perdere tempo i due hanno richiamato l’attenzione di due motoscafisti, Francesco Zaneboni (nella foto di Panizza) e Roberto Giacomini, in servizio presso l’imbarcadero di piazza Motta a Orta. Con il loro motoscafo in pochi minuti hanno raggiunto il canoista che, nonostante la proibitiva temperatura esterna (cinque gradi sotto zero) e quella dell’acqua (poco più di sei gradi), stava cercando a fatica di nuotare per raggiungere la riva. «Lo abbiamo fatto salire sul motoscafo – racconta Zaneboni – e lo abbiamo portato nel più vicino ambiente riscaldato, un bar a Orta. Nel frattempo abbiamo allertato il 118. Gli abbiamo tolto i vestiti bagnati e abbiamo cercato di riscaldargli soprattutto i piedi che, a causa della permanenza nell’acqua gelida, erano diventati bluastri». Con un’ambulanza l’uomo è stato trasportato all’Ospedale Ss. Trinità di Borgomanero dove i sanitari gli hanno prestato le cure del caso.

Carlo Panizza

 

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