Spunti culinari

Capodanno 2020 nel novarese: ecco qualche ricetta

Cotechino indiscusso re della tavola.

Capodanno 2020 nel novarese: ecco qualche ricetta
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Capodanno 2020 nel novarese: ricette tradizioni con il cotechino indiscusso re della tavola e poi alcune frasi per brindare all’anno nuovo.

Capodanno 2020 nel novarese: ricette

Nella notte di Capodanno è sempre il re della tavola. Accompagnato dalle lenticchie il cotechino diventa re per una notte. Ottimo, gustoso, prelibato… ma come cucinarlo? Partiamo dagli ingredienti necessari. Servono un cotechino lesso da 600 gr, una confezione di pasta sfoglia, un uovo e lenticchie cotte a piacere. Ora il procedimento: preriscaldare il forno a 200°. Stendere la pasta sfoglia e adagiarvi il cotechino spellato, quindi arrotolarla bene intorno al cotechino. Sbattere l’uovo con un cucchiaio d’acqua e spennellare il cotechino. Infornare per circa 30′ e servire caldo su un letto di lenticchie cotte a piacere.

Fritto misto piemontese

Secondo la tradizione dovrebbe composi di ben 18 portate fra dolci e salate. E’ tradizionalmente un piatto di recupero, fatto con gli avanzi del giorno precedente (e visto il periodo di festa e di scorpacciate è un gran classico di questi giorni!). Nei tempi passati quando era consuetudine macellare le bestie in casa e gli scarti e le parti meno nobili di questi animali, queste diventavano una ricetta piena di gusto e perfetta per la convivialità. Frattaglie, semolino, amaretti, mele, verdure (carciofi, finocchi, zucchine,…) sono solo alcuni “pezzi” che compongono questo amatissimo e tradizionale piatto. Tra i vari pezzi di carne però, cervella, fegato e animelle non possono proprio mancare, tutto ovviamente va impanato e fritto.

Agnolotti al sugo d’arrosto

Ecco un altro piatto della nostra tradizione che difficilmente mancherà sulle nostre tavole questa sera. Sono gli agnolotti, una pasta ripiena (tradizionalmente di forma quadrata ma ci sono diverse varianti) con all’interno la carne d’arrosto. Il più classico condimento è quello con il sugo dell’arrosto stesso, ma ottimi sono anche con burro e salvia, ragù di carne alla piemontese, brodo di carne o vino.

Il bollito

Poi c’è lui… il gran bollito misto piemontese, orgoglio delle tavole della nostra regione. Viene preparato secondo la ricetta tradizionale con scaramella (bianco costato di reale, parte alta del reale), punta di petto, fiocco di punta, cappello da prete, (parte superiore della scapola con muscoli), noce (muscolo della coscia), tenerone, (muscolo lungo della spalla traversato da cartilagine), culatta, (parte superiore della groppa tra sottofiletto e coscia). Questi tagli devono essere cotti separatamente e immersi in acqua bollente: il loro pregio, come sottolineano dalla Confraternita del Bollito, è dato dal diverso punto di cottura nello stesso tempo, controllabile con una forchetta.

E ora passiamo al dolce…

Per concludere il pasto ecco il pandoro farcito. Servirà ovviamente un pandoro. Ma anche 500 gr di mascarpone, 3 uova intere e 2 tuorli, 150 gr di zucchero a velo, 100 gr di cioccolato fondente, caffè, latte (o liquore) q.b., ciliegie sciroppate e canditi. Ecco il procedimento per la crema. Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve ferma. In un altro recipiente unite lo zucchero a velo ai tuorli e montate con una frusta ed unendo poi il mascarpone continuando a montare. Unite al composto gli albumi a neve. Miscelate in una tazza caffè, latte e, se volete, anche il liquore, tagliare il pandoro a strati orizzontali e inumidite le fette partendo dalla base. Aggiungete la crema e grattateci del cioccolato fondente, chiudete con un’altra fetta fino a ricomporre il pandoro. Per un effetto ad albero di Natale non fate combaciare le fette ma sfalsatele in modo da far spiccare le punte del pandoro, che decorerete con ciliegine e canditi.

 

 

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