Carolina, ok alla “messa in prova” dei persecutori oggi pentiti

Carolina, ok alla “messa in prova” dei persecutori oggi pentiti
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NOVARA Periodi di “messa in prova”, a seconda della gravità delle singole accuse, dai 15 ai 27 mesi - superiori a quanto richiesto dal pm - per i 5 ragazzini, tutti nati negli anni ’97 e ’98, indagati a vario titolo all’indomani della morte di Carolina, gettatasi dalla finestra della sua abitazione di Sant’Agabio nella notte del 5 gennaio 2013, vittima, secondo l’accusa, del cosiddetto cyberbullismo. Lo ha deciso oggi il Tribunale dei minori di Torino, dopo circa 3 ore di camera di consiglio. In mattinata aveva parlato il principale accusato, ex fidanzatino di Carolina. Così come nella scorsa udienza avevano fatto gli altri 4, ha ammesso i fatti, o meglio, ha riconosciuto la propria responsabilità penale. Tenendo conto di ciò, e del fatto che le difese abbiano rinunciato ad eccepire sulla fattispecie di alcuni reati contestati, chiedendo tout court appunto la messa in prova, il pm (senza entrare nel merito) ha dato il via libera, ratificato dal Tribunale. I cinque seguiranno dunque precisi percorsi educativi e di recupero, impegnandosi anche nel sociale. Al termine, se tutto filerà liscio, il Tribunale dichiarerà estinti i reati. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Anna Livia Pennetta, legale del padre di Carolina.

p.v.

leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 18 giugno

 

NOVARA Periodi di “messa in prova”, a seconda della gravità delle singole accuse, dai 15 ai 27 mesi - superiori a quanto richiesto dal pm - per i 5 ragazzini, tutti nati negli anni ’97 e ’98, indagati a vario titolo all’indomani della morte di Carolina, gettatasi dalla finestra della sua abitazione di Sant’Agabio nella notte del 5 gennaio 2013, vittima, secondo l’accusa, del cosiddetto cyberbullismo. Lo ha deciso oggi il Tribunale dei minori di Torino, dopo circa 3 ore di camera di consiglio. In mattinata aveva parlato il principale accusato, ex fidanzatino di Carolina. Così come nella scorsa udienza avevano fatto gli altri 4, ha ammesso i fatti, o meglio, ha riconosciuto la propria responsabilità penale. Tenendo conto di ciò, e del fatto che le difese abbiano rinunciato ad eccepire sulla fattispecie di alcuni reati contestati, chiedendo tout court appunto la messa in prova, il pm (senza entrare nel merito) ha dato il via libera, ratificato dal Tribunale. I cinque seguiranno dunque precisi percorsi educativi e di recupero, impegnandosi anche nel sociale. Al termine, se tutto filerà liscio, il Tribunale dichiarerà estinti i reati. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Anna Livia Pennetta, legale del padre di Carolina.

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