Caso Zion Smart Shop, arriva il processo

Caso Zion Smart Shop, arriva il processo
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NOVARA, Citazione diretta a giudizio e processo fissato al prossimo 4 aprile, al Tribunale monocratico di Novara, per Davinio Zanetti, titolare dello Zion Smart Shop di viale Volta, negozio al centro, tra i primi mesi del 2015 e l’aprile successivo, quando l’attività chiuse i battenti, di un caso eclatante e davvero senza precedenti in città. Una vicenda che ha tenuto banco non solo nel capoluogo novarese, ma anche in gran parte d’Italia, visto che l’attività commerciale, che si occupava di vendita di cellulari e pc, grazie all’utilizzo dell’e-commerce e del web, era riuscita in poco tempo (aveva aperto a fine 2014) a raccogliere migliaia di clienti ovunque, da ogni regione italiana.

Zanetti, 33enne novarese, pertanto, passa ora dal ruolo di indagato a quello di imputato. L’accusa contestata dalla Procura (a occuparsi dell’inchiesta è il pm Marco Grandolfo, cui sono giunte le denunce da tutta Italia) è quella di truffa. L’uomo, in qualità di titolare dell’omonima ditta individuale di commercio elettronico di materiale informatico ed elettronico, «con artifizi e raggiri – si legge nel decreto di citazione a giudizio - consistiti nell’effettuare numerosissime vendite sottocosto, inducendo in errore gli acquirenti circa la convenienza dei prezzi rispetto a quelli del mercato, determinandoli ad accettare il pagamento immediato della merce a fronte della promessa di consegna successiva e, infine, non adempiendo ai propri obblighi di consegna agli acquirenti, si procurava ingiusti profitti con pari danno dei contraenti». Seguono, quindi, i nomi di oltre 400 persone, per la precisione 420, che non hanno ricevuto il materiale acquistato, tutte, dunque, parti offese, che, al processo, volendo, potranno costituirsi parte civile. Sono clienti del negozio, che, come anticipato, arrivano da ogni parte d’Italia. Ci sono novaresi (tanti dal capoluogo, ma pure da Borgomanero, Borgolavezzaro e altri comuni della provincia), così come anche denunce che sono giunte dalla Lombardia (provincia di Varese, Pavia e Milano), da Salerno, Ascoli Piceno, Napoli, Roma, Nuoro, Vercelli, Torino, Biella, Modena, Palermo, L’Aquila, Monfalcone, Genova, Poggibonsi (Siena), Catania, Venezia, Verona, Monopoli, Alassio e tante altre città sparse per lo Stivale.

Lo scorso giugno si erano concluse le indagini, ora la fissazione del processo. Come era emerso molti clienti, dopo aver pagato la merce, non avevano ricevuto nulla e nemmeno erano stati rimborsati. Zanetti aveva cercato di rimborsare alcuni clienti delusi. A fine maggio 2015 aveva documentato la restituzione di 110.747,40 euro a 249 clienti che avevano chiesto appunto indietro i soldi, non avendo ricevuto (perlomeno entro i 15 giorni lavorativi medi pattuiti) cellulari e pc ordinati e saldati.

Restano, però, tutti gli altri. Ad aver seguito in questi mesi una cinquantina di clienti rimasti a bocca asciutta nella vicenda Zion Smart Shop, gli avvocati Antonio Costa Barbè e Alessandra Possis, della locale sezione Unione Consumatori Italiani (Uci). «La maggior parte dei clienti che non hanno ricevuto la merce acquistata – spiega l’avvocato Costa Barbè – a quanto ci risulta, non sono stati risarciti. Noi, come Uci, abbiamo seguito una cinquantina di clienti delusi, occupandoci delle querele per quanto accaduto. Ora – continua il legale – contatteremo tutti i nostri assistiti, nostri iscritti, per comunicare loro che, qualora volessero essere seguiti, noi ci saremo. Come Uci siamo disponibili sia per una tutela legale sia per il futuro processo della primavera del prossimo anno. Chiunque sia finito in questa vicenda e voglia essere assistito e tutelato, può tranquillamente chiamarci, come anche rivolgersi ad altri legali. Da parte nostra la massima disponibilità in una vicenda che abbiamo seguito sin dall’inizio, sin dalle prime battute».

Zanetti è difeso dall’avvocato Agostino Scialla del Foro di Milano, che, a fine maggio dello scorso anno, aveva riferito al nostro giornale come il suo assistito non disponesse «di alcunché, per cui ovviamente non potrà far fronte ad alcuna (ulteriore, ndr) richiesta risarcitoria a causa della sua insolvenza».  Aggiunse comunque che Zanetti stava «impegnando tutto il suo tempo a ricercare fondi per affrontare le situazioni inerenti l'inadempimento degli ordini inevasi». Il titolare del negozio, tra l’altro, era finito anche nel mirino dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza, che lo diffidò a proseguire certe pratiche, ritenute scorrette (prodotti a prezzi allettanti, pagamenti anticipati ma prodotti in quel momento non già disponibili, senza contare problemi per il diritto di recesso e «più in generale una grave difficoltà ad avere contatti diretti con il professionista»), pena forti sanzioni, che poi arrivarono.

Monica Curino

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 6 ottobre

NOVARA, Citazione diretta a giudizio e processo fissato al prossimo 4 aprile, al Tribunale monocratico di Novara, per Davinio Zanetti, titolare dello Zion Smart Shop di viale Volta, negozio al centro, tra i primi mesi del 2015 e l’aprile successivo, quando l’attività chiuse i battenti, di un caso eclatante e davvero senza precedenti in città. Una vicenda che ha tenuto banco non solo nel capoluogo novarese, ma anche in gran parte d’Italia, visto che l’attività commerciale, che si occupava di vendita di cellulari e pc, grazie all’utilizzo dell’e-commerce e del web, era riuscita in poco tempo (aveva aperto a fine 2014) a raccogliere migliaia di clienti ovunque, da ogni regione italiana.

Zanetti, 33enne novarese, pertanto, passa ora dal ruolo di indagato a quello di imputato. L’accusa contestata dalla Procura (a occuparsi dell’inchiesta è il pm Marco Grandolfo, cui sono giunte le denunce da tutta Italia) è quella di truffa. L’uomo, in qualità di titolare dell’omonima ditta individuale di commercio elettronico di materiale informatico ed elettronico, «con artifizi e raggiri – si legge nel decreto di citazione a giudizio - consistiti nell’effettuare numerosissime vendite sottocosto, inducendo in errore gli acquirenti circa la convenienza dei prezzi rispetto a quelli del mercato, determinandoli ad accettare il pagamento immediato della merce a fronte della promessa di consegna successiva e, infine, non adempiendo ai propri obblighi di consegna agli acquirenti, si procurava ingiusti profitti con pari danno dei contraenti». Seguono, quindi, i nomi di oltre 400 persone, per la precisione 420, che non hanno ricevuto il materiale acquistato, tutte, dunque, parti offese, che, al processo, volendo, potranno costituirsi parte civile. Sono clienti del negozio, che, come anticipato, arrivano da ogni parte d’Italia. Ci sono novaresi (tanti dal capoluogo, ma pure da Borgomanero, Borgolavezzaro e altri comuni della provincia), così come anche denunce che sono giunte dalla Lombardia (provincia di Varese, Pavia e Milano), da Salerno, Ascoli Piceno, Napoli, Roma, Nuoro, Vercelli, Torino, Biella, Modena, Palermo, L’Aquila, Monfalcone, Genova, Poggibonsi (Siena), Catania, Venezia, Verona, Monopoli, Alassio e tante altre città sparse per lo Stivale.

Lo scorso giugno si erano concluse le indagini, ora la fissazione del processo. Come era emerso molti clienti, dopo aver pagato la merce, non avevano ricevuto nulla e nemmeno erano stati rimborsati. Zanetti aveva cercato di rimborsare alcuni clienti delusi. A fine maggio 2015 aveva documentato la restituzione di 110.747,40 euro a 249 clienti che avevano chiesto appunto indietro i soldi, non avendo ricevuto (perlomeno entro i 15 giorni lavorativi medi pattuiti) cellulari e pc ordinati e saldati.

Restano, però, tutti gli altri. Ad aver seguito in questi mesi una cinquantina di clienti rimasti a bocca asciutta nella vicenda Zion Smart Shop, gli avvocati Antonio Costa Barbè e Alessandra Possis, della locale sezione Unione Consumatori Italiani (Uci). «La maggior parte dei clienti che non hanno ricevuto la merce acquistata – spiega l’avvocato Costa Barbè – a quanto ci risulta, non sono stati risarciti. Noi, come Uci, abbiamo seguito una cinquantina di clienti delusi, occupandoci delle querele per quanto accaduto. Ora – continua il legale – contatteremo tutti i nostri assistiti, nostri iscritti, per comunicare loro che, qualora volessero essere seguiti, noi ci saremo. Come Uci siamo disponibili sia per una tutela legale sia per il futuro processo della primavera del prossimo anno. Chiunque sia finito in questa vicenda e voglia essere assistito e tutelato, può tranquillamente chiamarci, come anche rivolgersi ad altri legali. Da parte nostra la massima disponibilità in una vicenda che abbiamo seguito sin dall’inizio, sin dalle prime battute».

Zanetti è difeso dall’avvocato Agostino Scialla del Foro di Milano, che, a fine maggio dello scorso anno, aveva riferito al nostro giornale come il suo assistito non disponesse «di alcunché, per cui ovviamente non potrà far fronte ad alcuna (ulteriore, ndr) richiesta risarcitoria a causa della sua insolvenza».  Aggiunse comunque che Zanetti stava «impegnando tutto il suo tempo a ricercare fondi per affrontare le situazioni inerenti l'inadempimento degli ordini inevasi». Il titolare del negozio, tra l’altro, era finito anche nel mirino dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza, che lo diffidò a proseguire certe pratiche, ritenute scorrette (prodotti a prezzi allettanti, pagamenti anticipati ma prodotti in quel momento non già disponibili, senza contare problemi per il diritto di recesso e «più in generale una grave difficoltà ad avere contatti diretti con il professionista»), pena forti sanzioni, che poi arrivarono.

Monica Curino

 

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