Castelletto in lutto per Paracchini, biologo di primo piano a Biella
Un professionista esemplare estremamente conosciuto nel circondario
Castelletto in lutto per Roberto Paracchini. Partì dal paese per diventare un biologo di primo piano.
Castelletto in lutto per un uomo che ha lasciato un bellissimo ricordo
In tanti, soprattutto tra coloro che vivono a Castelletto da tempo, in questi giorni si sono stretti al dolore della famiglia per la scomparsa di Roberto Paracchini. Nonostante non abitasse più in paese ormai da più di qualche anno, nel suo comune natale Paracchini ha lasciato un bellissimo ricordo di sé, e in molti hanno voluto condividere sui social network un messaggio di cordoglio per la moglie Alessia, le figlie Elisa e Beatrice, la sorella Marina e la nipote Monica. "Roberto Paracchini non è più con noi - ha scritto l’amico d’infanzia Franco Paracchini allegando due foto di classe dell’epoca - lo voglio ricordare con grande tristezza e commozione in queste due foto come compagno di scuola alle elementari di Castelletto ed alle medie di Arona di 60 anni fa. Un abbraccio ai suoi cari".
La giovinezza in paese e poi la partenza per completare gli studi
"Non ci vedevamo da tanti anni - dice l’amico Luigi Zucco - ma conservo un bellissimo ricordo di Roberto. Ci siamo un po’ persi di vista nel corso del tempo, soprattutto dopo il suo trasferimento per lavoro dalle parti di Biella. Ma ricordo con piacere di quando da giovani giocavamo insieme a pallone e frequentavamo il bar Pony. Erano tempi bellissimi che purtroppo non torneranno più". Paracchini lasciò Castelletto molti anni fa, quando iniziò la sua brillante carriera scolastica e professionale. Studiò biologia all’università di Milano, completando poi gli studi di specializzazione a Pavia e iniziando a lavorare in prima linea nel campo della sanità.
Il ricordo della famiglia
"Lo zio era un biologo - racconta la nipote Monica - faceva una professione che nell’ultimo periodo è diventata ancora più estremamente importante. Negli ultimi anni era in servizio all’ospedale di Biella, dove si occupava del reparto di anatomia patologica. Ha lavorato fino all’ultimo, impegnandosi al massimo per il suo lavoro. Ormai mancava poco al traguardo della sua agognata pensione, ma un malore improvviso se l’è portato via. Lo zio era una persona gentile e molto disponibile, uno che si faceva sempre in quattro per aiutare chiunque avesse bisogno. Era un uomo buono e un professionista esemplare che in questa emergenza sanitaria non si è mai tirato indietro. I suoi hobby più grandi? Il lavoro gli lasciava poco tempo libero, ma al di là del tifo per il suo Milan, ogni momento libero lo dedicava alla famiglia". "Roberto? - dice la sorella Marina - era semplicemente il fratello migliore che si potesse avere".