Chiesti 73mila euro agli ex assessori
«Il sottoscritto vice procuratore generale (della Corte dei conti torinese, ndr), nell’interesse del Comune di Novara, cita Tritto Almanda Loredana, Moscatelli Silvana, Caressa Franco, Colombo Teresio, Contaldo Massimo Luigi, Debiaggi Paolo, Franzinelli Mauro, Giuliano Raimondo, Marnati Matteo, Murante Gerardo, Pepe Paolo, Rizzo Giovanni a comparire innanzi alla sede giurisdizionale della Corte dei conti… con la richiesta di condannarli al pagamento in favore del Comune a complessivi 73.083 euro… nella misura di 51.158,10 a Tritto, 14.616,60 a Marnati, 7.308,30 (in totale, ovvero 703,80 a testa) a Moscatelli, Caressa, Colombo, Contaldo, Debiaggi, Franzinelli, Giuliano, Murante, Pepe e Rizzo». Processo fissato a Torino nella sede della Corte per il 15 luglio alle 10. Viceversa «addebiti superati per Massimo Giordano, Giancarlo Pessarelli e Giuseppe Antonio Policaro» e conseguente «archiviazione dell’istruttoria nei loro confronti». Giordano era stato chiamato in causa in qualità di sindaco, Almanda Tritto come dirigente del Servizio comunale politiche valorizzazione cespiti, tutti gli altri erano assessori appunto con Giordano. La vicenda è quella, in questo a caso a livello di magistratura contabile, del bar Coccia, sempre partita da esposti presentati da alcuni residenti in zona. A livello penale è uno dei filoni per i quali Giordano e altri 21 coindagati il 26 giugno affronteranno l’udienza preliminare. Ma alcuni ex assessori, insieme all’allora competente dirigente comunale, rischiano appunto di mettere anche mano al portafoglio per risarcire l’erario, mentre lo stesso ex primo cittadino insieme a Pessarelli e Policaro sono prosciolti in quanto non erano presenti alla cruciale riunione di Giunta che adottò la delibera n.368 del 31 ottobre 2007 con la quale il Comune decise di rinunciare «ad una parte dei canoni relativi al 2008, pari a 73.083 euro, in relazione ad una asserita “valorizzazione dell’immobile”». Una querelle intricatissima, e quasi incomprensibile se riportata con il linguaggio giuridico e burocratico. In due parole, sintetizzando e semplificando al massimo: a gestire il bar nei primi anni 2000 era la Mixer sas, che lamentò danni derivanti dal mancato utilizzo di parte della struttura locata per lavori all’interno del teatro Coccia; conseguentemente chiese, a titolo di indennizzo, l’azzeramento dei canoni da agosto 2004, che peraltro aveva già evitato di versare. Richiesta in parte accolta dal Comune nel giugno 2007: ridusse gli importi rimasti insoluti dal 2004 al 2007 a 73,706,80 euro, dichiarando compensate le maggiori somme con l’indennizzo riconosciuto al conduttore, che dunque a giugno 2007 risultava debitore solo di quei 70mila euro e rotti. A settembre alla Mixer subentrò la Tpp srl di Berti: nell’accodo fra le due società si stabilì che non venivano ceduti debiti e crediti inerenti l’azienda ceduta, ma la legge dice viceversa che l’acquirente risponde verso il terzo creditore in solido con l’alienante. La Tpp propose al Comune un nuovo contratto di maggior durata, e propose anche di apportare migliorie allo stabile, dichiarandosi disponibile ad accollarsi il debito pregresso della Mixer. Ed ecco allora la delibera “incriminata” del 31 ottobre 2007 (e poi successive) con la quale la Giunta (assente Giordano e 2 assessori) accoglieva le richieste della Tpp, purchè il debito venisse saldato entro la risoluzione consensuale del vecchio contratto, ma così non andò. Si trovò una sorta di accordo: una parte di canoni dovuti dalla Tpp fu compensata con il costo da essa sostenuto per migliorie, ma secondo la magistratura contabile i conti non tornano: il Comune ci avrebbe smenato appunto per i 73.083 euro, in quanto errato qualificare quegli interventi come migliorie. I chiamati in causa si difendono sostenendo che si trattava di manutenzione straordinaria che spettava al Comune, e quindi era possibile scorporare i relativi costi. Assoluta buona fede, e nulla di dovuto, quindi. Decideranno il 15 luglio i giudici contabili. Commenta oggi l’ex sindaco Giordano: «Sono contento, l'ho sempre detto che non c’entravo nulla, ma anche i miei assessori verranno assolti: non c'è nessuna irregolarità. Pian piano - aggiunge Giordano, allargando il discorso - sistemerò tutte le questioni. Ci vorrà solo del tempo, ho finito di prepararmi per il processo (quello penale, dando evidentemente per scontato, il 26 giugno, il rinvio a giudizio, ndr), da domani inizio ad occuparmi dei calunniatori che mi hanno infangato, leggi fonti confidenziali (quelle citate nell’atto di accusa, ndr). I novaresi ne vedranno delle belle. Tempo al tempo».
Paolo Viviani
«Il sottoscritto vice procuratore generale (della Corte dei conti torinese, ndr), nell’interesse del Comune di Novara, cita Tritto Almanda Loredana, Moscatelli Silvana, Caressa Franco, Colombo Teresio, Contaldo Massimo Luigi, Debiaggi Paolo, Franzinelli Mauro, Giuliano Raimondo, Marnati Matteo, Murante Gerardo, Pepe Paolo, Rizzo Giovanni a comparire innanzi alla sede giurisdizionale della Corte dei conti… con la richiesta di condannarli al pagamento in favore del Comune a complessivi 73.083 euro… nella misura di 51.158,10 a Tritto, 14.616,60 a Marnati, 7.308,30 (in totale, ovvero 703,80 a testa) a Moscatelli, Caressa, Colombo, Contaldo, Debiaggi, Franzinelli, Giuliano, Murante, Pepe e Rizzo». Processo fissato a Torino nella sede della Corte per il 15 luglio alle 10. Viceversa «addebiti superati per Massimo Giordano, Giancarlo Pessarelli e Giuseppe Antonio Policaro» e conseguente «archiviazione dell’istruttoria nei loro confronti». Giordano era stato chiamato in causa in qualità di sindaco, Almanda Tritto come dirigente del Servizio comunale politiche valorizzazione cespiti, tutti gli altri erano assessori appunto con Giordano. La vicenda è quella, in questo a caso a livello di magistratura contabile, del bar Coccia, sempre partita da esposti presentati da alcuni residenti in zona. A livello penale è uno dei filoni per i quali Giordano e altri 21 coindagati il 26 giugno affronteranno l’udienza preliminare. Ma alcuni ex assessori, insieme all’allora competente dirigente comunale, rischiano appunto di mettere anche mano al portafoglio per risarcire l’erario, mentre lo stesso ex primo cittadino insieme a Pessarelli e Policaro sono prosciolti in quanto non erano presenti alla cruciale riunione di Giunta che adottò la delibera n.368 del 31 ottobre 2007 con la quale il Comune decise di rinunciare «ad una parte dei canoni relativi al 2008, pari a 73.083 euro, in relazione ad una asserita “valorizzazione dell’immobile”». Una querelle intricatissima, e quasi incomprensibile se riportata con il linguaggio giuridico e burocratico. In due parole, sintetizzando e semplificando al massimo: a gestire il bar nei primi anni 2000 era la Mixer sas, che lamentò danni derivanti dal mancato utilizzo di parte della struttura locata per lavori all’interno del teatro Coccia; conseguentemente chiese, a titolo di indennizzo, l’azzeramento dei canoni da agosto 2004, che peraltro aveva già evitato di versare. Richiesta in parte accolta dal Comune nel giugno 2007: ridusse gli importi rimasti insoluti dal 2004 al 2007 a 73,706,80 euro, dichiarando compensate le maggiori somme con l’indennizzo riconosciuto al conduttore, che dunque a giugno 2007 risultava debitore solo di quei 70mila euro e rotti. A settembre alla Mixer subentrò la Tpp srl di Berti: nell’accodo fra le due società si stabilì che non venivano ceduti debiti e crediti inerenti l’azienda ceduta, ma la legge dice viceversa che l’acquirente risponde verso il terzo creditore in solido con l’alienante. La Tpp propose al Comune un nuovo contratto di maggior durata, e propose anche di apportare migliorie allo stabile, dichiarandosi disponibile ad accollarsi il debito pregresso della Mixer. Ed ecco allora la delibera “incriminata” del 31 ottobre 2007 (e poi successive) con la quale la Giunta (assente Giordano e 2 assessori) accoglieva le richieste della Tpp, purchè il debito venisse saldato entro la risoluzione consensuale del vecchio contratto, ma così non andò. Si trovò una sorta di accordo: una parte di canoni dovuti dalla Tpp fu compensata con il costo da essa sostenuto per migliorie, ma secondo la magistratura contabile i conti non tornano: il Comune ci avrebbe smenato appunto per i 73.083 euro, in quanto errato qualificare quegli interventi come migliorie. I chiamati in causa si difendono sostenendo che si trattava di manutenzione straordinaria che spettava al Comune, e quindi era possibile scorporare i relativi costi. Assoluta buona fede, e nulla di dovuto, quindi. Decideranno il 15 luglio i giudici contabili. Commenta oggi l’ex sindaco Giordano: «Sono contento, l'ho sempre detto che non c’entravo nulla, ma anche i miei assessori verranno assolti: non c'è nessuna irregolarità. Pian piano - aggiunge Giordano, allargando il discorso - sistemerò tutte le questioni. Ci vorrà solo del tempo, ho finito di prepararmi per il processo (quello penale, dando evidentemente per scontato, il 26 giugno, il rinvio a giudizio, ndr), da domani inizio ad occuparmi dei calunniatori che mi hanno infangato, leggi fonti confidenziali (quelle citate nell’atto di accusa, ndr). I novaresi ne vedranno delle belle. Tempo al tempo».
Paolo Viviani