Cinghiali, l’allerta resta massima

Il punto con la Provincia di Novara sui piani di contenimento.

Cinghiali, l’allerta resta massima
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Cinghiali, l’allerta resta massima. Il punto con la Provincia di Novara sui piani di contenimento. Da febbraio ad oggi già 55 abbattimenti. Recinti elettrificati tra Cavallirio, Boca e Maggiora.

Cinghiali, l’allerta resta massima

Mentre è iniziata da pochi giorni la discussione per la nuova legge regionale sulla caccia, la Provincia di Novara fa il punto sulla questione (e la gestione) della fauna selvatica, una di quelle che maggiormente impatta sul territorio, a partire dal contenimento dei cinghiali. La proliferazione di questi animali, lamentano gli agricoltori, è causa indiscussa di gravi danni alle coltivazioni. E’ il consigliere delegato Stefano Zanzola, insieme al presidente Matteo Besozzi, a tracciare il bilancio delle attività messe in campo nell’ultimo anno per cercare di arginare il problema. «Posso dire che, dall’inizio del 2017 - dice Zanzola - nessuno è stato con le mani in mano e sono state avviate diverse iniziative, condivise con tutti gli attori coinvolti in questa partita».

Convenzione con il Parco del Ticino e del Lago Maggiore

A cominciare dalla convenzione siglata con il Parco del Ticino e del Lago Maggiore per coordinare gli interventi faunistici sui cinghiali. «Lo scorso 14 febbraio - ricorda Zanzola - è stato licenziato dall’Ispra il nuovo piano di abbattimento, che è la risultante di una serie di proposte raccolte nel corso dell’anno precedente e che racchiude il decreto del presidente della Provincia del maggio 2017 con il quale veniva concessa autonomia d’intervento agli Atc (Ambiti territoriali di caccia, ndr) e alle aziende faunistico venatorie».
Ovviamente, tiene a puntualizzare Zanzola, «l’obiettivo non è solo quello di sparare ai cinghiali: ci siamo anche fatti promotori di un accordo con l’Atc e gli agricoltori del “triangolo” Boca - Cavallirio - Maggiora, uno dei più colpiti, per il recupero dei recinti elettrificati. In questo modo, si creerà un “continuum” che prosegue idealmente il percorso del Fenera. Una barriera per impedire la discesa dei cinghiali dalla parte alta della provincia. Inoltre, sempre in quella zona, a febbraio sono state posizionate altre due “gabbie” e ulteriori due saranno presto collocate appena più a sud».

Corso per l'abbattimento selettivo

Su sollecitazione della Provincia, prosegue Zanzola, «è stato proposto, e si è appena concluso, ad Agrate Conturbia un corso che ha abilitato 40 persone idonee per la collaborazione alle attività di abbattimento selettivo dei cinghiali». Dall’entrata in vigore del piano, dunque dal febbraio di quest’anno, ad oggi sono stati una quarantina i cinghiali abbattuti da parte della Polizia provinciale, più un’altra quindicina ad opera degli Atc. «Considerando che nel 2017 gli abbattimenti erano stati 259, si prevede che i dati di quest’anno saranno decisamente superiori».
Laura Cavalli

Commenti
claudio

Ringrazia i Verdi, una piaga che oltre a portare cinghiali nel parco del ticino si sono opposti all'abbattimento dei cormorani, così non ci sono più pesci nel ticino e ancora meno nel sesia. E inoltre per la "salvaguardia" delle rive non si possono più percorrere in auto, ragione in più per cui più nessuno va a pesca e cresce la sterpaglia e gli animali indesiderati prosperano. Compresi i delinquenti che ti svaligiano la macchina se per disgrazia la lasci parcheggiata nel bosco.

Maria Rosa Gavinelli

Ho 58 anni e mi domando come mai hanno introdotto i cinghiali nel parco del Ticino visto che non fanno parte della fauna che risiede nel parco, ho vissuto dalla nascita, i miei genitori erano agricoltori e non esistevano in zona, allora perché visto che provocano tanti danni all'agricoltura e non solo?

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