Cinque anni e mezzo per violenza sessuale e maltrattamenti

Cinque anni e mezzo per violenza sessuale e maltrattamenti
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NOVARA, Cinque anni e mezzo di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti e assoluzione, invece, dall’accusa di stalking. Si è concluso così, in Tribunale a Novara, l’ennesima storia di maltrattamenti in famiglia. Alla sbarra un panettiere novarese di 40 anni. Stando alla denuncia dell’ex compagna, risalente al 2009, quando era andata a stare in una comunità protetta a seguito della situazione che viveva in casa, si parla di pugni, violenze e pressioni fisiche e psicologiche, botte, minacce e anche una serie di aborti. Un rapporto dal quale erano nati tre figli, che ora sono cresciuti interamente dalla madre.«Bastava nulla – ha riferito in una passata udienza la donna - che urlava e alzava le mani». Ha anche sostenuto come l’uomo avesse con sé una pistola e non tenesse affatto nascosta questa cosa. «Inseriva i proiettili nell’arma e diceva: “Non ci vuole niente a tirarti un colpo”». La donna, con la madre, voleva opporsi a questa situazione, ma era difficile, anche per le condizioni in cui vivevano. Capitava, infatti, si lavassero anche in negozio.  Il pm aveva chiesto 7 anni e mezzo. Dichiarati prescritti gli episodi risalenti più in là nel tempo. L’imputato sin dall’inizio della vicenda ha rigettato ogni addebito. Il suo difensore ha chiesto l’assoluzione, sostenendo come non ci sia alcun atto medico che attesti quanto denunciato dalla donna. mo.c.

NOVARA, Cinque anni e mezzo di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti e assoluzione, invece, dall’accusa di stalking. Si è concluso così, in Tribunale a Novara, l’ennesima storia di maltrattamenti in famiglia. Alla sbarra un panettiere novarese di 40 anni. Stando alla denuncia dell’ex compagna, risalente al 2009, quando era andata a stare in una comunità protetta a seguito della situazione che viveva in casa, si parla di pugni, violenze e pressioni fisiche e psicologiche, botte, minacce e anche una serie di aborti. Un rapporto dal quale erano nati tre figli, che ora sono cresciuti interamente dalla madre.«Bastava nulla – ha riferito in una passata udienza la donna - che urlava e alzava le mani». Ha anche sostenuto come l’uomo avesse con sé una pistola e non tenesse affatto nascosta questa cosa. «Inseriva i proiettili nell’arma e diceva: “Non ci vuole niente a tirarti un colpo”». La donna, con la madre, voleva opporsi a questa situazione, ma era difficile, anche per le condizioni in cui vivevano. Capitava, infatti, si lavassero anche in negozio.  Il pm aveva chiesto 7 anni e mezzo. Dichiarati prescritti gli episodi risalenti più in là nel tempo. L’imputato sin dall’inizio della vicenda ha rigettato ogni addebito. Il suo difensore ha chiesto l’assoluzione, sostenendo come non ci sia alcun atto medico che attesti quanto denunciato dalla donna. mo.c.

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