Coldiretti: "Bene la legge antispreco"

Coldiretti: "Bene la legge antispreco"
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Dire no agli sprechi alimentari è un atto agricolo. Un atto di civiltà radicato nella nostra cultura rurale, che si ritrova negli usi, nelle consuetudini e nel dna della vita in campagna e nella storia della nostra civiltà».  Così Federico Boieri e Maria Lucia Benedetti, presidente e direttore di Coldiretti Novara-Vco, commentano con positività il varo della nuova legge contro gli sprechi alimentari per contribuire a raggiungere nel 2016 l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari in Italia di un milione di tonnellate.

Un target raggiungibile anche grazie alla maggiore sensibilità con il 53% degli italiani che ritiene infatti che il contenimento degli sprechi alimentari dipenda soprattutto dalle scelte dei consumatori con il 46% che sostiene possano essere combattuti con una migliore pianificazione della spesa. Gli sprechi alimentari costano oggi al nostro Paese 12,5 miliardi che sono persi per il 54% al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale, per l’8% nell’agricoltura e per il 2% nella trasformazione.

La Coldiretti interprovinciale riferisce peraltro come sia «possibile risparmiare fino al 30 per cento nei bilanci familiari con l’applicazione di semplici principi e tecniche dell’economia domestica che si estendono dal bucato alla cosmetica, dalla pulizia della casa alla tavola fino alle cure per il benessere fai-da-te». La voce più rilevante della spesa casalinga è quella alimentare: secondo Coldiretti Novara-Vco è possibile «risparmiare con la riscoperta dei menu degli avanzi che molti imprenditori e imprenditrici applicano e insegnano nelle fattorie didattiche e negli agriturismi» delle nostre province.

Polpette di carne o riso, frittate, focacce farcite, ratatouille e macedonia di frutta non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie dell’enogastronomia novarese e del Vco (la stessa paniscia è ottima “al salto” il giorno dopo la sua cottura.

Tuttavia, la situazione resta tuttavia grave ed in media – continua la Coldiretti - ogni italiano ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno. La nuova legge rafforza il lavoro di contrasto facendo crescere la consapevolezza dei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, semplifica le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l'agricoltura svolge un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti. Dopo che anche il Parlamento francese ha approvato definitivamente lo scorso 3 febbraio una serie di misure contro lo spreco di cibo, l’iniziativa italiana è coerente gli obiettivi dell’Unione Europea dove, secondo il commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, lo spreco alimentare si stima ammonti a circa 100 milioni di tonnellate l'anno.

Tutti i Paesi dell’Unione hanno sottoscritto l'impegno del nuovi target di sviluppo sostenibile dell'Onu, che prevede di dimezzare lo spreco alimentare per il 2030, in ogni passaggio della filiera, dal campo alla tavola.

l.c.

Dire no agli sprechi alimentari è un atto agricolo. Un atto di civiltà radicato nella nostra cultura rurale, che si ritrova negli usi, nelle consuetudini e nel dna della vita in campagna e nella storia della nostra civiltà».  Così Federico Boieri e Maria Lucia Benedetti, presidente e direttore di Coldiretti Novara-Vco, commentano con positività il varo della nuova legge contro gli sprechi alimentari per contribuire a raggiungere nel 2016 l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari in Italia di un milione di tonnellate.

Un target raggiungibile anche grazie alla maggiore sensibilità con il 53% degli italiani che ritiene infatti che il contenimento degli sprechi alimentari dipenda soprattutto dalle scelte dei consumatori con il 46% che sostiene possano essere combattuti con una migliore pianificazione della spesa. Gli sprechi alimentari costano oggi al nostro Paese 12,5 miliardi che sono persi per il 54% al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale, per l’8% nell’agricoltura e per il 2% nella trasformazione.

La Coldiretti interprovinciale riferisce peraltro come sia «possibile risparmiare fino al 30 per cento nei bilanci familiari con l’applicazione di semplici principi e tecniche dell’economia domestica che si estendono dal bucato alla cosmetica, dalla pulizia della casa alla tavola fino alle cure per il benessere fai-da-te». La voce più rilevante della spesa casalinga è quella alimentare: secondo Coldiretti Novara-Vco è possibile «risparmiare con la riscoperta dei menu degli avanzi che molti imprenditori e imprenditrici applicano e insegnano nelle fattorie didattiche e negli agriturismi» delle nostre province.

Polpette di carne o riso, frittate, focacce farcite, ratatouille e macedonia di frutta non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie dell’enogastronomia novarese e del Vco (la stessa paniscia è ottima “al salto” il giorno dopo la sua cottura.

Tuttavia, la situazione resta tuttavia grave ed in media – continua la Coldiretti - ogni italiano ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno. La nuova legge rafforza il lavoro di contrasto facendo crescere la consapevolezza dei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, semplifica le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l'agricoltura svolge un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti. Dopo che anche il Parlamento francese ha approvato definitivamente lo scorso 3 febbraio una serie di misure contro lo spreco di cibo, l’iniziativa italiana è coerente gli obiettivi dell’Unione Europea dove, secondo il commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, lo spreco alimentare si stima ammonti a circa 100 milioni di tonnellate l'anno.

Tutti i Paesi dell’Unione hanno sottoscritto l'impegno del nuovi target di sviluppo sostenibile dell'Onu, che prevede di dimezzare lo spreco alimentare per il 2030, in ogni passaggio della filiera, dal campo alla tavola.

l.c.

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