Con destrezza riuscirono a sottrarre 64mila euro dalla banca: alla sbarra 17 sudamericani

Con destrezza riuscirono a sottrarre 64mila euro dalla banca: alla sbarra 17 sudamericani
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NOVARA, E’ stato ascoltato il personale presente quel giorno in banca, in particolare la cassiera rapinata e alcuni colleghi, ma anche alcuni agenti della Polizia di Stato che si sono occupati delle indagini, martedì mattina in Tribunale a Novara, al processo relativo all’operazione “Saltamontes”. Un’indagine che, nel gennaio 2014, aveva permesso di sgominare un gruppo di sudamericani dedito a effettuare colpi in istituti di credito di gran parte d’Europa, ma anche in gioiellerie, mostre di preziosi e grandi eventi. Colpi che venivano perpetrati con destrezza e, a volte, quasi all’apparenza per fortuna. In realtà, dietro, come hanno dimostrato le indagini, c’era una notevole organizzazione, con persone coinvolte ciascuna con un proprio preciso ruolo.

L'indagine era partita da un colpo effettuato all’agenzia della banca Monte dei Paschi di Siena di largo Cavour a Novara; un colpo messo in atto il primo giugno 2012 e che, all’inizio, era parso ‘fortunoso’. Con la banda che era riuscita a scappare con una sacca da 64mila euro, che era stata depositata da pochi minuti da una guardia giurata. Alla sbarra, ci sono 17 imputati. A loro si contesta il colpo alla Monte dei Paschi e l’associazione a delinquere. “Erano circa le 13 – ha riferito la cassiera – Era venerdì e aspettavamo la consegna del denaro, che poi viene portato nel caveau. A un certo punto un uomo, che dai tratti direi sudamericano, che era nella zona della mia cassa, ha iniziato a gridare “The machine is broken” in continuazione. Io ho cercato di capire con chi e cosa ce l’avesse e ho visto che andava verso la parte interna dove abbiamo il bancomat. Gli ho detto di tornare indietro, lui continuava con quella frase come se qualcosa fosse rotto. Poi ha iniziato in spagnolo con “no puedo, no puedo”. Mi ha strattonata. Poi c’è stato del trambusto. Sono tornata alla cassa e ho scoperto l’ammanco”. Prossima udienza nel 2018.

Mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola 29 giugno

NOVARA, E’ stato ascoltato il personale presente quel giorno in banca, in particolare la cassiera rapinata e alcuni colleghi, ma anche alcuni agenti della Polizia di Stato che si sono occupati delle indagini, martedì mattina in Tribunale a Novara, al processo relativo all’operazione “Saltamontes”. Un’indagine che, nel gennaio 2014, aveva permesso di sgominare un gruppo di sudamericani dedito a effettuare colpi in istituti di credito di gran parte d’Europa, ma anche in gioiellerie, mostre di preziosi e grandi eventi. Colpi che venivano perpetrati con destrezza e, a volte, quasi all’apparenza per fortuna. In realtà, dietro, come hanno dimostrato le indagini, c’era una notevole organizzazione, con persone coinvolte ciascuna con un proprio preciso ruolo.

L'indagine era partita da un colpo effettuato all’agenzia della banca Monte dei Paschi di Siena di largo Cavour a Novara; un colpo messo in atto il primo giugno 2012 e che, all’inizio, era parso ‘fortunoso’. Con la banda che era riuscita a scappare con una sacca da 64mila euro, che era stata depositata da pochi minuti da una guardia giurata. Alla sbarra, ci sono 17 imputati. A loro si contesta il colpo alla Monte dei Paschi e l’associazione a delinquere. “Erano circa le 13 – ha riferito la cassiera – Era venerdì e aspettavamo la consegna del denaro, che poi viene portato nel caveau. A un certo punto un uomo, che dai tratti direi sudamericano, che era nella zona della mia cassa, ha iniziato a gridare “The machine is broken” in continuazione. Io ho cercato di capire con chi e cosa ce l’avesse e ho visto che andava verso la parte interna dove abbiamo il bancomat. Gli ho detto di tornare indietro, lui continuava con quella frase come se qualcosa fosse rotto. Poi ha iniziato in spagnolo con “no puedo, no puedo”. Mi ha strattonata. Poi c’è stato del trambusto. Sono tornata alla cassa e ho scoperto l’ammanco”. Prossima udienza nel 2018.

Mo.c.

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