Condanna a 8 mesi per padre e figlio a processo per maltrattamenti

Condanna a 8 mesi per padre e figlio a processo per maltrattamenti
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NOVARA - Otto mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena e 1.500 euro di multa. Si è concluso così, in Tribunale a Novara, il processo a carico di Giacomo e Giuseppe S., 29 e 54 anni, figlio e padre, novaresi alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Il pm Fabrizio Giorcelli, nella penultima udienza, aveva chiesto un anno e sei mesi.

Il giovane, stando all’accusa, non si era arreso all’idea di essere stato lasciato dalla moglie, da cui si stava separando. Per questo l’avrebbe attesa, non una, ma più volte, all’uscita dal lavoro, pur di riuscire a farla tornare con lui. Aveva cercato di farlo, a quanto risulta sempre dall’accusa, per due anni, aiutato in questo, a quanto pare, anche dal padre. Era successo anche tre anni fa, il 5 marzo 2012, quando sembra avessero pure inseguito un collega della giovane, che aveva voluto accompagnarla, dal momento che la donna aveva ormai paura di incontrare il suo ex. Quel giorno i due, che sono assistiti dall’avvocato Gianluigi Garone, finirono in caserma e furono arrestati. Erano inizialmente finiti a processo con l’accusa di stalking. Il giudice Angela Fasano aveva però rimandato gli atti in Procura, perché veniva ipotizzato un diverso tipo di reato. Si passò dallo stalking ai maltrattamenti, reato ben più grave, anche considerando il fatto che gli episodi si erano verificati nel periodo in cui tra i due coniugi non era ancora in atto una separazione legale. Il difensore dei due imputati ha chiesto l’assoluzione, contestando la ricostruzione avanzata dagli inquirenti. Ha fatto riferimento ad alcuni dei presunti pedinamenti denunciati dalla vittima, che sarebbero avvenuti in un orario in cui l’ex compagno era impegnato al lavoro. «Ora attendiamo le motivazioni – ha commentato - e faremo appello».

mo.c.


NOVARA - Otto mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena e 1.500 euro di multa. Si è concluso così, in Tribunale a Novara, il processo a carico di Giacomo e Giuseppe S., 29 e 54 anni, figlio e padre, novaresi alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Il pm Fabrizio Giorcelli, nella penultima udienza, aveva chiesto un anno e sei mesi.

Il giovane, stando all’accusa, non si era arreso all’idea di essere stato lasciato dalla moglie, da cui si stava separando. Per questo l’avrebbe attesa, non una, ma più volte, all’uscita dal lavoro, pur di riuscire a farla tornare con lui. Aveva cercato di farlo, a quanto risulta sempre dall’accusa, per due anni, aiutato in questo, a quanto pare, anche dal padre. Era successo anche tre anni fa, il 5 marzo 2012, quando sembra avessero pure inseguito un collega della giovane, che aveva voluto accompagnarla, dal momento che la donna aveva ormai paura di incontrare il suo ex. Quel giorno i due, che sono assistiti dall’avvocato Gianluigi Garone, finirono in caserma e furono arrestati. Erano inizialmente finiti a processo con l’accusa di stalking. Il giudice Angela Fasano aveva però rimandato gli atti in Procura, perché veniva ipotizzato un diverso tipo di reato. Si passò dallo stalking ai maltrattamenti, reato ben più grave, anche considerando il fatto che gli episodi si erano verificati nel periodo in cui tra i due coniugi non era ancora in atto una separazione legale. Il difensore dei due imputati ha chiesto l’assoluzione, contestando la ricostruzione avanzata dagli inquirenti. Ha fatto riferimento ad alcuni dei presunti pedinamenti denunciati dalla vittima, che sarebbero avvenuti in un orario in cui l’ex compagno era impegnato al lavoro. «Ora attendiamo le motivazioni – ha commentato - e faremo appello».

mo.c.


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