Coniugi morirono per alcuni funghi velenosi: per la Procura è omicidio colposo

Coniugi morirono per alcuni funghi velenosi: per la Procura è omicidio colposo
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NOVARA - La notifica di chiusura delle indagini è giunta pochi giorni fa all’avvocato che lo assiste, a seguito dunque dall’interrogatorio davanti agli inquirenti, dove l’uomo ha sempre sostenuto come quei funghi li avesse raccolti su richiesta dell’amico che accompagnava e che era esperto di funghi. Per la vicenda, avvenuta a fine ottobre in una palazzina di via Spreafico alla Rizzottaglia, quando, per un avvelenamento da funghi, erano morti due coniugi, entrambi 67enni, la Procura di Novara ipotizza nei confronti dell’amico che li raccolse, Vincenzo Mezzatesta, l’omicidio colposo, ipotesi già avanzata dagli inquirenti nei giorni successivi la morte di Antonio Russo e Maria Di Bella. Un atto, l’avviso di chiusura d’indagini, che anticipa solitamente la richiesta di rinvio a giudizio e, quindi, la volontà da parte della Procura di chiedere il processo nei confronti dell’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe Brusorio. «Non so se produrremo una memoria integrativa – commenta il legale – Per noi comunque non esiste profilo di colpa nei confronti di Mezzatesta, cui quei funghi da raccogliere erano stati indicati dallo stesso Di Bella».

mo.c.

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara


NOVARA - La notifica di chiusura delle indagini è giunta pochi giorni fa all’avvocato che lo assiste, a seguito dunque dall’interrogatorio davanti agli inquirenti, dove l’uomo ha sempre sostenuto come quei funghi li avesse raccolti su richiesta dell’amico che accompagnava e che era esperto di funghi. Per la vicenda, avvenuta a fine ottobre in una palazzina di via Spreafico alla Rizzottaglia, quando, per un avvelenamento da funghi, erano morti due coniugi, entrambi 67enni, la Procura di Novara ipotizza nei confronti dell’amico che li raccolse, Vincenzo Mezzatesta, l’omicidio colposo, ipotesi già avanzata dagli inquirenti nei giorni successivi la morte di Antonio Russo e Maria Di Bella. Un atto, l’avviso di chiusura d’indagini, che anticipa solitamente la richiesta di rinvio a giudizio e, quindi, la volontà da parte della Procura di chiedere il processo nei confronti dell’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe Brusorio. «Non so se produrremo una memoria integrativa – commenta il legale – Per noi comunque non esiste profilo di colpa nei confronti di Mezzatesta, cui quei funghi da raccogliere erano stati indicati dallo stesso Di Bella».

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