Conosce una giovane in discoteca e la costringe a prostituirsi

Conosce una giovane in discoteca e la costringe a prostituirsi
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NOVARA, Le manette, con le pesantissime accuse di sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale aggravata, sono scattate ai polsi di un cittadino dell’Est Europa, ventitreenne, residente in uno dei comuni della provincia di Novara.

Una storia che prende il via nel 2015. La vittima, solo dopo circa un anno di soprusi subiti, inizialmente indotta e poi costretta a prostituirsi contro la sua volontà, ha deciso di denunciare ai Carabinieri di Novara il dramma che stava vivendo. Il racconto fatto ai militari, che poi hanno trovato numerosi riscontri a testimoniarne l’attendibilità, inizia dalle circostanze della conoscenza tra la donna e il suo futuro sfruttatore: in una discoteca, dove lui faceva il buttafuori, i due dapprima si sono conosciuti, poi sono diventati amici, fino a legarsi sentimentalmente. Un legame che, però, per quanto raccontato dalla donna, sarebbe stato strumentalizzato dall’uomo che, in breve tempo, è riuscito a indurla e a costringerla a prostituirsi, impossessandosi dei relativi guadagni.

L’attività di sfruttamento della prostituzione, per quanto ricostruito dagli investigatori, risulta essersi svolta in alcune zone di Milano, dove, ogni sera, la malcapitata veniva accompagnata dal suo sfruttatore. Quest’ultimo, puntualmente, come riferiscono i Carabinieri, si impossessava di tutto il denaro guadagnato (circa 500 euro a notte ma, in alcune occasioni, anche 2.000-3000 euro) minacciando la vittima (dicendole che, qualora si fosse rivolta allo Stato, avrebbe avuto gravi conseguenze sui propri congiunti) e aggredendola fisicamente ogni qual volta la donna tentava di ribellarsi. I familiari della donna erano completamente all’oscuro di quello che stava accadendo alla malcapitata che, con scuse di ogni tipo, giustificava sia l’assenza da casa sia i lividi, che, sovente, presentava sul corpo; alle minacce, in diverse occasioni, pare siano seguiti pugni, bastonate e, a quanto pare, ben tre episodi di violenza sessuale commessi nelle circostanze in cui la donna aveva chiesto di cessare l’attività di prostituzione.

Alla fine dello scorso mese di aprile la vittima ha trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri che, oltre ad ascoltare il suo racconto e ad avviare le indagini, hanno fatto sì che Le venisse fornito il qualificato conforto e supporto del centro anti violenza di Novara. Durante le indagini, supportate dagli esiti positivi di numerose attività tecniche (analisi incrociata dei dati di traffico telefonico), i Carabinieri hanno sequestrato un bastone estensibile (lungo 86 cm) che l’individuo custodiva nella sua auto e che è ritenuto quello utilizzato per colpire la vittima. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai militari dell’Arma è stata emessa, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dal GIP del Tribunale meneghino che si è poi dichiarato territorialmente incompetente in favore dell’A.G. di Novara (il reato più grave tra quelli contestati, quello della violenza sessuale aggravata, è stato commesso in provincia di Novara mentre il reato di sfruttamento della prostituzione, aggravato dalla violenza, è stato commesso a Milano).

mo.c.

NOVARA, Le manette, con le pesantissime accuse di sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale aggravata, sono scattate ai polsi di un cittadino dell’Est Europa, ventitreenne, residente in uno dei comuni della provincia di Novara.

Una storia che prende il via nel 2015. La vittima, solo dopo circa un anno di soprusi subiti, inizialmente indotta e poi costretta a prostituirsi contro la sua volontà, ha deciso di denunciare ai Carabinieri di Novara il dramma che stava vivendo. Il racconto fatto ai militari, che poi hanno trovato numerosi riscontri a testimoniarne l’attendibilità, inizia dalle circostanze della conoscenza tra la donna e il suo futuro sfruttatore: in una discoteca, dove lui faceva il buttafuori, i due dapprima si sono conosciuti, poi sono diventati amici, fino a legarsi sentimentalmente. Un legame che, però, per quanto raccontato dalla donna, sarebbe stato strumentalizzato dall’uomo che, in breve tempo, è riuscito a indurla e a costringerla a prostituirsi, impossessandosi dei relativi guadagni.

L’attività di sfruttamento della prostituzione, per quanto ricostruito dagli investigatori, risulta essersi svolta in alcune zone di Milano, dove, ogni sera, la malcapitata veniva accompagnata dal suo sfruttatore. Quest’ultimo, puntualmente, come riferiscono i Carabinieri, si impossessava di tutto il denaro guadagnato (circa 500 euro a notte ma, in alcune occasioni, anche 2.000-3000 euro) minacciando la vittima (dicendole che, qualora si fosse rivolta allo Stato, avrebbe avuto gravi conseguenze sui propri congiunti) e aggredendola fisicamente ogni qual volta la donna tentava di ribellarsi. I familiari della donna erano completamente all’oscuro di quello che stava accadendo alla malcapitata che, con scuse di ogni tipo, giustificava sia l’assenza da casa sia i lividi, che, sovente, presentava sul corpo; alle minacce, in diverse occasioni, pare siano seguiti pugni, bastonate e, a quanto pare, ben tre episodi di violenza sessuale commessi nelle circostanze in cui la donna aveva chiesto di cessare l’attività di prostituzione.

Alla fine dello scorso mese di aprile la vittima ha trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri che, oltre ad ascoltare il suo racconto e ad avviare le indagini, hanno fatto sì che Le venisse fornito il qualificato conforto e supporto del centro anti violenza di Novara. Durante le indagini, supportate dagli esiti positivi di numerose attività tecniche (analisi incrociata dei dati di traffico telefonico), i Carabinieri hanno sequestrato un bastone estensibile (lungo 86 cm) che l’individuo custodiva nella sua auto e che è ritenuto quello utilizzato per colpire la vittima. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai militari dell’Arma è stata emessa, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dal GIP del Tribunale meneghino che si è poi dichiarato territorialmente incompetente in favore dell’A.G. di Novara (il reato più grave tra quelli contestati, quello della violenza sessuale aggravata, è stato commesso in provincia di Novara mentre il reato di sfruttamento della prostituzione, aggravato dalla violenza, è stato commesso a Milano).

mo.c.

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