Alcuni passanti nei giorni scorsi, hanno notato in un’area situata nella zona boscosa di San Martino di Trecate personale e automezzi dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte) e del Corpo Forestale dello Stato e si sono rivolti in redazione per avere informazioni in merito. Siamo andati sul posto per constatare la veridicità dell’informazione ed effettivamente abbiamo appurato la presenza sia di Arpa che del Corpo Forestale. Il Comando provinciale di Novara del Corpo, interpellato a proposito, si è limitato a confermare la presenza in zona ma non ha voluto fornire ulteriori particolari trincerandosi dietro uno stretto riserbo. Abbiamo allora contattato il Dipartimento Arpa di Novara che ha confermato che la presenza in zona era dovuta a una serie di ispezioni iniziate in data 11 novembre di quest’anno. Una storia iniziata più di un anno fa con sviluppi in questi giorni.
Alcuni passanti nei giorni scorsi, hanno notato in un’area situata nella zona boscosa di San Martino di Trecate personale e automezzi dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte) e del Corpo Forestale dello Stato e si sono rivolti in redazione per avere informazioni in merito. Siamo andati sul posto per constatare la veridicità dell’informazione ed effettivamente abbiamo appurato la presenza sia di Arpa che del Corpo Forestale. Il Comando provinciale di Novara del Corpo, interpellato a proposito, si è limitato a confermare la presenza in zona ma non ha voluto fornire ulteriori particolari trincerandosi dietro uno stretto riserbo. Abbiamo allora contattato il Dipartimento Arpa di Novara che ha confermato che la presenza in zona era dovuta a una serie di ispezioni iniziate in data 11 novembre di quest’anno. Una storia iniziata più di un anno fa con sviluppi in questi giorni.
Nel mese di aprile del 2014 i tecnici dell’Arpa avevano, infatti, effettuato una serie di accertamenti presso l’impianto di cava autorizzato al recupero ambientale con rifiuti, della SDT srl. Durante l’indagine i tecnici avevano verificato, documentalmente, presso la sede legale dell’azienda, la corrispondenza tra i quantitativi massimi di rifiuti conferibili in impianto e quelli effettivamente depositati e le modalità di abbancamento dei rifiuti e delle terre effettuando 8 trincee sulla parte di cava già colmata effettuando anche dei campionamenti.
I risultati di tali accertamenti spiega l’Arpa : «avevano messo in luce che i fanghi utilizzati per il ritombamento dei vuoti di cava non sono stati miscelati come previsto dalle normative previste dalla Provincia. In buona parte dei campioni prelevati dalle trincee ed analizzati in laboratorio sono stati accertati superamenti dei limiti di legge per alcuni parametri, principalmente idrocarburi pesanti. Nelle pozze d’acqua presenti sulla superficie dell’area già ricolmata si notava la presenza di risorgenze di biogas, verosimilmente dovuta alla mancata o scorretta miscelazione tra fanghi e terre abbancati nel sito. La presenza di affioramento di biogas indicava una possibile attività fermentativa negli strati sottostanti con rischio di formazione di sacche di biogas confinato che avrebbero potuto determinare fenomeni esplosivi (il biogas è una miscela di metano e anidride carbonica)».
Secondo quanto illustrato da Arpa «Sulla base delle risultanze acquisite non era possibile escludere che dall’attività dell’azienda sopra richiamata potessero derivare danni all’ambiente e pertanto veniva data comunicazione alla Procura della Repubblica e inviata una relazione tecnica alla Provincia di Novara in cui veniva richiesta la sospensione dei conferimenti dei rifiuti industriali nel sito di cava e l’avvio di un’indagine atta a verificare la stratigrafia dei materiali abbancati, le caratteristiche degli stessi, la consistenza e la diffusione dell’eventuale contaminazione del terreno e la ricerca di possibili zone (sacche) di formazione di biogas. La procedura burocratica avviata da Provincia e Comune di Trecate è avanzata a rilento e di conseguenza si è giunti alla definizione ed approvazione del piano di caratterizzazione richiesto da Arpa soltanto nel mese di giugno del 2015. Parallelamente la Procura della Repubblica, preoccupata dei rischi ambientali evidenziati nelle indagini di Arpa, ha disposto il sequestro preventivo dell’area, eseguito dal Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con l’Arpa».
Un lungo iter che ha avuto un svolta nelle scorse settimane come ha confermato Arpa: «Il giorno 11 di novembre 2015 finalmente è stato dato avvio ai sondaggi ed alle misure di biogas previste dal piano di caratterizzazione approvato. Sotto il controllo del personale del Corpo Forestale dello Stato dell’Arpa e della Provincia di Novara sono stati eseguiti carotaggi con prelievi di terreno, pozzi per misurare la concentrazione di metano nel sottosuolo e piezometri per il controllo della falda.
Le prime risultanze delle misure hanno confermato la presenza di metano nel sottosuolo nelle aree circostanti la porzione di cava ricolmata coi fanghi, in percentuale anche molto alta, confermando i timori degli organi inquirenti. L’attività di caratterizzazione è ancora in atto e prosegue parallela agli interventi di messa in sicurezza dell’area, adottati urgentemente onde evitare rischi conseguenti a fughe incontrollate di biogas».
m.d.