Ddl sul cyberbullismo: con il passaggio alla Camera rischia di diventare una legge ‘ammazza-web’ contro tutti

Ddl sul cyberbullismo: con il passaggio alla Camera rischia di diventare una legge ‘ammazza-web’ contro tutti
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NOVARA, Il disegno di legge sul cyberbullismo giovanile, passato al Senato e che vede come prima firmataria la senatrice novarese del Pd, Elena Ferrara, rischia di essere totalmente stravolto da emendamenti che potrebbero essere votati nel passaggio alla Camera, diventando una sorta di lotta al ‘cyberbullismo di tutti’, non a tutela dei minori, ma contro tutti e mettendo il bavaglio a chicchessia, blog, siti web, anche giornalistici. Uno strumento in mano a chi si sente preso di mira, personaggi noti e non solo, dal mondo web di blog e testate on-line. A lanciare l’allarme, condiviso anche dalla senatrice, è l’avvocato novarese, Antonio Costa Barbè, sempre vicino a questi temi. Il legale ha scritto una nota sul tema sul suo profilo Facebook e ce ne ha parlato.“Se questi emendamenti fossero approvati – spiega – la legge diventerebbe di tutela contro gli adulti. Gli emendamenti sono atecnici, duplicano reati già esistenti e sono a favore, in sostanza, di chi si sente bersagliato dai blog”. Come l’avvocato spiega nella sua nota, che presenta un’importante dissertazione storica sul concetto di bullismo, la legge è nata con l’obiettivo di prevenire per quanto possibile il fenomeno, stroncandolo quasi sul nascere, tutelando la figura del minore e indicando le pene più adeguate per i persecutori e per la loro giovane età. “Il disegno di legge approvato al Senato qualche mese fa al primo articolo recita: ‘La presente legge si pone l'obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo con azioni a carattere attivo ed una strategia di attenzione rivolta ai minori coinvolti sia nella posizione di vittime sia in quelle di responsabili di illeciti. Ai fini della presente legge per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressioni, molestie, ricatti, ingiurie, denigrazione diffamazione e si intende altresì qualunque forma di furto di identità, alterazione, acquisizione illecita manipolazione, trattamento illecito di dati personali, inganno di minorenni realizzata per via telematica’. Quindi le norme approvate dal Senato sono incentrate sulla tutela del minore che abbia subìto uno di questi atti e sulla possibilità di lui e dei suoi genitori di inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito o della pagina internet un'istanza per l’oscuramento, per la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale diffuso nella rete. Invece – continua Costa Barbè, prendendo a prestito le parole del collega Fulvio Sarzana - questa legge ‘che dovrebbe occuparsi di cyberbullismo, quindi teoricamente di tutela del minore, transitando alla Camera con i profondi ritocchi dei relatori e della Commissione riunite Giustizia e Affari sociali, sta per diventare una vera e propria norma ammazza-web, che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet’. Già solo l'emendamento proposto all'articolo 2-bis – continua il legale - dà del cyberbullismo una definizione che travalica ogni logica. Leggiamola: ‘art. 2 bis: ai fini della presente legge, con il termine ‘cyberbullismo’ si intende qualunque comportamento o atto, anche NON reiterato, rientrante fra quelli indicati al comma 2 e perpetrato attraverso l’utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche. Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima’. Nel nuovo testo proposto spariscono i riferimenti ai minori e si assiste anche alla disordinata duplicazione di un reato che già esiste (la diffamazione aggravata). Ed ecco un'altra perniciosa prescrizione che passerà al vaglio della Camera. ‘Ogni attività, pur se messa in atto una sola volta e compiuta da cittadini anche maggiorenni sul web, conferisce la possibilità a chiunque di ordinare la cancellazione di contenuti, salva la possibilità che questa attività venga ordinata dal Garante per la Privacy’. E se i gestori dei siti web non si adeguassero? – continua Costa Barbè - E' prevista la rimozione dei contenuti con sanzioni sino a 6 anni di reclusione e la confisca di tutto quanto usato per commettere il reato. Sarà allora che il buon diritto di critica esercitato sui social network potrà spegnersi attraverso la rimozione dell’articolo o del post, perché ricadrà infatti in quella definizione indefinita di cyberbullismo! Pensateci bene: un blog valutato scomodo anche da una sola persona, una conversazione un po’ ardita tra adulti con dati personali qui citati e perfino notizie di cronaca offerte da un sito personale o da una testata giornalistica potranno cadere sotto la scure di un boia senza riposo. Sarebbe il "de profundis" della tutela contro il cyberbullismo sui minori, tutela che diventerà un elemento del tutto residuale. Questo – conclude l’avvocato novarese - non deve accadere. E la risposta deve giungere da Novara, dove il disegno di legge è partito, dove c’è stato l’impegno della senatrice Ferrara e la morte di una giovane di 14 anni vittima di cyberbullismo”.L’avvocato Costa Barbè si è già attivato con altri colleghi e altre azioni sono allo studio già nei prossimi giorni anche dalla senatrice. Obiettivo, impedire che una legge ben fatta e che tutela davvero i minori diventi, invece, un bavaglio per tutti, compresi blog e siti giornalistici.Monica Curino

NOVARA, Il disegno di legge sul cyberbullismo giovanile, passato al Senato e che vede come prima firmataria la senatrice novarese del Pd, Elena Ferrara, rischia di essere totalmente stravolto da emendamenti che potrebbero essere votati nel passaggio alla Camera, diventando una sorta di lotta al ‘cyberbullismo di tutti’, non a tutela dei minori, ma contro tutti e mettendo il bavaglio a chicchessia, blog, siti web, anche giornalistici. Uno strumento in mano a chi si sente preso di mira, personaggi noti e non solo, dal mondo web di blog e testate on-line. A lanciare l’allarme, condiviso anche dalla senatrice, è l’avvocato novarese, Antonio Costa Barbè, sempre vicino a questi temi. Il legale ha scritto una nota sul tema sul suo profilo Facebook e ce ne ha parlato.“Se questi emendamenti fossero approvati – spiega – la legge diventerebbe di tutela contro gli adulti. Gli emendamenti sono atecnici, duplicano reati già esistenti e sono a favore, in sostanza, di chi si sente bersagliato dai blog”. Come l’avvocato spiega nella sua nota, che presenta un’importante dissertazione storica sul concetto di bullismo, la legge è nata con l’obiettivo di prevenire per quanto possibile il fenomeno, stroncandolo quasi sul nascere, tutelando la figura del minore e indicando le pene più adeguate per i persecutori e per la loro giovane età. “Il disegno di legge approvato al Senato qualche mese fa al primo articolo recita: ‘La presente legge si pone l'obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo con azioni a carattere attivo ed una strategia di attenzione rivolta ai minori coinvolti sia nella posizione di vittime sia in quelle di responsabili di illeciti. Ai fini della presente legge per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressioni, molestie, ricatti, ingiurie, denigrazione diffamazione e si intende altresì qualunque forma di furto di identità, alterazione, acquisizione illecita manipolazione, trattamento illecito di dati personali, inganno di minorenni realizzata per via telematica’. Quindi le norme approvate dal Senato sono incentrate sulla tutela del minore che abbia subìto uno di questi atti e sulla possibilità di lui e dei suoi genitori di inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito o della pagina internet un'istanza per l’oscuramento, per la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale diffuso nella rete. Invece – continua Costa Barbè, prendendo a prestito le parole del collega Fulvio Sarzana - questa legge ‘che dovrebbe occuparsi di cyberbullismo, quindi teoricamente di tutela del minore, transitando alla Camera con i profondi ritocchi dei relatori e della Commissione riunite Giustizia e Affari sociali, sta per diventare una vera e propria norma ammazza-web, che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet’. Già solo l'emendamento proposto all'articolo 2-bis – continua il legale - dà del cyberbullismo una definizione che travalica ogni logica. Leggiamola: ‘art. 2 bis: ai fini della presente legge, con il termine ‘cyberbullismo’ si intende qualunque comportamento o atto, anche NON reiterato, rientrante fra quelli indicati al comma 2 e perpetrato attraverso l’utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche. Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima’. Nel nuovo testo proposto spariscono i riferimenti ai minori e si assiste anche alla disordinata duplicazione di un reato che già esiste (la diffamazione aggravata). Ed ecco un'altra perniciosa prescrizione che passerà al vaglio della Camera. ‘Ogni attività, pur se messa in atto una sola volta e compiuta da cittadini anche maggiorenni sul web, conferisce la possibilità a chiunque di ordinare la cancellazione di contenuti, salva la possibilità che questa attività venga ordinata dal Garante per la Privacy’. E se i gestori dei siti web non si adeguassero? – continua Costa Barbè - E' prevista la rimozione dei contenuti con sanzioni sino a 6 anni di reclusione e la confisca di tutto quanto usato per commettere il reato. Sarà allora che il buon diritto di critica esercitato sui social network potrà spegnersi attraverso la rimozione dell’articolo o del post, perché ricadrà infatti in quella definizione indefinita di cyberbullismo! Pensateci bene: un blog valutato scomodo anche da una sola persona, una conversazione un po’ ardita tra adulti con dati personali qui citati e perfino notizie di cronaca offerte da un sito personale o da una testata giornalistica potranno cadere sotto la scure di un boia senza riposo. Sarebbe il "de profundis" della tutela contro il cyberbullismo sui minori, tutela che diventerà un elemento del tutto residuale. Questo – conclude l’avvocato novarese - non deve accadere. E la risposta deve giungere da Novara, dove il disegno di legge è partito, dove c’è stato l’impegno della senatrice Ferrara e la morte di una giovane di 14 anni vittima di cyberbullismo”.L’avvocato Costa Barbè si è già attivato con altri colleghi e altre azioni sono allo studio già nei prossimi giorni anche dalla senatrice. Obiettivo, impedire che una legge ben fatta e che tutela davvero i minori diventi, invece, un bavaglio per tutti, compresi blog e siti giornalistici.Monica Curino

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