Il caso

Delitto del piccolo Leo: la Cassazione conferma l'ergastolo

Gli Ermellini non hanno modificato il verdetto pronunciato dalla Corte d'Appello a settembre del 2022

Delitto del piccolo Leo: la Cassazione conferma l'ergastolo
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Per il delitto del piccolo Leonardo, avvenuto a Novara a maggio del 2019, la Cassazione ha confermato la pena stabilita in Appello 11 mesi fa: ergastolo per Gaia Russo e Nicolas Musi.

Ergastolo confermato

Delitto del piccolo Leonardo: la Cassazione conferma l’ergastolo. 11 mesi fa era stato depositato ricorso a seguito della condanna in Appello e la Cassazione ha confermato l’ergastolo per Gaia Russo, 25 anni, e Nicolas Musi di 26, accusati dell’omicidio del piccolo Leonardo, di appena 20 mesi, avvenuto il 23 maggio 2019 in via Trieste a Novara. Se per i giudici torinesi del secondo grado Russo avrebbe tollerato le violenze dell’esecutore materiale, il compagno Musi, nei confronti del figlioletto e lo avrebbe progressivamente trascurato, per gli ermellini del terzo (e definitivo) grado, quasi nulla è cambiato. Ergastolo, dunque.

Respinte le valutazioni della difesa

I legali della difesa avevano invece parlato di errori nella valutazione delle prove a carico della coppia e chiesto, tra l’altro, la derubricazione in omicidio preterintenzionale. E’ stato un processo difficile, complicato e col rischio che le dichiarazioni contrapposte dei due imputati potessero portare a un impasse. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e in testa la pm Silvia Baglivo, quella mattina di tre anni fa Leonardo sarebbe stato picchiato a morte da Musi, nella casa di Novara, il tutto con la madre che non avrebbe fatto nulla per opporsi. Una "violenza inaudita, non degna di un essere umano", aveva sostenuto il procuratore di Novara, Marilinda Mineccia, oggi in pensione.

Il bimbo fu ucciso di botte

Il bimbo sarebbe morto poco dopo l’arrivo in ospedale a causa delle botte. L’autopsia aveva stabilito che a provocare la morte del bambino era stato un violento colpo all’addome, con conseguente emorragia al fegato: il decesso era sopraggiunto in meno di mezzora. Sul corpicino il medico legale aveva riscontrato ecchimosi e lesioni un po’ ovunque: sul capo, sul torace, sulla schiena, sui genitali. Lesioni che risalivano sì alla mattina stessa del delitto, nell’ambito però di un quadro di maltrattamenti anche pregressi. La scorsa estate il sostituto procuratore Paolo Fiore, dopo aver ascoltato in aula Gaia Russo in lacrime, non aveva cambiato idea e il 28 settembre 2022 la Corte torinese aveva confermato la condanna già pronunciata a Novara nel marzo 2021.

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