Delitto di corso Cavour: lunedì l’autopsia

Delitto di corso Cavour: lunedì l’autopsia
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NOVARA, Nella giornata di lunedì 25 luglio è in programma l’autopsia sul corpo di Gisella Purpura, la donna di 41 anni uccisa venerdì pomeriggio in pieno centro a Novara dal suo convivente, Bilel Ilahi, tunisino di 28 anni.Intanto così la vicenda viene commentata dal sindaco Alessandro Canelli: “E’ innanzitutto – dice - un dramma familiare e privato. Per di più maturato in un ambiente complicato e difficile. La ragazza assassinata era infatti seguita da tempo dai nostri servizi sociali. Però – sostiene - non si può ignorare che siamo arrivati ai livelli di guardia così come da noi più volte denunciato in campagna elettorale e ribadito nelle nostre linee programmatiche. Chi – sostiene - come è successo nell'ultimo consiglio comunale, tende a minimizzare o ad ignorare i problemi, dimostra di voler continuare ad avere un approccio semplicistico e approssimativo che ha portato la nostra città a livelli inaccettabili”. A rispondere, dai banchi dell’opposizione, è Elia Impaloni, ex assessore alle Politiche sociali: “Come dice Baumann, “La sicurezza o insicurezza percepita si alimenta dal rispetto o dalle violazioni delle regole comunicative. La violazione delle regole comunicative provoca una sospensione della fiducia verso il prossimo, introducendo ansie anche comportamentali che alimentano ostilità e sospetto…..”. La sicurezza sociale reale o percepita si incarna in un modello di welfare molto impegnativo, che richiede uno sforzo enorme nello stile di vita, nel modo di comunicare, di pensare all’altro, di parlare, di vivere. Lo sforzo che si chiede è di comprendere che la sicurezza sociale passa non dai maggiori controlli, ma da un processo di interazione tra le persone, accompagnato dal tentativo di porre in essere forme di sicurezze sociali legate alla stabilità socio economica degli individui. Un esempio concreto – continua Impaloni - è stato il tentativo, poi riuscito, di ampliare la quota di cantieristi da 10 a 20 persone, perché attraverso i rapporti di stabilità, relazionali, sociali ed economici, si promuovono nuove politiche in tema di sicurezza e di lotta alla criminalità. Da Baumann e altri criminologi non trovo cenni di superficialità o leggerezza, anzi trovo uno stimolo per cercare di costruire forme di sicurezza sociale che non passano dalle telecamere, ma dai rapporti interpersonali e di interazione tra i cittadini di qualsiasi cultura e/o etnia siano”. Sulla vicenda di corso Cavour: “mi sento di dire che descrivere l’identità delle persone (vittima o carnefice che sia) non fa che alimentare un modello comunicativo che spinge la collettività ad avere paura e a creare forme di ostilità culturale. Qualche giorno fa a Fermo, un uomo ha ammazzato un uomo. A Novara, invece, un uomo ha ammazzato una donna. Questo oggi si chiama femminicidio. Se vogliamo costruire insieme azioni di contrasto alla violenza di genere vanno potenziate sul territorio le strutture in grado di sostenere le donne che vivono esperienze di violenza, di sostenere i figli delle donne che vivono la violenza domestica. Vanno sostenuti i centri antiviolenza, offrendo formazione, supervisione e sostegno economico. E’ necessario attivare formazioni per gli operatori che possono aiutare le donne a denunciare e ad anticipare quel punto di non ritorno della vittima ma aimè anche del carnefice. Da esterna e poi come assessore spesso ho sentito l’attuale maggioranza “sgridare” per le pochezze delle azioni della giunta passata in tema di pari opportunità e a contrasto della violenza di genere. Eppure si è aperto un centro antiviolenza, eppure si è promossa una formazione ad hoc per operatori e educatori. Concludo dicendo che quando un uomo ammazza una donna, semplicemente e non superficialmente, si dichiara che un essere umano ha ammazzato un altro essere umano. Questo essere umano, di genere maschile, ha ammazzato un suo simile di genere femminile. Essere semplici, soprattutto nelle cose terribili e drammatiche, non significa essere superficiali”.mo.c.
Per saperne di più leggi l’articolo sul Corriere di Novara in edicola lunedì 25 luglio 

NOVARA, Nella giornata di lunedì 25 luglio è in programma l’autopsia sul corpo di Gisella Purpura, la donna di 41 anni uccisa venerdì pomeriggio in pieno centro a Novara dal suo convivente, Bilel Ilahi, tunisino di 28 anni.Intanto così la vicenda viene commentata dal sindaco Alessandro Canelli: “E’ innanzitutto – dice - un dramma familiare e privato. Per di più maturato in un ambiente complicato e difficile. La ragazza assassinata era infatti seguita da tempo dai nostri servizi sociali. Però – sostiene - non si può ignorare che siamo arrivati ai livelli di guardia così come da noi più volte denunciato in campagna elettorale e ribadito nelle nostre linee programmatiche. Chi – sostiene - come è successo nell'ultimo consiglio comunale, tende a minimizzare o ad ignorare i problemi, dimostra di voler continuare ad avere un approccio semplicistico e approssimativo che ha portato la nostra città a livelli inaccettabili”. A rispondere, dai banchi dell’opposizione, è Elia Impaloni, ex assessore alle Politiche sociali: “Come dice Baumann, “La sicurezza o insicurezza percepita si alimenta dal rispetto o dalle violazioni delle regole comunicative. La violazione delle regole comunicative provoca una sospensione della fiducia verso il prossimo, introducendo ansie anche comportamentali che alimentano ostilità e sospetto…..”. La sicurezza sociale reale o percepita si incarna in un modello di welfare molto impegnativo, che richiede uno sforzo enorme nello stile di vita, nel modo di comunicare, di pensare all’altro, di parlare, di vivere. Lo sforzo che si chiede è di comprendere che la sicurezza sociale passa non dai maggiori controlli, ma da un processo di interazione tra le persone, accompagnato dal tentativo di porre in essere forme di sicurezze sociali legate alla stabilità socio economica degli individui. Un esempio concreto – continua Impaloni - è stato il tentativo, poi riuscito, di ampliare la quota di cantieristi da 10 a 20 persone, perché attraverso i rapporti di stabilità, relazionali, sociali ed economici, si promuovono nuove politiche in tema di sicurezza e di lotta alla criminalità. Da Baumann e altri criminologi non trovo cenni di superficialità o leggerezza, anzi trovo uno stimolo per cercare di costruire forme di sicurezza sociale che non passano dalle telecamere, ma dai rapporti interpersonali e di interazione tra i cittadini di qualsiasi cultura e/o etnia siano”. Sulla vicenda di corso Cavour: “mi sento di dire che descrivere l’identità delle persone (vittima o carnefice che sia) non fa che alimentare un modello comunicativo che spinge la collettività ad avere paura e a creare forme di ostilità culturale. Qualche giorno fa a Fermo, un uomo ha ammazzato un uomo. A Novara, invece, un uomo ha ammazzato una donna. Questo oggi si chiama femminicidio. Se vogliamo costruire insieme azioni di contrasto alla violenza di genere vanno potenziate sul territorio le strutture in grado di sostenere le donne che vivono esperienze di violenza, di sostenere i figli delle donne che vivono la violenza domestica. Vanno sostenuti i centri antiviolenza, offrendo formazione, supervisione e sostegno economico. E’ necessario attivare formazioni per gli operatori che possono aiutare le donne a denunciare e ad anticipare quel punto di non ritorno della vittima ma aimè anche del carnefice. Da esterna e poi come assessore spesso ho sentito l’attuale maggioranza “sgridare” per le pochezze delle azioni della giunta passata in tema di pari opportunità e a contrasto della violenza di genere. Eppure si è aperto un centro antiviolenza, eppure si è promossa una formazione ad hoc per operatori e educatori. Concludo dicendo che quando un uomo ammazza una donna, semplicemente e non superficialmente, si dichiara che un essere umano ha ammazzato un altro essere umano. Questo essere umano, di genere maschile, ha ammazzato un suo simile di genere femminile. Essere semplici, soprattutto nelle cose terribili e drammatiche, non significa essere superficiali”.mo.c.
Per saperne di più leggi l’articolo sul Corriere di Novara in edicola lunedì 25 luglio 

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