Delitto di ‘ndrangheta a Catanzaro nel 1995: in manette due cugini, uno risiedeva nel Novarese

Delitto di ‘ndrangheta a Catanzaro nel 1995: in manette due cugini, uno risiedeva nel Novarese
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NOVARA, Alle prime ore di oggi, giovedì 8 settembre, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza emessa dal Gip della Direzione Distrettuale di Catanzaro su richiesta del Procuratore Capo Nicola Gratteri della Procura Distrettuale Antimafia, che dispone la custodia cautelare in carcere di due cugini omonimi, Bruno Gagliardi del 1974 e un altro Bruno Gagliardi, classe 1966 (quest’ultimo residente nel Novarese). 

I due, come spiega una nota stampa della Polizia, sono ritenuti responsabili dell’omicidio, aggravato dalla metodologia mafiosa, di Gennaro Curcio, delitto avvenuto a Nocera Terinese (CZ) il 17 agosto 1995, e, all’epoca dei fatti, ritenuti membri di un “gruppo emergente” che tentava di affrancarsi dalla cosca “Bagalà”, egemone sui traffici illeciti dei Comuni del litorale lametino, sotto il diretto controllo della cosca Iannazzo di Lamezia Terme. L’ordinanza del Gip ritiene sussistenti, a carico degli indagati, gravi indizi di responsabilità in ordine all’agguato, teso all’interno di una rivendita di autoricambi, che costò la vita all’allora ventiseienne Curcio, diretto referente dei Bagalà.

La misura cautelare - eseguita dalla Squadra Mobile di Catanzaro in collaborazione con la Squadra Mobile di Novara - applicata ai Gagliardi, mette a frutto le indagini condotte dalla Mobile, le cui evidenze hanno consentito di ricostruire il cruento fatto di sangue, facendo piena luce sulle modalità del delitto e sul contesto di ‘ndrangheta in cui si inquadrava.

In particolare le attività investigative si sono sviluppate dalle recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, G.P.. Queste hanno costituito fondamentale riscontro alle chiamate in correità di un altro collaboratore di giustizia, G.N., che per l’episodio in questione aveva già riportato condanna definitiva.

Le dichiarazioni del neo collaboratore G.P., che si è autoaccusato di essere autore materiale dell’omicidio, hanno consentito quindi di delineare il quadro criminale in cui era maturato l’evento delittuoso nonché di definire le responsabilità degli odierni indagati, in particolare del 42enne Gagliardi, che, stando a quanto emerso, avrebbe scortato il killer sul luogo del delitto e del Gagliardi 50enne, che, invece, avrebbe avuto un ruolo di carattere logistico-organizzativo. L’omicidio sarebbe stato quindi realizzato dai componenti dell’accennato gruppo di “scissionisti” intenzionati a scalzare l’egemonia del gruppo “Bagalà” sulle estorsioni da essi gestite, in maniera esclusiva, nei Comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese. 

Del gruppo in questione facevano parte oltre ai già citati G.P. e G.N. e agli odierni indagati, anche Giovanni La Polla del 1964 e Salvatore Ruberto, classe 1966, entrambi questi ultimi rimasti uccisi in quella che viene ricordata come la “strage di Sambiase” occorsa nella frazione di Lamezia Terne il 29 settembre 1995, immediata risposta da parte delle cosche dominanti all’omicidio di Curcio, con la quale si mise termine alle mire espansionistiche del menzionato gruppo emergente. Il 50enne Gagliardi è stato rintracciato, con l’ausilio della Squadra Mobile di Novara nella cui provincia l’uomo è residente da tempo, a Milano in una struttura sanitaria dove era ricoverato per accertamenti medici ed è stato associato al carcere di San Vittore, mentre la notifica del provvedimento al cugino 42enne è stata effettuata al carcere di Terni, “dove è detenuto – spiega la Polizia - a seguito delle contestazioni per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, eseguita dalla Squadra Mobile di Catanzaro nel mese di maggio del 2015, e per l’omicidio di Vincenzo Torcasio e il contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio, episodio per il quale nel mese di febbraio scorso, a seguito delle risultanze investigative anch’esse acquisite dalla Squadra Mobile, la Polizia di Stato gli ha notificato un ulteriore provvedimento restrittivo”.

mo.c.

NOVARA, Alle prime ore di oggi, giovedì 8 settembre, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza emessa dal Gip della Direzione Distrettuale di Catanzaro su richiesta del Procuratore Capo Nicola Gratteri della Procura Distrettuale Antimafia, che dispone la custodia cautelare in carcere di due cugini omonimi, Bruno Gagliardi del 1974 e un altro Bruno Gagliardi, classe 1966 (quest’ultimo residente nel Novarese). 

I due, come spiega una nota stampa della Polizia, sono ritenuti responsabili dell’omicidio, aggravato dalla metodologia mafiosa, di Gennaro Curcio, delitto avvenuto a Nocera Terinese (CZ) il 17 agosto 1995, e, all’epoca dei fatti, ritenuti membri di un “gruppo emergente” che tentava di affrancarsi dalla cosca “Bagalà”, egemone sui traffici illeciti dei Comuni del litorale lametino, sotto il diretto controllo della cosca Iannazzo di Lamezia Terme. L’ordinanza del Gip ritiene sussistenti, a carico degli indagati, gravi indizi di responsabilità in ordine all’agguato, teso all’interno di una rivendita di autoricambi, che costò la vita all’allora ventiseienne Curcio, diretto referente dei Bagalà.

La misura cautelare - eseguita dalla Squadra Mobile di Catanzaro in collaborazione con la Squadra Mobile di Novara - applicata ai Gagliardi, mette a frutto le indagini condotte dalla Mobile, le cui evidenze hanno consentito di ricostruire il cruento fatto di sangue, facendo piena luce sulle modalità del delitto e sul contesto di ‘ndrangheta in cui si inquadrava.

In particolare le attività investigative si sono sviluppate dalle recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, G.P.. Queste hanno costituito fondamentale riscontro alle chiamate in correità di un altro collaboratore di giustizia, G.N., che per l’episodio in questione aveva già riportato condanna definitiva.

Le dichiarazioni del neo collaboratore G.P., che si è autoaccusato di essere autore materiale dell’omicidio, hanno consentito quindi di delineare il quadro criminale in cui era maturato l’evento delittuoso nonché di definire le responsabilità degli odierni indagati, in particolare del 42enne Gagliardi, che, stando a quanto emerso, avrebbe scortato il killer sul luogo del delitto e del Gagliardi 50enne, che, invece, avrebbe avuto un ruolo di carattere logistico-organizzativo. L’omicidio sarebbe stato quindi realizzato dai componenti dell’accennato gruppo di “scissionisti” intenzionati a scalzare l’egemonia del gruppo “Bagalà” sulle estorsioni da essi gestite, in maniera esclusiva, nei Comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese. 

Del gruppo in questione facevano parte oltre ai già citati G.P. e G.N. e agli odierni indagati, anche Giovanni La Polla del 1964 e Salvatore Ruberto, classe 1966, entrambi questi ultimi rimasti uccisi in quella che viene ricordata come la “strage di Sambiase” occorsa nella frazione di Lamezia Terne il 29 settembre 1995, immediata risposta da parte delle cosche dominanti all’omicidio di Curcio, con la quale si mise termine alle mire espansionistiche del menzionato gruppo emergente. Il 50enne Gagliardi è stato rintracciato, con l’ausilio della Squadra Mobile di Novara nella cui provincia l’uomo è residente da tempo, a Milano in una struttura sanitaria dove era ricoverato per accertamenti medici ed è stato associato al carcere di San Vittore, mentre la notifica del provvedimento al cugino 42enne è stata effettuata al carcere di Terni, “dove è detenuto – spiega la Polizia - a seguito delle contestazioni per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, eseguita dalla Squadra Mobile di Catanzaro nel mese di maggio del 2015, e per l’omicidio di Vincenzo Torcasio e il contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio, episodio per il quale nel mese di febbraio scorso, a seguito delle risultanze investigative anch’esse acquisite dalla Squadra Mobile, la Polizia di Stato gli ha notificato un ulteriore provvedimento restrittivo”.

mo.c.

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