Delitto di Pombia: scaturito da una lite sul bottino
NOVARA, “E’ stato effettuato il fermo della persona che, a nostro avviso, è l’autore materiale dell’omicidio di Pombia. Un risultato ottenuto in pochi giorni, grazie al lavoro eccezionale dei nostri carabinieri”. Così, oggi mercoledì 12 aprile, il procuratore capo della Repubblica di Novara, Marilinda Mineccia, ha introdotto la conferenza stampa, ospitata in Procura (foto Martignoni), in cui sono stati illustrati i risultati dell’indagine. Presenti i militari del Reparto investigativo, con i quali hanno collaborato i colleghi di Busto Arsizio (sia vittima sia omicida sono originari di questo territorio del Varesino) e Giovanni Caspani, sostituto procuratore titolare dell’inchiesta. “Si è presentata una scena del crimine molto inquietante – ha continuato Mineccia - che i Carabinieri han ben setacciato. Proprio dall’osservazione della scena del crimine si è giunti all’attuale fermato, Antonio Lembo, classe 1988, del Varesotto come la vittima, Matteo Mendola. La vittima non aveva con sé il cellulare, ma aveva una ricetrasmittente. Indossava poi una tuta e dei guanti. Una serie di elementi che ci hanno portato a Lembo, in particolare sondando il giro delle conoscenze della vittima”. Lembo è stato arrestato intorno alle 23 di lunedì in Centro Italia. Viaggiava con mezzi pubblici, dopo aver abbandonato la propria auto. Già il giorno successivo al delitto, che si è consumato martedì 4 aprile, era sparito di scena. Martedì l’interrogatorio davanti al pm Giovanni Caspani e la confessione. Il motivo dell’omicidio sarebbe da collegarsi a una lite scoppiata per la divisione del bottino di alcuni furti compiuti dai due in precedenza. Il 29enne ha perso la testa, ha afferrato la sua pistola e ha sparato due colpi contro il complice. Poi l’ha colpito più volte alla testa, ben 12 le volte, con il calcio dell’arma. Stando agli inquirenti i due avrebbero già da tempo costituito una coppia per compiere furti. “Un omicidio non premeditato, viste anche le tracce lasciate dall’omicida – rileva il pm Caspani – Durante l’interrogatorio il fermato era sconvolto. Ha perso la testa”.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 13 aprile
NOVARA, “E’ stato effettuato il fermo della persona che, a nostro avviso, è l’autore materiale dell’omicidio di Pombia. Un risultato ottenuto in pochi giorni, grazie al lavoro eccezionale dei nostri carabinieri”. Così, oggi mercoledì 12 aprile, il procuratore capo della Repubblica di Novara, Marilinda Mineccia, ha introdotto la conferenza stampa, ospitata in Procura (foto Martignoni), in cui sono stati illustrati i risultati dell’indagine. Presenti i militari del Reparto investigativo, con i quali hanno collaborato i colleghi di Busto Arsizio (sia vittima sia omicida sono originari di questo territorio del Varesino) e Giovanni Caspani, sostituto procuratore titolare dell’inchiesta. “Si è presentata una scena del crimine molto inquietante – ha continuato Mineccia - che i Carabinieri han ben setacciato. Proprio dall’osservazione della scena del crimine si è giunti all’attuale fermato, Antonio Lembo, classe 1988, del Varesotto come la vittima, Matteo Mendola. La vittima non aveva con sé il cellulare, ma aveva una ricetrasmittente. Indossava poi una tuta e dei guanti. Una serie di elementi che ci hanno portato a Lembo, in particolare sondando il giro delle conoscenze della vittima”. Lembo è stato arrestato intorno alle 23 di lunedì in Centro Italia. Viaggiava con mezzi pubblici, dopo aver abbandonato la propria auto. Già il giorno successivo al delitto, che si è consumato martedì 4 aprile, era sparito di scena. Martedì l’interrogatorio davanti al pm Giovanni Caspani e la confessione. Il motivo dell’omicidio sarebbe da collegarsi a una lite scoppiata per la divisione del bottino di alcuni furti compiuti dai due in precedenza. Il 29enne ha perso la testa, ha afferrato la sua pistola e ha sparato due colpi contro il complice. Poi l’ha colpito più volte alla testa, ben 12 le volte, con il calcio dell’arma. Stando agli inquirenti i due avrebbero già da tempo costituito una coppia per compiere furti. “Un omicidio non premeditato, viste anche le tracce lasciate dall’omicida – rileva il pm Caspani – Durante l’interrogatorio il fermato era sconvolto. Ha perso la testa”.
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