Delitto di via Juvarra: il sugo sgradito, la lite, la coltellata

Delitto di via Juvarra: il sugo sgradito, la lite, la coltellata
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NOVARA – Una banale divergenza su un sugo da utilizzare per pranzo sarebbe stata all’origine della lite e successiva colluttazione che, sabato pomeriggio, nell’alloggio all’ottavo piano del palazzone di via Juvarra 5, alla Rizzottaglia, ha portato al ferimento e alla morte di Davide Gabasio, 47 anni, muratore che tirava avanti con qualche lavoretto saltuario. E’ quanto emerge dalla versione fornita lunedì dal 27enne fermato per il delitto, Andrea Corallo, ‘figliastro’ della vittima (figlio della compagna scomparsa nel novembre 2009), all’udienza di convalida davanti al gip Angela Fasano. Un interrogatorio di oltre due ore, durante il quale il giovane, assistito dall’avvocato (d’ufficio) Annalisa Lipari, ha fornito la propria versione dei fatti, rispondendo a ogni domanda. 

NOVARA – Una banale divergenza su un sugo da utilizzare per pranzo sarebbe stata all’origine della lite e successiva colluttazione che, sabato pomeriggio, nell’alloggio all’ottavo piano del palazzone di via Juvarra 5, alla Rizzottaglia, ha portato al ferimento e alla morte di Davide Gabasio, 47 anni, muratore che tirava avanti con qualche lavoretto saltuario. E’ quanto emerge dalla versione fornita lunedì dal 27enne fermato per il delitto, Andrea Corallo, ‘figliastro’ della vittima (figlio della compagna scomparsa nel novembre 2009), all’udienza di convalida davanti al gip Angela Fasano. Un interrogatorio di oltre due ore, durante il quale il giovane, assistito dall’avvocato (d’ufficio) Annalisa Lipari, ha fornito la propria versione dei fatti, rispondendo a ogni domanda. Stando a questa ricostruzione, Gabasio e Corallo sarebbero stati in cucina per il pranzo, quando si è iniziato a parlare di un sugo acquistato dal 47enne, che avrebbero dovuto usare per la pasta. Il ragazzo avrebbe commentato in maniera ironica questa scelta, con la frase: «Ancora lo stesso sugo della settimana scorsa?». E a quel punto i toni si sarebbero accesi ulteriormente, con Gabasio che avrebbe alzato le mani, impugnando a quanto risulta anche un bastone, che pare sia poi stato ritrovato nell’abitazione. Il giovane ha raccontato di esser fuggito a quel punto nella sua stanza, cercando riparo. L’uomo, però, l’avrebbe raggiunto e avrebbe iniziato a bastonarlo (il ragazzo pare abbia alcune ferite sulle mani e in altre parti del corpo). In quel momento, stando sempre al suo racconto, il ragazzo non avrebbe trovato altra via d’uscita che prelevare un coltello dal comodino (vinto alcuni anni fa al Luna Park) per spingere via il ‘patrigno’, per allontanarlo, ovvero difendersi. «Nel fare questo – spiega l’avvocato – nello spingerlo via, per evitare le bastonate, lo ha attinto al lato sinistro dell’addome, appena sotto all’ombelico. Ma il suo intento non era quello di colpirlo, voleva solo cacciarlo via. Non è certo stato qualcosa di volontario. Il ragazzo l’ha sempre sostenuto sin dall’inizio». Agli stessi agenti che sabato lo portavano via dall’abitazione Corallo avrebbe detto: «Stavamo litigando, non volevo ammazzarlo». Poi, in sede di convalida dell’arresto, il racconto delle bastonate e della corsa nella sua camera. Proprio il ragazzo, tra l’altro, accortosi della gravità delle condizioni del ‘patrigno’, ha chiamato il 118, sbracciandosi poi dal balcone verso i passanti, affinché segnalassero ai soccorritori, una volta giunti, di recarsi all’ottavo piano.
Il pm Nicola Serianni, titolare dell’inchiesta, contesta al giovane l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi (la lite sul sugo), ma attende ovviamente l’esito degli accertamenti condotti nell’abitazione dei due uomini, dove vivevano da soli (e dove sabato è appunto intervenuta la Polizia scientifica), e l’esito dell’autopsia, il cui incarico è stato affidato in Procura oggi, giovedì. In queste ore si sta svolgendo l’esame. Il delitto come esito di una colluttazione: vanno chiariti ruoli ed esatte dinamiche. Investigatori (le indagini sono a cura della Squadra Mobile della Questura) che stanno ascoltando e ascolteranno parenti, amici e vicini di casa (che hanno riferito di frequenti liti tra i due, complice forse il disagio legato alla mancanza di un lavoro del 27enne). Per ora il riserbo è massimo e gli inquirenti non si sbilanciano più di tanto. Sin da sabato, comunque, hanno parlato di una ‘lite degenerata’. La difesa punterà a derubricare l’accusa in omicidio preterintenzionale, sostenendo l’involontarietà del gesto, scaturito, sempre per la difesa, da una reazione a un’aggressione. «Nella stessa ordinanza di convalida e della misura cautelare – spiega l’avvocato – sembra emergere qualche dubbio». Il giudice, dopo la convalida dell’arresto, ha disposto per il ragazzo la custodia cautelare in carcere per 30 giorni (fino al 16 aprile) per salvaguardare le esigenze probatorie e consentire agli inquirenti di approfondire meglio i contorni della vicenda. Intanto nel variegato quartiere, con case popolari come anche villette  e stabili di prestigio, dove comunque più o meno tutti si conoscono, c’è ancora incredulità e sgomento per l’accaduto. C’è attesa per le sorti di Andrea Corallo, un ragazzo a quanto pare benvoluto alla Rizzottaglia, che non risulta avesse dato in passato problemi.

Monica Curino

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