Delitto Fanella, 2 condanne per i novaresi in attesa del 3° verdetto

Delitto Fanella, 2 condanne per i novaresi in attesa del 3° verdetto
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6 FEBBRAIO Slitta al 17 febbraio la decisione del gup di Roma sulla posizione di Giovanni Battista Ceniti, ossolano sotto processo in abbreviato accusato della morte di Silvio Fanella, il broker ritenuto il “cassiere” dell'affarista Gennaro Mokbel, ucciso da un “commando” nella capitale il 3 luglio 2014. 

Per Ceniti il pm ha chiesto la condanna a 20 anni - 14 anni per omicidio e 6 per tentato sequestro - ma all’udienza dell’altro giorno il giudice non si è espresso chiedendo alla Procura di depositare nuovi atti relativi ai processi “Mafia Capitale” e “Fastweb”.  

Ma c’è una notizia, eclatante, proveniente anch’essa dalla capitale e passata in sordina nel Novarese, ovvero la condanna, sempre per il tentato sequestro e l'omicidio di Silvio Fanella, a 20 anni in abbreviato di Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa. Risale all’anno scorso: il gup ha accolto la richiesta dei pm Ielo e Cascini stabilendo anche una provvisionale in favore dei familiari di Fanella di 100mila euro. Secondo l’accusa, gli assassini avrebbero tentato di entrare nell’appartamento di Fanella spacciandosi per finanzieri. Obiettivo? Rapire Fanella e convincerlo a rivelare il nascondiglio nel quale erano stati occultati denaro e gioielli (rinvenuti il giorno dopo l’omicidio in una casale nella provincia di Frosinone), frutto della megatruffa per la quale lo stesso Fanella era stato condannato in primo grado assieme a Gennaro Mokbel.

Ma qualcosa in quel blitz andò storto, ci fu una colluttazione e partirono 2 colpi, uno dei quali aveva colpito Ceniti al gluteo (l’ossolano fu poi abbandonato dai complici nell’androne del palazzo), mentre l’altro raggiunse Fanella, morto praticamente sul colpo. Indagini della Polizia che portarono a diversi arresti e a tre distinti processi, a secondo del rito e delle posizioni. Sull’asse Novara-Roma. Perché il “commando” partì proprio da Novara.

p.v.

leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 6 febbraio

Slitta al 17 febbraio la decisione del gup di Roma sulla posizione di Giovanni Battista Ceniti, ossolano sotto processo in abbreviato accusato della morte di Silvio Fanella, il broker ritenuto il “cassiere” dell'affarista Gennaro Mokbel, ucciso da un “commando” nella capitale il 3 luglio 2014. 

Per Ceniti il pm ha chiesto la condanna a 20 anni - 14 anni per omicidio e 6 per tentato sequestro - ma all’udienza dell’altro giorno il giudice non si è espresso chiedendo alla Procura di depositare nuovi atti relativi ai processi “Mafia Capitale” e “Fastweb”.  

Ma c’è una notizia, eclatante, proveniente anch’essa dalla capitale e passata in sordina nel Novarese, ovvero la condanna, sempre per il tentato sequestro e l'omicidio di Silvio Fanella, a 20 anni in abbreviato di Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa. Risale all’anno scorso: il gup ha accolto la richiesta dei pm Ielo e Cascini stabilendo anche una provvisionale in favore dei familiari di Fanella di 100mila euro. Secondo l’accusa, gli assassini avrebbero tentato di entrare nell’appartamento di Fanella spacciandosi per finanzieri. Obiettivo? Rapire Fanella e convincerlo a rivelare il nascondiglio nel quale erano stati occultati denaro e gioielli (rinvenuti il giorno dopo l’omicidio in una casale nella provincia di Frosinone), frutto della megatruffa per la quale lo stesso Fanella era stato condannato in primo grado assieme a Gennaro Mokbel.

Ma qualcosa in quel blitz andò storto, ci fu una colluttazione e partirono 2 colpi, uno dei quali aveva colpito Ceniti al gluteo (l’ossolano fu poi abbandonato dai complici nell’androne del palazzo), mentre l’altro raggiunse Fanella, morto praticamente sul colpo. Indagini della Polizia che portarono a diversi arresti e a tre distinti processi, a secondo del rito e delle posizioni. Sull’asse Novara-Roma. Perché il “commando” partì proprio da Novara.

p.v.

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