Delitto Macchi, raffica di interrogatori mentre Binda punta a tornare libero
Due sono le novità nelle indagini (riaperte dopo quasi 30 anni a cura della dottoressa Carmen Manfredda, novarese in servizio alla Procura generale di Milano che ha avocato l’inchiesta varesina) relative al delitto Macchi: il difensore di Stefano Binda, in prigione da una decina di giorni, ha deciso di puntare direttamente alla Cassazione per cercare di far scarcerare il suo assistito; vengono risentiti numerosi testimoni di allora, per cercare di focalizzare le accuse che, dopo l’”entusiasmo” iniziale per la riapertura del caso, sembrano necessitare di ulteriore nuovo vigore.
p.v.
leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 30 gennaio
Due sono le novità nelle indagini (riaperte dopo quasi 30 anni a cura della dottoressa Carmen Manfredda, novarese in servizio alla Procura generale di Milano che ha avocato l’inchiesta varesina) relative al delitto Macchi: il difensore di Stefano Binda, in prigione da una decina di giorni, ha deciso di puntare direttamente alla Cassazione per cercare di far scarcerare il suo assistito; vengono risentiti numerosi testimoni di allora, per cercare di focalizzare le accuse che, dopo l’”entusiasmo” iniziale per la riapertura del caso, sembrano necessitare di ulteriore nuovo vigore.
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