Delitto Melchionda, “saltata” in Cassazione la resa dei conti per Ilaria
11 MARZO C’era grande attesa questa mattina per l’appuntamento a Roma in Cassazione, con i giudici della Suprema Corte chiamati a confermare o meno la condanna a 30 anni di Ilaria Mortarini, accusata di essere l’istigatrice e la mandante, per gelosia, dell’omicidio di Simona Melchionda, uccisa nella notte fra il 6 e 7 giugno 2010 a Divignano da Luca Sainaghi, a sua volta già condannato in via definitiva (in un distinto processo) a 30 anni. Tutto è però saltato, perché la Corte si è accorta che uno dei giudici aveva già appunto giudicato Sainaghi. Ovvero, dunque, una sorta di incompatibilità. Tutto rinviato, a questo punto, davanti a una diversa sezione della Cassazione, in data da fissare.
Questa mattina a Roma c’erano i due difensori della Mortarini, avvocati Panzeri e Riva, e Leonardo e Roberto Melchionda, padre e fratello di Simona, parti civili con l’avvocato Tovaglieri.
p.v
11 MARZO C’era grande attesa questa mattina per l’appuntamento a Roma in Cassazione, con i giudici della Suprema Corte chiamati a confermare o meno la condanna a 30 anni di Ilaria Mortarini, accusata di essere l’istigatrice e la mandante, per gelosia, dell’omicidio di Simona Melchionda, uccisa nella notte fra il 6 e 7 giugno 2010 a Divignano da Luca Sainaghi, a sua volta già condannato in via definitiva (in un distinto processo) a 30 anni. Tutto è però saltato, perché la Corte si è accorta che uno dei giudici aveva già appunto giudicato Sainaghi. Ovvero, dunque, una sorta di incompatibilità. Tutto rinviato, a questo punto, davanti a una diversa sezione della Cassazione, in data da fissare.
Questa mattina a Roma c’erano i due difensori della Mortarini, avvocati Panzeri e Riva, e Leonardo e Roberto Melchionda, padre e fratello di Simona, parti civili con l’avvocato Tovaglieri.
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