Delitto Milani. Stentardo: "Ho ucciso quella donna poi sono fuggito in bici"
E’ in carcere da un mese e mezzo Salvatore Stentardo: fin dal momento dell’arresto, all’alba del 13 dicembre, ha ammesso di essere lui l’assassino di Maria Rosa Milani, ma era stata una confessione generica seppur sostanziale. Come si è arrivati al delitto nel cortile della Cascina Calossa di Oleggio, quel tragico pomeriggio del 13 settembre, e che è successo in quei 3 mesi di successiva latitanza? «Quella donna mi ha sorpreso mentre stavo bevendo dal rubinetto in cortile… mi sono spaventato, ho avuto una reazione scomposta, ho afferrato il primo arnese che mi è capitato sotto mano e l’ho colpita più volte. Poi sono scappato». Si parte da qui, da questa parole pronunciate a caldo dal 58enne oggi in carcere a Novara per ricostruire l’intera vicenda nei dettagli, e lo si farà il 4 febbraio quando Stentardo, assistito dal suo difensore, l’avvocato Gianni Croce, «risponderà a tutte le domande che gli faranno gli inquirenti. Sarà un lungo interrogatorio quello fissato dalla Procura - dice lo stesso legale - perché c’è da parte nostra massima disponibilità e la volontà di ricostruire con precisione quanto purtroppo avvenuto. Probabilmente ci sarà anche un sopralluogo sul posto». Il posto è quella Cascina ristrutturata nella valle del Ticino di Oleggio, in frazione Loreto.
Paolo Viviani
Leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di giovedì 29 gennaio
E’ in carcere da un mese e mezzo Salvatore Stentardo: fin dal momento dell’arresto, all’alba del 13 dicembre, ha ammesso di essere lui l’assassino di Maria Rosa Milani, ma era stata una confessione generica seppur sostanziale. Come si è arrivati al delitto nel cortile della Cascina Calossa di Oleggio, quel tragico pomeriggio del 13 settembre, e che è successo in quei 3 mesi di successiva latitanza? «Quella donna mi ha sorpreso mentre stavo bevendo dal rubinetto in cortile… mi sono spaventato, ho avuto una reazione scomposta, ho afferrato il primo arnese che mi è capitato sotto mano e l’ho colpita più volte. Poi sono scappato». Si parte da qui, da questa parole pronunciate a caldo dal 58enne oggi in carcere a Novara per ricostruire l’intera vicenda nei dettagli, e lo si farà il 4 febbraio quando Stentardo, assistito dal suo difensore, l’avvocato Gianni Croce, «risponderà a tutte le domande che gli faranno gli inquirenti. Sarà un lungo interrogatorio quello fissato dalla Procura - dice lo stesso legale - perché c’è da parte nostra massima disponibilità e la volontà di ricostruire con precisione quanto purtroppo avvenuto. Probabilmente ci sarà anche un sopralluogo sul posto». Il posto è quella Cascina ristrutturata nella valle del Ticino di Oleggio, in frazione Loreto.
Paolo Viviani
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