Denunciato inquinatore del Cusio
Azienda avrebbe scaricato nella fogna residui di lavorazione della cromatura.
Denunciato inquinatore del Cusio. Azienda avrebbe scaricato nella fogna residui di lavorazione della cromatura. Le indagini non sono ancora concluse.
Denunciato inquinatore del Cusio
Nel pomeriggio di venerdì 4 maggio alcuni podisti che si stavano allenando in località Pascolo, frazione del Comune di San Maurizio d’Opaglio, notarono nelle acque del Lago d’Orta una schiuma biancastra e maleodorante fuoruscire dalla condotta fognaria delle acque bianche proveniente dalla zona industriale. «Immediatamente – ricorda uno dei podisti, Luigi Guidetti, ex Sindaco di Gargallo – avvertimmo le Forze dell’Ordine. Non era comunque la prima volta che succedeva, e sempre di venerdì quando i controlli sono ridotti e gli inquinatori hanno più chances per farla franca». Sul posto poco dopo arrivarono con i Carabinieri, i tecnici dell’Arpa ed il vicesindaco Ubaldo Fraschini.
Due mesi di meticolose indagini
Più di due mesi di meticolose indagini e anche grazie alla collaborazione di alcuni cittadini, sensibili alle problematiche ambientali, chi aveva inquinato le acque del lago è stato identificato. Si tratta di un’azienda artigiana operante nel settore della rubinetteria che da quanto è emerso dagli accertamenti effettuati, avrebbe scaricato nella fognatura i residui della lavorazione della cromatura. Il titolare della ditta è stato denunciato all’autorità giudiziaria. Successivi controlli, effettuati da parte dell’Asl e della Guardia di Finanza avrebbero appurato che la ditta ufficialmente si sarebbe dovuta occupare esclusivamente di assemblaggio, ma l’attività si sarebbe estesa anche nel campo della cromatura per svolgere la quale sono però necessarie delle autorizzazioni specifiche, in modo particolare per quanto riguarda lo smaltimento delle sostanze usate durante il ciclo della lavorazione dei metalli.
Non ancora quantificati i danni ambientali
Le indagini non possono considerarsi ancora concluse né tantomeno sono stati quantificati i danni ambientali. Non è da escludere che in un eventuale processo anche il Comune di San Maurizio d’Opaglio possa costituirsi parte civile. «Lo deciderà il Sindaco e la Giunta – ci ha detto in proposito il vice Sindaco Fraschini – per ora tiriamo un sospiro di sollievo perché grazie al lavoro svolto dai Carabinieri e da quanti hanno collaborato alle indagini chi inquinava è stato identificato». Nel bacino lacustre per decenni sono state sversate sostanze altamente nocive provenienti non solo dalle rubinetterie e dalle cromature ma anche dalla “Bemberg” di Gozzano (azienda chiusa da tempo) che avevano causato la distruzione della flora e della fauna acquatica.
«Purtroppo c’è sempre qualche mela marcia»
«Da tempo – assicura Fraschini – le nostre aziende sono in regola e sono rispettose dell’ambiente. Purtroppo c’è sempre qualche mela marcia che è giusto che venga punita in modo esemplare». Ma ad inquinare non sono solo certe aziende “scellerate”. E di qualche giorno fa la notizia che sempre a San Maurizio d’Opaglio, in località Lagna un residente ha scaricato in una fontana della vernice rossa che si è riversata in un torrente prima di finire nel lago. L’uomo è stato identificato grazie ad alcuni utenti di Facebook che hanno denunciato l’accaduto innescando una vera e propria “caccia” all’inquinatore. Domani a San Maurizio al Teatro degli Scalpellini si terrà con inizio alle 10,30 un convegno promosso dagli Amici del lago onlus e da Legambiente sul tema “Industria, turismo ed ecosistema lacustre”.
Carlo Panizza