La scoperta

Ecografia polmonare può diagnosticare il Covid 19

Effettuato uno studio alle Molinette di Torino.

Ecografia polmonare può diagnosticare il Covid 19
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Uno studio dell’ospedale Molinette di Torino ha stabilito che anche una semplice ecografia del polmone può diagnosticare la polmonite da Covid 19 già in Pronto soccorso. Lo riferiscono i colleghi di Prima Torino.

Ecografia del polmone può diagnosticare il Covid 19

L’aggiunta dell’ecografia polmonare, eseguita insieme alla visita medica, ha permesso di identificare correttamente casi di polmonite da COVID-19 – quasi il 20% – tra quanti erano stati erroneamente catalogati, in base al risultato del primo tampone naso-faringeo, come negativi. Tutti sono ormai familiari con la metodica dell’ecografia, comunemente utilizzata per il monitoraggio della gravidanza o per lo studio dell’addome o del cuore.

Ecografia come diagnosi

Uno studio condotto dai medici della Medicina d’Urgenza dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Enrico Lupia) ha recentemente dimostrato che l’ecografia polmonare è anche estremamente utile per la diagnosi delle polmoniti da COVID-19 in Pronto
soccorso. Nel corso dello studio, condotto nei mesi scorsi ed appena pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Annals of Emergency Medicine, la più prestigiosa rivista medica del settore, sono stati arruolati 228 pazienti con sintomi suggestivi per COVID-19, di cui 107 diagnosticati come affetti da polmonite da COVID-19 in seguito al riscontro di positività del tampone naso-faringeo.
L’aggiunta dell’ecografia polmonare, eseguita insieme alla visita medica, ha permesso di identificare correttamente altri 21 casi di polmonite da COVID-19 – quasi il 20% – tra quanti erano stati erroneamente catalogati, in base al risultato del primo tampone naso-faringeo, come negativi. La rapida e corretta identificazione dei pazienti con polmonite da COVID-19 in Pronto soccorso consente di isolare precocemente i soggetti malati, limitando la diffusione dei contagi non solo all’interno dell’ospedale, ma anche fuori dall’ospedale, grazie alle misure di isolamento applicate ai contatti stretti.

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