La protesta

Educatori di asili e materne: “Il Governo ci ha lasciati soli, per noi nessun aiuto”

Abbandonati anche famiglie e bambini"

Educatori di asili e materne: “Il Governo ci ha lasciati soli, per noi nessun aiuto”
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Educatori di asili e materne bocciano il Governo: “Siamo stati lasciati soli, inaccettabile abbandonare educatori, famiglie e soprattutto bambini”.

 

Educatori di asili e materne

L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, ha incontrato, in Piazza Castello, i rappresentanti del Comitato Educhiamo, oltre a genitori e all’Associazione AIEF-Infanzia e Famiglia e all’associazione di categoria Unitamente. «La Regione ha fatto il massimo, stanziando 15 milioni, ma ora tocca al Governo, fino ad adesso assente ingiustificato, dare risposte. A cominciare da un cronoprogramma certo per le riaperture e dall’estensione della cassa integrazione in deroga almeno fino al 31 dicembre. Il Piemonte solleciterà senza tregua il governo per sostenere scuole, famiglie e soprattutto i bambini».

Presidio in Regione

Si è svolto ieri in Piazza Castello, a Torino, davanti alla sede della Regione Piemonte, un presidio per chiedere al governo attenzione sul tema del sistema educativo 0-6 anni. In piazza, in una manifestazione silenziosa e ordinata che ha coinvolto gli asili nido e le scuole dell’infanzia private e parificate aderenti al Comitato Educhiamo, oltre a genitori e all’Associazione AIEF-Infanzia e Famiglia e all’associazione di categoria Unitamente c’era anche l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino.

Settore in ginocchio

L’emergenza Covid-19, infatti, ha letteralmente messo in ginocchio i servizi per l’infanzia, in particolare quelli 0-6, a cui è vietato, ad oggi, riaprire. Un disagio che in primo luogo si abbatte sui lavoratori, circa 15mila che operano nelle 700 strutture piemontesi, ma anche sulle famiglie che, con il ritorno al lavoro, si ritrovano a dover conciliare la propria attività con la gestione dei figli. Una situazione giudicata inaccettabile e non più sostenibile: «Siamo profondamente angosciati – spiegano le referenti regionali del Comitato, Sabrina Bonini, Erika Giromini e Valentina Beltrami – viviamo un incubo da 3 mesi, ogni giorno affondiamo nelle sabbie mobili create da chi dovrebbe tutelare le piccole imprese dell’educazione, le migliaia di lavoratori di tutta Italia, educatrici, insegnanti, cuoche, ausiliare che non hanno prospettive. Mesi di battaglie per arrivare allo stesso risultato dell’inizio del lockdown: siamo invisibili, addirittura al punto che ci viene vietato di riaprire ed insieme andranno a cessare gli aiuti degli ammortizzatori sociali. Oltre a non avere ricevuto alcun contributo per la sopravvivenza se non l’attenzione che ci ha riservato la Regione Piemonte con lo stanziamento dei 15 milioni per rimborsare le rette alle famiglie. Solo in Piemonte sono circa 700 le Strutture Educative private «0-6», con una ricettività di 15mila posti e altrettanti occupati. Capirete facilmente dai numeri la gravità della situazione».

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