Eitan e la sua tragedia senza fine: rapito o riportato a casa? Per il Governo israeliano la risposta è solo una
Dopo essere stato portato dal nonno in Israele all'insaputa della tutrice legale, Eitan dovrà essere "restituito".
Non trova pace, tranquillità e meritato conforto il piccolo Eitan, ormai divenuto simbolo di forza e resistenza, unico superstite della "tragedia del Mottarone" dove tutta la sua famiglia - madre, padre e fratellino - ha perso la vita lasciandolo solo.
Un bambino spezzato a metà
Avrebbe iniziato oggi, come tutti i suoi coetanei, la scuola per la prima volta: a differenza loro però mamma e papà non lo avrebbero accompagnato stringendogli la mano in questo nuovo inizio. Doveva pensarci la zia paterna, cui era stato affidato dopo quel maledetto 23 maggio 2021, e invece i piani sono cambiati quando il nonno materno, dopo aver lasciato con il piccolo la casa a Pavia, lo ha portato in Israele all'insaputa di tutti (o quasi).
Lo ha "riportato a casa": questa la versione della famiglia materna, che dichiara di aver agito esclusivamente per il bene di Eitan. Ma l'ipotesi è quella che si sia trattato di un rapimento a tutti gli effetti.
Un rapimento?
Secondo quanto riportato da Channel 12 News gli esperti dei ministeri degli Esteri e della Giustizia tramite un parere legale del governo (israeliano) hanno dichiarato che portare Eitan Biran in Israele, contro la volontà del suo tutore legale (la zia materna residente a Pavia), costituisce probabilmente un rapimento.
Secondo tale documento l'azione del nonno materno di Eitan ha violato la Convenzione dell'Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, una legge adottata da Israele nel 1991. Secondo tale normativa le autorità israeliane dovranno ora fare tutto quanto in loro potere per restituire il ragazzo al suo tutore legale in Italia il prima possibile.
Aya Biran-Nirko, la sorella residente in Italia del defunto padre del bambino, ha già presentato denuncia alla polizia italiana denunciando il rapimento del piccolo da parte del nonno materno, Shmuel Peleg.
Le accuse della famiglia materna
Dal canto loro i membri della famiglia materna, nonni e zia, hanno dichiarato che non si è affatto trattato di rapimento poiché Eitan voleva tornare in Israele già da tempo.
Ety Peleg, la nonna materna, ha dichiarato che il piccolo versava in "condizioni pessime" e che solo ora, giunto in Israele, Eitan potrà finalmente essere visitato dai medici dopo che per mesi ad occuparsene è stata solo la zia paterna, medico in Italia, che avrebbe - secondo le accuse - sempre negato ai nonni materni di sottoporre il bambino ad ulteriori consulti. Versioni contrastanti della storia quella delle due "fazioni" famigliari in mezzo alle quali si trova il bambino di soli 6 anni che, oltre ad aver già subito un terribile trauma, è ora conteso da chi dovrebbe solo garantirgli amore e tranquillità.