Era stata trovata cadavere nel maggio 2011 nel canale Regina Elena: martedì i funerali dopo il nulla osta

Era stata trovata cadavere nel maggio 2011 nel canale Regina Elena: martedì i funerali dopo il nulla osta
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NOVARA – Ogni persona ha diritto ad un nome. Il nome proprio è qualcosa di irrinunciabile che ci definisce e ci rappresenta.
Inizia così una nota stampa di Liberazione e Speranza onlus, l’associazione che, dal 2000, si occupa di salvare e aiutare le donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

NOVARA – Ogni persona ha diritto ad un nome. Il nome proprio è qualcosa di irrinunciabile che ci definisce e ci rappresenta.
Inizia così una nota stampa di Liberazione e Speranza onlus, l’associazione che, dal 2000, si occupa di salvare e aiutare le donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

Anche la ragazza di 25/30 anni ritrovata quattro anni fa, cadavere, nel canale Regina Elena, a Bellinzago Novarese, “e la cui morte è destinata probabilmente a rimanere un mistero, ha diritto di essere chiamata per nome, almeno in occasione dei suoi funerali – spiegano dall’associazione presieduta da Andrea Lebra - Noi di “Liberazione e speranza-Onlus” abbiamo deciso di chiamarla con due nomi: Micuta, che in lingua romena significa “piccola”, “fragile”; e Anastasia, che significa “resurrezione””.
Il cadavere di Micuta Anastasia era stato ritrovato nel canale “Regina Elena” giovedì pomeriggio 12 maggio 2011. Una ragazza di carnagione bianca, di età compresa tra i 25 e i 30 anni, alta poco più di un metro e mezzo, 47/50 chilogrammi di peso, capelli castano/rossicci raccolti a cada sulle spalle, occhi marroni,
Il tipo di abbigliamento (T-Shirt fucsia, minigonna jeans di colore azzurro chiaro, scarpe di tela blu) e una cicatrice di un centimetro e mezzo sulla parte dorsale del polso sinistro avevano fatto pensare che si trattasse di una ragazza dell’Est Europeo, vittima di tratta e sfruttamento sessuale.
Non era mai stata notata in precedenza nella zona dalla equipe di “Liberazione e speranza”, solita effettuare “uscite su strada” nella zona. “Due le ipotesi da noi immaginate – sostiene l’associazione – Arrivata da poco tempo nella zona ed eliminata dalle organizzazioni criminali dedite allo sfruttamento della prostituzione; assassinata nel territorio della sponda lombarda del Ticino, e buttata nel canale Regina Elena che, come noto, si origina dalle acque del Ticino, entra in una galleria e scorre verso sud fino a Bellinzago per poi piegare verso ovest dando origine al diramatore Alto Novarese”.
Dopo quattro anni di indagini e accertamenti, la competente Autorità ha autorizzato i funerali. Organizzati dal Comune di Bellinzago e dall’associazione “Liberazione e speranza-Onlus”, avranno luogo martedì 12 maggio, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Bellinzago, in piazza Raspini 10.
L’associazione “Liberazione e speranza” invita tutti a partecipare ai funerali di Micuta Anastasia, “una ragazza sfortunata, della quale non sappiamo e quasi certamente non sapremo mai nulla. La partecipazione ai funerali può e vuole essere un’occasione di riflessione e di impegno per contribuire coralmente a prevenire e contrastare ogni forma di violenza nei confronti delle donne, e soprattutto per non far mai mancare il proprio contributo a che la vita di ogni persona rifletta ogni giorno e sotto ogni aspetto l’immagine universale della dignità umana”.

mo.c.

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