Finge aborto per truffare il suo amante

Il caso denunciato a Gozzano approda in tribunale a Novara

Finge aborto per truffare il suo amante
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Finge aborto per truffare il suo amante e alla fine viene denunciata: il caso a Gozzano.

Finge aborto e inganna il suo amante

Si erano frequentati per un paio d’anni, lei giovane marocchina residente nei dintorni di Borgomanero, lui, valsesiano, di qualche anno più vecchio. Poi la relazione si era interrotta, qualche mese dopo si erano rivisti e, complice l’attrazione che tra loro c’era sempre stata, avevano avuto un rapporto. E’ stato quello, per l’uomo, l’inizio di un incubo. Una decina di giorni dopo infatti lei gli aveva telefonato dicendo che aveva fatto il test di gravidanza, che era incinta e che il padre era lui; vista la situazione (lei aveva già avviato un’altra relazione) aveva deciso di abortire. Una scelta che, naturalmente, avevano condiviso ma che doveva essere tenuta strettamente segreta sia al suo attuale compagno, ma anche a suo padre che non l’avrebbe presa bene. Un intervento, gli raccontò, che aveva già prenotato in una clinica privata in provincia di Varese.

Una continua richiesta di denaro

I due si erano incontrati più volte e almeno in tre occasioni lui le avrebbe dato soldi, in contanti, per pagare le visite e l’intervento. Tutto sembrava filare liscio, lei stava bene, quando improvvisamente, all’orizzonte, iniziano a profilarsi strane complicazioni che la costringerebbero a subire altri due interventi dai costi decisamente più elevati perché eseguiti sempre in una struttura privata. E lui, di fronte alla richiesta di quel prestito non aveva esitato e aveva versato sul conto corrente di lei in due tranche successive la somma totale di poco meno di 13mila euro.

La decisione di denunciare

Tutto, probabilmente, sarebbe finito lì. Lui non avrebbe indagato più di tanto, convinto della sua assoluta buonafede, né sul tipo di interventi, né tantomeno sui costi, se lei non avesse alzato decisamente un po’ troppo il tiro paventando ulteriori complicazioni, ma soprattutto avvertendolo che suo padre, che era venuto a conoscenza di tutta la storia, stava per raggiungerlo per sistemare i conti e fargliela pagare. A quel punto è scattata la paura. Il valsesiano è andato dai carabinieri e ha raccontato tutta la storia. Da lì le indagini e la scoperta che non solo non c’era mai stato né alcun ricovero, ma né tantomeno un’interruzione di gravidanza. A quel punto per lei è scattata la denuncia per l’ipotesi di reato di truffa. E con quella imputazione è finita a processo.

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