Fornitura senza appalto finisce in Tribunale: padre avrebbe favorito ditte in cui era impegnato il figlio
NOVARA, Nuova udienza, in Tribunale a Novara, al processo che vede alla sbarra Renzo Piccolroaz, 67enne novarese, e il figlio Claudio, di 39. I due si trovano sul banco degli imputati con le accuse di truffa ai danni dello Stato e turbativa d’asta. Stando all’accusa, il primo, ai tempi dei fatti alla guida della struttura complessa di Informatica e Telematica dell’ospedale di Novara (adesso è in pensione), avrebbe affidato le forniture di pc del nosocomio ad aziende che facevano riferimento, a quanto risultato, al figlio (in una ne era dipendente, la seconda era da lui amministrata); il tutto, sempre stando all’accusa, senza appalto. In aula martedì ha parlato Renzo Piccolroaz, che ha fornito la sua versione dei fatti: “In ospedale quasi ogni giorno si verificavano urgenze che richiedevano interventi immediati. Così non si procedeva a fare gare, perché, così facendo, si sarebbero allungati i tempi”. Nel suo intervento ha rigettato le accuse, negando di aver favorito le aziende dove il figlio aveva un qualche ruolo, o dipendente o socio. L’udienza è stata quindi aggiornata al 7 ottobre. Parte civile si è costituito l’ospedale, con l’avvocato Carla Zucco.mo.c.
NOVARA, Nuova udienza, in Tribunale a Novara, al processo che vede alla sbarra Renzo Piccolroaz, 67enne novarese, e il figlio Claudio, di 39. I due si trovano sul banco degli imputati con le accuse di truffa ai danni dello Stato e turbativa d’asta. Stando all’accusa, il primo, ai tempi dei fatti alla guida della struttura complessa di Informatica e Telematica dell’ospedale di Novara (adesso è in pensione), avrebbe affidato le forniture di pc del nosocomio ad aziende che facevano riferimento, a quanto risultato, al figlio (in una ne era dipendente, la seconda era da lui amministrata); il tutto, sempre stando all’accusa, senza appalto. In aula martedì ha parlato Renzo Piccolroaz, che ha fornito la sua versione dei fatti: “In ospedale quasi ogni giorno si verificavano urgenze che richiedevano interventi immediati. Così non si procedeva a fare gare, perché, così facendo, si sarebbero allungati i tempi”. Nel suo intervento ha rigettato le accuse, negando di aver favorito le aziende dove il figlio aveva un qualche ruolo, o dipendente o socio. L’udienza è stata quindi aggiornata al 7 ottobre. Parte civile si è costituito l’ospedale, con l’avvocato Carla Zucco.
mo.c.