Giro d’usura nel Novarese, gli imputati: “Nel locale non ci sono mai state armi”

Giro d’usura nel Novarese, gli imputati: “Nel locale non ci sono mai state armi”
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NOVARA, Sono stati ascoltati alcuni degli imputati, mercoledì mattina in Tribunale a Novara, all’ultima udienza del processo relativo all’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese); indagine che, nel 2014, aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si articolava poi in tutta Italia.

In questa fase della vicenda giudiziaria si trovano alla sbarra tutti coloro che sono stati rinviati a giudizio e non hanno scelto riti alternativi, complessivamente 7 persone. A intervenire in aula, Francesco Pirrello, che si sarebbe occupato di riciclare il denaro e che, nella sua testimonianza, ha rigettato gli addebiti, e Baglivi, gestore di un locale di Prato Sesia, riconducibile in realtà ai Di Giovanni. Baglivi: «Ho sentito dire e ho letto cose assolutamente non vere. All’Eden Club non c’è mai stata un’arma – ha sostenuto – Io avevo il porto d’armi, anche come cacciatore, ma al locale non ci sono mai state armi. Sul fatto che il mio locale fosse frequentato da personaggi con problemi di legge, io non potevo saperlo. Io facevo a tutti la tessera, ai clienti, ma certo non potevo chiedere loro il certificato penale». L’udienza è stata quindi aggiornata al 30 novembre.

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara

NOVARA, Sono stati ascoltati alcuni degli imputati, mercoledì mattina in Tribunale a Novara, all’ultima udienza del processo relativo all’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese); indagine che, nel 2014, aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si articolava poi in tutta Italia.

In questa fase della vicenda giudiziaria si trovano alla sbarra tutti coloro che sono stati rinviati a giudizio e non hanno scelto riti alternativi, complessivamente 7 persone. A intervenire in aula, Francesco Pirrello, che si sarebbe occupato di riciclare il denaro e che, nella sua testimonianza, ha rigettato gli addebiti, e Baglivi, gestore di un locale di Prato Sesia, riconducibile in realtà ai Di Giovanni. Baglivi: «Ho sentito dire e ho letto cose assolutamente non vere. All’Eden Club non c’è mai stata un’arma – ha sostenuto – Io avevo il porto d’armi, anche come cacciatore, ma al locale non ci sono mai state armi. Sul fatto che il mio locale fosse frequentato da personaggi con problemi di legge, io non potevo saperlo. Io facevo a tutti la tessera, ai clienti, ma certo non potevo chiedere loro il certificato penale». L’udienza è stata quindi aggiornata al 30 novembre.

mo.c.

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