I carabinieri di Verbania denunciano due pregiudicati per truffa dopo un raggiro online
L'uomo aveva versato 40mila euro su un conto corrente, ma è riuscito a recuperarli grazie all'intervento dei carabinieri.
Un uomo e una donna di 45 e 39 anni sono stati denunciati dai carabinieri di Verbania per un raggiro online ai danni di un cittadino verbanese.
Due pregiudicati denunciati per truffa dopo il raggiro online
Avevano chiesto a un uomo residente nel Verbano, che aveva risposto a un annuncio su Facebook per investire in criptovalute e poi aveva cambiato idea, di versare 40mila euro per risolvere la pratica. La somma, secondo i due - che è emerso poi essere due pregiudicati residenti nella provincia di Ancona - sarebbe stata restituita, ma dopo averla versata l'uomo, resosi conto del raggiro, ha contattato i carabinieri di Verbania.
Il contatto con il sedicente broker
La vittima aveva risposto a un annuncio che pubblicizzava sul social network la possibilità di investire in criptovalute con ampi margini di guadagno, e dopo il primo messaggio l'uomo è stato contattato da un sedicente broker. Il finto professionista ha chiesto alla sua vittima di installare sul suo smartphone diverse applicazioni per investire il denaro e controllare l'andamento delle criptovalute. E' a questo passaggio che il verbanese ha iniziato a sospettare qualcosa, così ha ricontattato il sedicente broker per informarlo della sua decisione.
La richiesta di versare 40mila euro
Perché riavesse la somma versata inizialmente di poche centinaia di euro, il sedicente broker ha chiesto alla vittima di versare temporaneamente una somma di 40mila euro indicando anche il conto corrente dove effettuare il versamento. Somma che, secondo le rassicurazioni del falso broker, sarebbe stata restituita assieme a quella investita inizialmente. E' stato a questo punto che l'uomo si è rivolto ai carabinieri di Verbania.
L'intervento dell'Arma
Grazie all'intervento dei militari l'uomo ha potuto riavere quanto versato in 3 distinti bonifici. I carabinieri hanno infatti contattato la filiale marchigiana indicata con gli estremi del conto corrente che il finto broker aveva dato al verbanese, che è riuscito a riavere anche 15mila euro versati con un bonifico istantaneo. La banca, dopo l'intervento dei militari, si è resa conto anche di altri movimenti sospetti sul conto indicato, bloccandolo temporaneamente per consentire tutti gli accertamenti di rito da parte dell'Arma. La coppia di truffatori, titolare del conto indicato, è stata così denunciata dai militari con l'accusa di truffa in concorso.
I consigli dell'Arma: cosa fare in questi casi?
A questo proposito dalla stazione dei carabinieri di Verbania è stata diffusa una nota con alcuni preziosi consigli su come muoversi in casi di questo genere:
In materia di truffe e frodi informatiche, che grazie al COVID risultano essere attualmente uno dei delitti più diffusi, è bene rammentare alcuni consigli per tutelare i cittadini da spiacevoli inconvenienti - scrivono i militari - I malviventi adottano tecniche varie ma la più diffusa è sicuramente quella denominata “pishing” con la quale gli stessi, dovendo individuare delle vittime, inviano massivamente degli sms nei quali sono indicati dei link, che una volta digitati vanno ad aprire pagine internet del tutto simili a quelli degli istituti di credito presso cui la vittima è correntista. Aperta la pagina viene richiesto di inserire codice titolare, codice pin e utenza certificata. A tal proposito gli esperti informatici dell’Arma ricordano che:
- non sarà mai l’istituto di credito a contattare (via email, sms, telefono o sui social-network) per chiedere codici personali (come password, codici di accesso ai servizi online, numeri delle carte di pagamento). Solamente se sarà il cliente a contattare il numero verde della banca, per assistenza o operazioni, potranno essere richiesti i dati per l’identificazione;
- nelle comunicazioni la banca non inserisce mai link a pagine o applicazioni esterne in cui sia richiesto l'inserimento di codici personali;
- gli aggiornamenti delle App avvengono sempre e solo attraverso gli store ufficiali;
- anche se in apparenza scrive la banca, potrebbe trattarsi di una falsa comunicazione. Può sembrare infatti (cosiddetto attacco "spoofing") che l’email o sms provenga da un mittente di cui ci si fida, incluso il proprio istituto di credito. Occorre prestare molta attenzione perciò non solo al mittente ma anche al contenuto e ai dettagli del messaggio, che ad esempio spesso contengono errori di ortografia;
- è bene sempre diffidare comunque di Istituti di Credito sconosciuti, soprattutto se appartenenti a circuiti esteri, o di cui non si ha una adeguata conoscenza, specie nel campo degli investimenti azionari o in cripto-valute che in questo periodo sono molto diffuse.