I rondoni trovano casa nella Bassa Novarese

Nella Bassa Novarese il progetto della torre rondonaia

I rondoni trovano casa nella Bassa Novarese
Pubblicato:
Aggiornato:

Quattro ettari di terra, una cascina e un sogno: farne un’oasi di biodiversità di flora e fauna locali. Il primo obiettivo è dare una casa ai rondoni. L’arca del Noè del XXI secolo è di Andrea Rutigliano, giovane antropologo nativo di Milano che nella Bassa Novarese ha realizzato una casa per la sua famiglia e dove sta prendendo piede il suo ambizioso progetto: ricostruire habitat per tante specie animali e vegetali. In primis nidi per i rondoni.

Rondoni, quattrocento nidi

«Il rondone è un uccello affascinante – spiega Rutigliano, che lavora nell’ambito della protezione degli uccelli -. E’ un volatore nato: quando spicca il primo volo poi non toccherà praticamente mai più terra, svolgendo tutte le proprie funzioni in cielo. Il periodo della cova è il più complesso per questa specie: a causa delle ristrutturazioni delle case, infatti, sta perdendo siti per la nidificazione. Per questo li sto aiutando, ed estendo il mio appello generale, a favorire i nidi per i rondoni». A tale scopo a casa sua c’è la torre rondonaia: «La torre alta 10 metri è composta di 400 fori di diametri diversi per permettere l'accesso di diverse specie di uccelli, non solo ai rondoni. Dietro a ogni foro stiamo costruendo una cassetta in legno. Al momento sono solo una cinquantina, servono molti fondi per realizzarle e per ora le nostre forze sono arrivate solo fino a qui. Sarebbe bello se qualcun altro, sensibile alla causa, si facesse avanti in qualità di finanziatore», lancia l’appello Rutigliano. Per la torre, invece, ha potuto contare sul cofinanziamento della Fondazione tedesca per la Biodiversità (Stiftung Pro Artenvielfalt).

Rondoni, i primi voli

Il progetto è già operativo e proprio in questi giorni i primi quattordici rondoni maggiori e sette rondoni comuni, ospitati per diverse settimane alla cascina, hanno spiccato il volo. Rutigliano, grazie a una convenzione con i centri di recupero della zona, può prendersi cura di orfanelli di rondoni  che cadono dai nidi o vittime di ristrutturazioni avventate. Li svezza e li accompagna al volo. Un amore autentico, il suo: «Dopo averli allevati, quando spiccano il volo, sono felicissimo per loro, per la vita che iniziano a vivere in cielo e aspetto fiducioso il loro ritorno in cascina, dopo aver svernato in Africa. Ma non nego di provare anche un pizzico di commozione: è un arrivederci, o forse un addio», conclude.

ari.mar.

 

 

Seguici sui nostri canali