Il caso Nibbiola arriva al vaglio del gup

Il caso Nibbiola arriva al vaglio del gup
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 L’ eclatante caso-Nibbiola arriva mercoledì 20 al vaglio del gup Angela Fasano, chiamato a decidere se mandare a processo l’appena rieletto sindaco Giuseppe Rubini, i 3 assessori uscenti Alessandro Do, Nicola Sacco e Serena Viviani, la funzionaria Patrizia Borracchia, l’ex tecnico comunale Stefano Ubezio e l’ex segretario Gabrio Mambrini, oltre all’imprenditore Giovanni Saracco, oppure se archiviare le loro posizioni. Nessuno pare intenzionato a chiedere riti alternativi “premiali”. Ovvero, se processo sarà, come appunto richiesto dal pm Nicola Serianni, sarà ordinario. Attenzione, il gup Fasano non deve decidere se siano colpevoli o innocenti, bensì semplicemente valutare se ci siano elementi sufficienti per imbastire un processo.

Le indagini si erano concluse ad inizio 2015, e riguardavano fatti - oltre una ventina, a vario titolo, i capi d’accusa - risalenti ad un arco di tempo compreso fra il 2007 e il 2012. In due parole: Rubini avrebbe assunto alcune decisioni in maniera per così dire “irrituale”, delibere ad insaputa degli allora assessori e secondo un iter non regolare. Fatti segnalati alla magistratura, che avviò le indagini. Il Comune finì commissariato fino a metà 2011, quando Rubini fu trionfalmente rieletto (e ovviamente nominò nuovi assessori). E lo scorso 5 giugno è stato confermato dagli elettori.

p.v.

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L’ eclatante caso-Nibbiola arriva mercoledì 20 al vaglio del gup Angela Fasano, chiamato a decidere se mandare a processo l’appena rieletto sindaco Giuseppe Rubini, i 3 assessori uscenti Alessandro Do, Nicola Sacco e Serena Viviani, la funzionaria Patrizia Borracchia, l’ex tecnico comunale Stefano Ubezio e l’ex segretario Gabrio Mambrini, oltre all’imprenditore Giovanni Saracco, oppure se archiviare le loro posizioni. Nessuno pare intenzionato a chiedere riti alternativi “premiali”. Ovvero, se processo sarà, come appunto richiesto dal pm Nicola Serianni, sarà ordinario. Attenzione, il gup Fasano non deve decidere se siano colpevoli o innocenti, bensì semplicemente valutare se ci siano elementi sufficienti per imbastire un processo.

Le indagini si erano concluse ad inizio 2015, e riguardavano fatti - oltre una ventina, a vario titolo, i capi d’accusa - risalenti ad un arco di tempo compreso fra il 2007 e il 2012. In due parole: Rubini avrebbe assunto alcune decisioni in maniera per così dire “irrituale”, delibere ad insaputa degli allora assessori e secondo un iter non regolare. Fatti segnalati alla magistratura, che avviò le indagini. Il Comune finì commissariato fino a metà 2011, quando Rubini fu trionfalmente rieletto (e ovviamente nominò nuovi assessori). E lo scorso 5 giugno è stato confermato dagli elettori.

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