Il primo settembre ripartono i processi: si parte con il ‘caso’ Giordano

Il primo settembre ripartono i processi: si parte con il ‘caso’ Giordano
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NOVARA - Ancora qualche settimana e riprende la macchina della giustizia. Riparte, infatti, il primo di settembre, l'attività nelle aule del Tribunale di Novara (da inizio agosto sino ad allora si celebrano solo processi per direttissima, ossia in caso di arresto in flagranza di reato o confessione dell'imputato).

Diversi i processi che contraddistingueranno l'autunno-inverno della giustizia novarese. Alcuni procedimenti, relativi a storie che hanno suscitato particolare clamore in città e in provincia, sono già in calendario nei primi giorni di ripresa, altri, invece, più avanti, tra ottobre e novembre e ancora nei mesi successivi.

A metà mese, proprio il 15 settembre, si torna in aula per il ‘caso’ Giordano, che, dopo due rinvii tra giugno e luglio, vedrà poi susseguirsi una serie di udienze una via l’altra. Dopo quella del 15 ce ne saranno due a ottobre, precisamente il 2 e il 6. Il 15 settembre l’udienza sarà dedicata alle questioni preliminari. Imputati una ventina di persone. Personaggio principale della vicenda è l’ex sindaco ed ex assessore regionale alle Attività produttive, Massimo Giordano, accusato di concussione e corruzione. La Procura chiede per tutti il rinvio a giudizio. Nessuno ha intenzione di chiedere riti alternativi.

Il giorno dopo, il 16 settembre, ben due casi importanti. Ci sarà l’udienza preliminare per la morte di una bimba marocchina di 11 anni, annegata il 27 agosto del 2012 alla piscina comunale di Trecate. Portata in ospedale a Novara e poi ad Alessandria, le sue condizioni non erano mai migliorate e il suo cuoricino aveva cessato di battere sette giorni dopo, il 4 settembre. Per questa morte la Procura, con il pm Nicola Serianni, chiede il rinvio a giudizio per omicidio colposo per il gestore della piscina, Roberto Travaglino, 50 anni, assistito dall’avvocato Roberto Rognoni, e Lorenzo Testa, bagnino di 21 anni di Novara, difeso dall’avvocato Claudio Bossi. L’udienza avrebbe dovuto svolgersi negli scorsi mesi, ma il giudice ha aggiornato per vedere se, nel frattempo, si troverà un accordo per il risarcimento del danno tra le varie parti coinvolte. Sempre il 16 settembre prosegue l’udienza preliminare davanti al gup per la vicenda del ‘crack’ di un call center di Borgomanero (il “Callmaster 1”), che, lo scorso anno, ad aprile, aveva visto l’arresto di Manuel Ruffier, 44enne di Trecate, avvocato. Il legale, sin dagli inizi della vicenda, si professa estraneo ai fatti. Per la Procura, il 44enne avrebbe di fatto amministrato il call center intestato alla moglie e fallito nel 2012. Per gli investigatori il call center borgomanerese, negli ultimi anni, sarebbe stato condotto in modo alquanto disinvolto, parrebbe tra l’altro con la sparizione di alcuni documenti e distrazioni di denaro. All’udienza preliminare, complessivamente, una decina di persone.

Il 21 settembre è fissato, invece, a Torino, il processo d’Appello per Edmir Gjergji, albanese di 23 anni, reputato il presunto esecutore materiale del tentato omicidio del tunisino Jamil Sahli, avvenuto a Cerano il 23 novembre 2012, nella casa della vittima, in via Moro. Un’aggressione che il 23enne avrebbe compiuto, stando a quanto sostenuto dalla Procura novarese, su mandato della moglie del tunisino, Sara Brunacci, difesa dall’avvocato Andrea La Francesca, già condannata a 8 anni, tanto in primo quanto in secondo grado e in attesa della fissazione del processo di Cassazione. A fine mese, il 29 settembre, riprende il processo a carico di Carla Recupero, 31 anni, alla sbarra con l’accusa di concorso in estorsione. La donna, lo scorso anno, era rimasta coinvolta in un episodio estorsivo ai danni di un pasticciere di Bellinzago. Stando alla Procura avrebbe preso parte in un’occasione a un recupero di soldi. Gli altri due componenti della ‘banda’ sono già stati giudicati e condannati.

mo.c.

 

Per saperne di più leggi l’articolo sul Corriere di Novara in edicola lunedì 24 agosto 

NOVARA - Ancora qualche settimana e riprende la macchina della giustizia. Riparte, infatti, il primo di settembre, l'attività nelle aule del Tribunale di Novara (da inizio agosto sino ad allora si celebrano solo processi per direttissima, ossia in caso di arresto in flagranza di reato o confessione dell'imputato).

Diversi i processi che contraddistingueranno l'autunno-inverno della giustizia novarese. Alcuni procedimenti, relativi a storie che hanno suscitato particolare clamore in città e in provincia, sono già in calendario nei primi giorni di ripresa, altri, invece, più avanti, tra ottobre e novembre e ancora nei mesi successivi.

A metà mese, proprio il 15 settembre, si torna in aula per il ‘caso’ Giordano, che, dopo due rinvii tra giugno e luglio, vedrà poi susseguirsi una serie di udienze una via l’altra. Dopo quella del 15 ce ne saranno due a ottobre, precisamente il 2 e il 6. Il 15 settembre l’udienza sarà dedicata alle questioni preliminari. Imputati una ventina di persone. Personaggio principale della vicenda è l’ex sindaco ed ex assessore regionale alle Attività produttive, Massimo Giordano, accusato di concussione e corruzione. La Procura chiede per tutti il rinvio a giudizio. Nessuno ha intenzione di chiedere riti alternativi.

Il giorno dopo, il 16 settembre, ben due casi importanti. Ci sarà l’udienza preliminare per la morte di una bimba marocchina di 11 anni, annegata il 27 agosto del 2012 alla piscina comunale di Trecate. Portata in ospedale a Novara e poi ad Alessandria, le sue condizioni non erano mai migliorate e il suo cuoricino aveva cessato di battere sette giorni dopo, il 4 settembre. Per questa morte la Procura, con il pm Nicola Serianni, chiede il rinvio a giudizio per omicidio colposo per il gestore della piscina, Roberto Travaglino, 50 anni, assistito dall’avvocato Roberto Rognoni, e Lorenzo Testa, bagnino di 21 anni di Novara, difeso dall’avvocato Claudio Bossi. L’udienza avrebbe dovuto svolgersi negli scorsi mesi, ma il giudice ha aggiornato per vedere se, nel frattempo, si troverà un accordo per il risarcimento del danno tra le varie parti coinvolte. Sempre il 16 settembre prosegue l’udienza preliminare davanti al gup per la vicenda del ‘crack’ di un call center di Borgomanero (il “Callmaster 1”), che, lo scorso anno, ad aprile, aveva visto l’arresto di Manuel Ruffier, 44enne di Trecate, avvocato. Il legale, sin dagli inizi della vicenda, si professa estraneo ai fatti. Per la Procura, il 44enne avrebbe di fatto amministrato il call center intestato alla moglie e fallito nel 2012. Per gli investigatori il call center borgomanerese, negli ultimi anni, sarebbe stato condotto in modo alquanto disinvolto, parrebbe tra l’altro con la sparizione di alcuni documenti e distrazioni di denaro. All’udienza preliminare, complessivamente, una decina di persone.

Il 21 settembre è fissato, invece, a Torino, il processo d’Appello per Edmir Gjergji, albanese di 23 anni, reputato il presunto esecutore materiale del tentato omicidio del tunisino Jamil Sahli, avvenuto a Cerano il 23 novembre 2012, nella casa della vittima, in via Moro. Un’aggressione che il 23enne avrebbe compiuto, stando a quanto sostenuto dalla Procura novarese, su mandato della moglie del tunisino, Sara Brunacci, difesa dall’avvocato Andrea La Francesca, già condannata a 8 anni, tanto in primo quanto in secondo grado e in attesa della fissazione del processo di Cassazione. A fine mese, il 29 settembre, riprende il processo a carico di Carla Recupero, 31 anni, alla sbarra con l’accusa di concorso in estorsione. La donna, lo scorso anno, era rimasta coinvolta in un episodio estorsivo ai danni di un pasticciere di Bellinzago. Stando alla Procura avrebbe preso parte in un’occasione a un recupero di soldi. Gli altri due componenti della ‘banda’ sono già stati giudicati e condannati.

mo.c.

 

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