Il “racket” dei soccorsi, la “pulizia” e la brutta pagina di un bel libro

Il “racket” dei soccorsi, la “pulizia” e la brutta pagina di un bel libro
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NOVARA - Di certo, stando al quadro accusatorio prospettato dal pm Silvia Baglivo (che ha coordinato le indagini degli stessi agenti della Stradale guidati dal comandante Luciana Giorgi), il soccorso lungo la A4 Torino-Milano era un vero e proprio business, gestito da poche aziende a scapito di altre, ma non si capisce bene se ci fosse un vero e proprio racket di imprenditori che “usavano” gli agenti oggi finiti nei guai, oppure al contrario fossero gli agenti a “gestire” i carroattrezzi compiacenti. Forse entrambe le cose, visto che, sempre stando alle accuse, il “bottino” veniva poi spartito sostanzialmente in egual misura. E’ stata prospettata una sorta di monopolio di ditte quali la Sd Service, la “Cirrincione”, la “Italeur”. Indagato anche il titolare della Global Service, il che fa salire a 17 il numero dei soggetti finiti sotto inchiesta (dei quali 8 arrestati).

Al di là dei singoli episodi e delle singole contestazioni emblematica (e riassuntiva) è la testimonianza di un carroattrezzista trecatese (presunta) vittima del duo Deleonibus-Grossi. 

A margine: da un lato c’è l’orgoglio da parte dei poliziotti della Stradale che hanno indagato sui colleghi di averlo fatto «senza guardare in faccia a nessuno», e di aver fatto pulizia (sempre ovviamente che le accuse si dimostrino fondate) «al nostro interno», dall’altro il rammarico, l’amarezza di scoprire (presunte) mele marce al proprio fianco, di scoprire il “tradimento”, «a livello in primis umano», di chi lavorava «accanto a noi». La bufera ha toccato la Sottosezione di Novara Est, e ovviamente anche il Comando provinciale, ma significativo è stato il fatto che il procuratore Francesco Enrico Saluzzo abbia voluto ringraziare pubblicamente la dirigente, il vicequestore Luciana Giorgi, ovvero colei che ha indagato fianco a fianco al pm Silvia Baglivo. Il corpo è sano, e lo testimoniano i risultati, le operazioni portate brillantemente a termine negli ultimi anni anche dalla Sottosezione Novara Est lungo quel tratto autostradale della Torino-Milano di competenza che qualche sconsiderato ha certamente offuscato, senza però riuscire a cancellare l’enorme mole di lavoro appunto della (gran) parte sana del corpo, con appunto eclatanti acuti scolpiti nelle cronache cittadine (con spesso anche echi nazionali).  L’oggi è una pagina buia, ma è solo una pagina di un (bel) libro.

p.v.

leggi i servizi sul Corriere di Novara di sabato 14 novembre

NOVARA - Di certo, stando al quadro accusatorio prospettato dal pm Silvia Baglivo (che ha coordinato le indagini degli stessi agenti della Stradale guidati dal comandante Luciana Giorgi), il soccorso lungo la A4 Torino-Milano era un vero e proprio business, gestito da poche aziende a scapito di altre, ma non si capisce bene se ci fosse un vero e proprio racket di imprenditori che “usavano” gli agenti oggi finiti nei guai, oppure al contrario fossero gli agenti a “gestire” i carroattrezzi compiacenti. Forse entrambe le cose, visto che, sempre stando alle accuse, il “bottino” veniva poi spartito sostanzialmente in egual misura. E’ stata prospettata una sorta di monopolio di ditte quali la Sd Service, la “Cirrincione”, la “Italeur”. Indagato anche il titolare della Global Service, il che fa salire a 17 il numero dei soggetti finiti sotto inchiesta (dei quali 8 arrestati).

Al di là dei singoli episodi e delle singole contestazioni emblematica (e riassuntiva) è la testimonianza di un carroattrezzista trecatese (presunta) vittima del duo Deleonibus-Grossi. 

A margine: da un lato c’è l’orgoglio da parte dei poliziotti della Stradale che hanno indagato sui colleghi di averlo fatto «senza guardare in faccia a nessuno», e di aver fatto pulizia (sempre ovviamente che le accuse si dimostrino fondate) «al nostro interno», dall’altro il rammarico, l’amarezza di scoprire (presunte) mele marce al proprio fianco, di scoprire il “tradimento”, «a livello in primis umano», di chi lavorava «accanto a noi». La bufera ha toccato la Sottosezione di Novara Est, e ovviamente anche il Comando provinciale, ma significativo è stato il fatto che il procuratore Francesco Enrico Saluzzo abbia voluto ringraziare pubblicamente la dirigente, il vicequestore Luciana Giorgi, ovvero colei che ha indagato fianco a fianco al pm Silvia Baglivo. Il corpo è sano, e lo testimoniano i risultati, le operazioni portate brillantemente a termine negli ultimi anni anche dalla Sottosezione Novara Est lungo quel tratto autostradale della Torino-Milano di competenza che qualche sconsiderato ha certamente offuscato, senza però riuscire a cancellare l’enorme mole di lavoro appunto della (gran) parte sana del corpo, con appunto eclatanti acuti scolpiti nelle cronache cittadine (con spesso anche echi nazionali).  L’oggi è una pagina buia, ma è solo una pagina di un (bel) libro.

p.v.

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