Cronaca

Immigrati e permessi, il commercialista oleggese respinge tutte le accuse

Immigrati e permessi, il commercialista oleggese respinge tutte le accuse
Cronaca 10 Agosto 2015 ore 08:33

Ero nel mio studio di Lumellogno, si è presentato un cliente, il titolare di alcune ditte, e mi ha chiesto disponibilità per gestire alcune pratiche di regolarizzazione di extracomunitari da lui assunti, in particolare in una delle aziende, nel Torinese. Ricevuta la documentazione, ho seguito e portato a termine il corretto iter, senza sospettare alcunchè.

Questa, in sintesi la difesa, tramite l’avvocato Maria Criaco, di Massimiliano Cressati, 53 anni, ragioniere commercialista oleggese, finito ai “domiciliari” qualche giorno fa, «improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno», nell’ambito della operazione “Pro quota” della Questura di Vercelli. In conferenza stampa gli inquirenti avevano spiegato come era nata l’inchiesta: all’Ufficio immigrazione della Questura vercellese da tempo arrivano via via stranieri che chiedevano visti e permessi, ma che se li vedevano rifiutare in quanto non in grado di certificare occupazioni stabili. Tempo qualche giorno tornavano, mostrando assunzione in regola, con comunicazioni agli appositi Istituti compilate dal commercialista Cressati. A fine 2014  erano così partiti accertamenti e verifiche, che avrebbero appunto smascherato, stando alla Procura vercellese, un gruppo dedito alla fittizia regolarizzazione degli immigrati. Falsa documentazione (buste paga, 730 etc) che finiva anche agli Uffici immigrazione delle Questure di Novara, Alessandria, Pavia, Genova e Bolzano. Presunto capo Daniele Cesareo Piedimonte, 49enne vercellese, che si sarebbe avvalso di un “falsario” di documenti (ora ricercato) e appunto del commercialista Cressati. A procurare “clienti” tale Fabrizio Marletta, 41enne vercellese. Ma Cressati respinge con forza tutte le accuse, fornendo dettagliate spiegazioni. E ricorre al Tribunale del riesame.

p.v.

leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di lunedì 10 agosto

Ero nel mio studio di Lumellogno, si è presentato un cliente, il titolare di alcune ditte, e mi ha chiesto disponibilità per gestire alcune pratiche di regolarizzazione di extracomunitari da lui assunti, in particolare in una delle aziende, nel Torinese. Ricevuta la documentazione, ho seguito e portato a termine il corretto iter, senza sospettare alcunchè.

Questa, in sintesi la difesa, tramite l’avvocato Maria Criaco, di Massimiliano Cressati, 53 anni, ragioniere commercialista oleggese, finito ai “domiciliari” qualche giorno fa, «improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno», nell’ambito della operazione “Pro quota” della Questura di Vercelli. In conferenza stampa gli inquirenti avevano spiegato come era nata l’inchiesta: all’Ufficio immigrazione della Questura vercellese da tempo arrivano via via stranieri che chiedevano visti e permessi, ma che se li vedevano rifiutare in quanto non in grado di certificare occupazioni stabili. Tempo qualche giorno tornavano, mostrando assunzione in regola, con comunicazioni agli appositi Istituti compilate dal commercialista Cressati. A fine 2014  erano così partiti accertamenti e verifiche, che avrebbero appunto smascherato, stando alla Procura vercellese, un gruppo dedito alla fittizia regolarizzazione degli immigrati. Falsa documentazione (buste paga, 730 etc) che finiva anche agli Uffici immigrazione delle Questure di Novara, Alessandria, Pavia, Genova e Bolzano. Presunto capo Daniele Cesareo Piedimonte, 49enne vercellese, che si sarebbe avvalso di un “falsario” di documenti (ora ricercato) e appunto del commercialista Cressati. A procurare “clienti” tale Fabrizio Marletta, 41enne vercellese. Ma Cressati respinge con forza tutte le accuse, fornendo dettagliate spiegazioni. E ricorre al Tribunale del riesame.

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