In Assise a Novara, l’omicidio Zollner: assolti i due imputati
NOVARA – Si è concluso con una doppia assoluzione con formula piena stamani, lunedì 19 gennaio, in Corte d’Assise a Novara, il processo per omicidio volontario a carico di Maria Angela Paiola, 55 anni, e di Marco Valera, 47 anni, suo compagno all’epoca dei fatti.
I due erano chiamati a rispondere della morte del marito della donna, Federico Zollner, dirigente della Coop di 58 anni, residente a Villarboit, morto nel giugno del 2006.L’uomo era stato trovato morto all’alba del 28 giugno di quell’anno all’interno della sua auto, una Megane, finita in un fossato poco dopo l’uscita del casello autostradale di Balocco lungo l’A4 Torino-Milano. Un decesso, quello del 58e
NOVARA – Si è concluso con una doppia assoluzione con formula piena stamani, lunedì 19 gennaio, in Corte d’Assise a Novara, il processo per omicidio volontario a carico di Maria Angela Paiola, 55 anni, e di Marco Valera, 47 anni, suo compagno all’epoca dei fatti.
I due erano chiamati a rispondere della morte del marito della donna, Federico Zollner, dirigente della Coop di 58 anni, residente a Villarboit, morto nel giugno del 2006.L’uomo era stato trovato morto all’alba del 28 giugno di quell’anno all’interno della sua auto, una Megane, finita in un fossato poco dopo l’uscita del casello autostradale di Balocco lungo l’A4 Torino-Milano. Un decesso, quello del 58enne, nell’immediatezza dei fatti attribuita a un incidente stradale, ma sul quale, poco dopo, emersero interrogativi, che portarono a dare il via alle indagini.La Procura di Vercelli, stando ad alcune ‘incongruenze’ evidenziate dai militari del reparto rilievi scientifici del comando provinciale vercellese e dagli esperti dei Ris, chiese, a un anno di distanza dalla morte dell’uomo (era il giugno del 2007), la riesumazione del cadavere e un esame medico legale.Si arrivò così a indagare per quella morte, dalla Procura reputata un omicidio, la moglie e il suo compagno dell’epoca. A generare sospetti negli inquirenti una ferita alla nuca riportata dal 58enne e ritenuta incompatibile con la tesi dell’incidente stradale.
I due, dopo due ore di camera di consiglio (la sentenza è stata letta alle 13,30), sono stati assolti per non aver commesso il fatto. I giudici (presidente della Corte, Fabrizia Pironti di Campagna) non hanno accolto la ricostruzione fatta dal pm Ezio Basso, che, nel chiedere due condanne all’ergastolo, aveva posto in rilievo diverse anomalie di quel decesso, sostenendo come non potessero essere state altre persone se non i due imputati.I difensori, avvocati Roberto Scheda e Roberto Rossi per lui, Anna Binelli e Andrea Corsaro per lei, hanno sostenuto come non ci fosse alcun movente: “Non c’è nessuna prova. Le intercettazioni – hanno sostenuto - non dicono nulla e non si può certo dar retta a delle voci di paese”.
mo.c.