In due in manette per spaccio a Barengo

In due in manette per spaccio a Barengo
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BORGOMANERO - Sono accusati di spaccio in concorso due marocchini arrestati negli scorsi giorni a Barengo dai Carabinieri di Gozzano, Lesa e Borgomanero, nel Novarese. Arresti che rientrano, a quanto risulta, in un’indagine più ampia sul contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. I due sono stati sottoposti a controllo mentre erano a bordo di un’autovettura insieme a un italiano. A finire in manette sono stati A.E., classe 1994, senza permesso di soggiorno, ed E.S., classe 1992, con regolare permesso di soggiorno. I Carabinieri hanno rinvenuto nella vettura 0,7 grammi di eroina e 1,5 di cocaina e, in particolare, 1.800 euro, che gli inquirenti ritengono provento dell’attività illecita. I due sono finiti in carcere. All’udienza di convalida, assistiti dall’avvocato Gabriele Fortuna (che ha sostituito la collega Pamela Ranghino, che difende i due), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’avvocato ha chiesto una misura alternativa al carcere, ma il giudice ha voluto che la coppia rimanesse nella casa circondariale di Novara, ritenendo esistesse il pericolo di reiterazione del reato.

mo.c.


BORGOMANERO - Sono accusati di spaccio in concorso due marocchini arrestati negli scorsi giorni a Barengo dai Carabinieri di Gozzano, Lesa e Borgomanero, nel Novarese. Arresti che rientrano, a quanto risulta, in un’indagine più ampia sul contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. I due sono stati sottoposti a controllo mentre erano a bordo di un’autovettura insieme a un italiano. A finire in manette sono stati A.E., classe 1994, senza permesso di soggiorno, ed E.S., classe 1992, con regolare permesso di soggiorno. I Carabinieri hanno rinvenuto nella vettura 0,7 grammi di eroina e 1,5 di cocaina e, in particolare, 1.800 euro, che gli inquirenti ritengono provento dell’attività illecita. I due sono finiti in carcere. All’udienza di convalida, assistiti dall’avvocato Gabriele Fortuna (che ha sostituito la collega Pamela Ranghino, che difende i due), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’avvocato ha chiesto una misura alternativa al carcere, ma il giudice ha voluto che la coppia rimanesse nella casa circondariale di Novara, ritenendo esistesse il pericolo di reiterazione del reato.

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