In manette per estorsione un 30enne

In manette per estorsione un 30enne
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NOVARA - È stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Novara perché colto in flagranza per il reato di estorsione. Si tratta di un trentenne, F.N., di origini pugliesi ma residente a Novara, già conosciuto dalle Forze dell’Ordine per i suo precedenti.

L’attività  investigativa, che ha condotto all’arresto dell’uomo, spiega la Questura, “parte da una segnalazione giunta ai nostri uffici, in merito alla situazione di grave disagio che stava interessando un novarese, peraltro seguito dai servizi sociali, in quanto invalido all’80%. L’uomo era infatti vittima di una reiterata estorsione compiuta da un soggetto che, fino a un anno prima, aveva ospitato nella sua abitazione, e che non intendeva denunciare per timore di ritorsioni da parte del suo aguzzino, annunciando un immediato suo allontanamento da casa nel timore di ricevere visite da parte di quest’ultimo”.

Visto quanto successo, la Polizia si recava a casa della vittima per aiutarlo. Non poche le difficoltà riscontrate dagli agenti per convincere la parte offesa ad aprire la porta di casa. L’uomo si era in pratica barricato nella sua abitazione, temendo incontri con colui che da un anno approfittava della sua debolezza.

Accompagnato in Questura, la vittima ha raccontato la propria situazione. Una situazione talmente grave da impedirgli di uscire dalla sua abitazione, volendo, lo stesso, evitare ulteriori forme di contatto con il suo aguzzino che da tempo pretendeva settimanalmente, a seguito di reiterate minacce, somme di denaro.

Ha raccontato di aver conosciuto F.N. nel 2000 e di averlo ospitato nella sua abitazione per garantirgli un ricovero, essendo, quest’ultimo, privo di un’occupazione e di un luogo idoneo dove trascorrere le notti.

F.N., approfittando della debolezza manifestata nel corso degli anni dalla sua vittima, già nel 2007 si era reso responsabile della sottrazione della carta bancomat del denunciante e ne aveva fatto un uso improprio prelevando 600 euro dal conto corrente. Nonostante questo, pur sapendo della tendenza a delinquere del suo ospite, la vittima, M.M., decise di consentirgli di continuare a vivere sotto lo stesso tetto. La situazione è poi diventata insostenibile e un anno fa, grazie all’intervento dei servizi sociali, M.M. è riuscito a liberarsi dell’ingombrante presenza di F.N., che, come riferisce la Polizia, “non disdegnava di utilizzare la dimora di M.M. anche per quotidiane assunzioni di sostanze stupefacenti”.

Quella che in un primo momento poteva sembrava una ritrovata libertà e serenità, si è dimostrata, invece, una nuova odissea per M.M., che si è trovato a “dover” rispondere, a seguito di minacce, a costanti e periodiche – settimanali - richieste di denaro da parte del suo aguzzino. La condizione psico-fisica di M.M., già provata da gravi patologie, ha richiesto un immediato e urgente intervento volto a interrompere le condotte delittuose poste in essere da F.N.

Serrata l’azione degli uomini della Squadra Mobile che, nell’arco di pochi giorni, hanno predisposto servizi di osservazione tesi, oltre che a tutelare l’incolumità della vittima, a registrare eventuali contatti diretti tra quest’ultima e F.N. Costui, ben conoscendo la data in cui M.M. percepiva una somma di sostentamento settimanale per le proprie esigenze personali – come sempre nella giornata di lunedì - contattava la sua vittima, concordando con la stessa ora e luogo d’incontro per la consegna della somma pattuita. I servizi di osservazione e pedinamento di entrambi hanno consentito di registrare l’incontro avvenuto alle 16 circa. Un breve abbraccio tra i due – verosimilmente preordinato da M.M. al fine di occultare a occhi indiscreti il passaggio del denaro, gesto non sfuggito agli agenti della Squadra Mobile – e F.N. si allontanava frettolosamente dal luogo. Immediatamente raggiunto, veniva bloccato e trovato in possesso delle banconote precedentemente ottenute dalla sua vittima.

F.N. è stato così arrestato perché colto nella flagranza del reato di estorsione aggravata e associato al carcere di via Sforzesca. Il G.I.P. del Tribunale di Novara ha convalidato l’arresto di F.N., applicandogli la misura della custodia cautelare in carcere, trattandosi peraltro di soggetto già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per un anno, comminata dal Tribunale di Novara il 21 aprile 2015. A carico di F.N., “sono stati raccolti – conclude la Polizia - ulteriori e gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo offriva e vendeva quantitativi vari di sostanze stupefacenti, in particolare hashish o marijuana”.

mo.c.


NOVARA - È stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Novara perché colto in flagranza per il reato di estorsione. Si tratta di un trentenne, F.N., di origini pugliesi ma residente a Novara, già conosciuto dalle Forze dell’Ordine per i suo precedenti.

L’attività  investigativa, che ha condotto all’arresto dell’uomo, spiega la Questura, “parte da una segnalazione giunta ai nostri uffici, in merito alla situazione di grave disagio che stava interessando un novarese, peraltro seguito dai servizi sociali, in quanto invalido all’80%. L’uomo era infatti vittima di una reiterata estorsione compiuta da un soggetto che, fino a un anno prima, aveva ospitato nella sua abitazione, e che non intendeva denunciare per timore di ritorsioni da parte del suo aguzzino, annunciando un immediato suo allontanamento da casa nel timore di ricevere visite da parte di quest’ultimo”.

Visto quanto successo, la Polizia si recava a casa della vittima per aiutarlo. Non poche le difficoltà riscontrate dagli agenti per convincere la parte offesa ad aprire la porta di casa. L’uomo si era in pratica barricato nella sua abitazione, temendo incontri con colui che da un anno approfittava della sua debolezza.

Accompagnato in Questura, la vittima ha raccontato la propria situazione. Una situazione talmente grave da impedirgli di uscire dalla sua abitazione, volendo, lo stesso, evitare ulteriori forme di contatto con il suo aguzzino che da tempo pretendeva settimanalmente, a seguito di reiterate minacce, somme di denaro.

Ha raccontato di aver conosciuto F.N. nel 2000 e di averlo ospitato nella sua abitazione per garantirgli un ricovero, essendo, quest’ultimo, privo di un’occupazione e di un luogo idoneo dove trascorrere le notti.

F.N., approfittando della debolezza manifestata nel corso degli anni dalla sua vittima, già nel 2007 si era reso responsabile della sottrazione della carta bancomat del denunciante e ne aveva fatto un uso improprio prelevando 600 euro dal conto corrente. Nonostante questo, pur sapendo della tendenza a delinquere del suo ospite, la vittima, M.M., decise di consentirgli di continuare a vivere sotto lo stesso tetto. La situazione è poi diventata insostenibile e un anno fa, grazie all’intervento dei servizi sociali, M.M. è riuscito a liberarsi dell’ingombrante presenza di F.N., che, come riferisce la Polizia, “non disdegnava di utilizzare la dimora di M.M. anche per quotidiane assunzioni di sostanze stupefacenti”.

Quella che in un primo momento poteva sembrava una ritrovata libertà e serenità, si è dimostrata, invece, una nuova odissea per M.M., che si è trovato a “dover” rispondere, a seguito di minacce, a costanti e periodiche – settimanali - richieste di denaro da parte del suo aguzzino. La condizione psico-fisica di M.M., già provata da gravi patologie, ha richiesto un immediato e urgente intervento volto a interrompere le condotte delittuose poste in essere da F.N.

Serrata l’azione degli uomini della Squadra Mobile che, nell’arco di pochi giorni, hanno predisposto servizi di osservazione tesi, oltre che a tutelare l’incolumità della vittima, a registrare eventuali contatti diretti tra quest’ultima e F.N. Costui, ben conoscendo la data in cui M.M. percepiva una somma di sostentamento settimanale per le proprie esigenze personali – come sempre nella giornata di lunedì - contattava la sua vittima, concordando con la stessa ora e luogo d’incontro per la consegna della somma pattuita. I servizi di osservazione e pedinamento di entrambi hanno consentito di registrare l’incontro avvenuto alle 16 circa. Un breve abbraccio tra i due – verosimilmente preordinato da M.M. al fine di occultare a occhi indiscreti il passaggio del denaro, gesto non sfuggito agli agenti della Squadra Mobile – e F.N. si allontanava frettolosamente dal luogo. Immediatamente raggiunto, veniva bloccato e trovato in possesso delle banconote precedentemente ottenute dalla sua vittima.

F.N. è stato così arrestato perché colto nella flagranza del reato di estorsione aggravata e associato al carcere di via Sforzesca. Il G.I.P. del Tribunale di Novara ha convalidato l’arresto di F.N., applicandogli la misura della custodia cautelare in carcere, trattandosi peraltro di soggetto già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per un anno, comminata dal Tribunale di Novara il 21 aprile 2015. A carico di F.N., “sono stati raccolti – conclude la Polizia - ulteriori e gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo offriva e vendeva quantitativi vari di sostanze stupefacenti, in particolare hashish o marijuana”.

mo.c.

 

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