In prigione? Poche donne. E tanti stranieri

In prigione? Poche donne. E tanti stranieri
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Solo Biella sembra oggi essere messa bene. Dopo anni di sovraffollamento e di stress per ospiti e agenti, grazie alle ultime norme note come “svuota carceri”, la Casa circondariale di Biella è arrivata ad ospitare attualmente un numero di detenuti inferiore rispetto a quanto previsto dalla capienza. I numeri. Al 31 gennaio, i detenuti presenti nella suddetta struttura risultano infatti 267 contro i 394 previsti in pianta organica in seguito all’inaugurazione, un paio di anni fa, del nuovo padiglione che può contenere fino a duecento detenuti con le caratteristiche della vigilanza attenuata. In tal modo, la soglia di tollerabilità - per fortuna mai superata - potrebbe raggiungere le 574 persone in custodia. Il calo del numero dei detenuti ha portato una boccata d’ossigeno anche alla Polizia penitenziaria. Sino a qualche mese fa, infatti, a causa dell’organico ridotto degli operatori penitenziari, i turni che gli agenti erano costretti ad affrontare erano massacranti. A conti fatti, la legge “svuota carcere” e gli altri provvedimenti connessi, hanno consentito di lasciare la cella a un centinaio di detenuti “biellesi”.

Solo Biella sembra oggi essere messa bene. Dopo anni di sovraffollamento e di stress per ospiti e agenti, grazie alle ultime norme note come “svuota carceri”, la Casa circondariale di Biella è arrivata ad ospitare attualmente un numero di detenuti inferiore rispetto a quanto previsto dalla capienza. I numeri. Al 31 gennaio, i detenuti presenti nella suddetta struttura risultano infatti 267 contro i 394 previsti in pianta organica in seguito all’inaugurazione, un paio di anni fa, del nuovo padiglione che può contenere fino a duecento detenuti con le caratteristiche della vigilanza attenuata. In tal modo, la soglia di tollerabilità - per fortuna mai superata - potrebbe raggiungere le 574 persone in custodia. Il calo del numero dei detenuti ha portato una boccata d’ossigeno anche alla Polizia penitenziaria. Sino a qualche mese fa, infatti, a causa dell’organico ridotto degli operatori penitenziari, i turni che gli agenti erano costretti ad affrontare erano massacranti. A conti fatti, la legge “svuota carcere” e gli altri provvedimenti connessi, hanno consentito di lasciare la cella a un centinaio di detenuti “biellesi”.

Il carcere novarese, viceversa, detiene un triste primato: è uno dei pochi che, nonostante i vari provvedimenti attuati per evitare il sovraffollamento, ha il numero dei detenuti presenti superiore alla capienza regolamentare che è di 161 unità: 166.

Discorso stranieri, partendo sempre da Biella. Nella struttura, che ha solo sezioni maschili, più della metà dei detenuti è di origine straniera. Si tratta di 143 persone che corrispondono a circa il 54% del totale. Con la Casa circondariale di Alessandria “Cantiello e Gaeta” (151 su 221 per il 68% circa), la struttura biellese è quella che ospita più stranieri delle tredici presenti in Piemonte. A Novara i detenuti provenienti da stati europei o extraeuropei sono 41 su 166 (il 25%).

Sempre in tema di presenze di stranieri nelle strutture carcerarie piemontesi,  a Verbania ne risultano 18 su 56 (capienza massima di 53 detenuti), a Vercelli, al “Billiemme”, sono 104 su 202 detenuti dei quali 31 donne (circa il 51% del totale), a Ivrea sono 90 su 226 e una capienza massima regolamentare di 192 detenuti. Come numero complessivo delle presenze di stranieri, il record a livello regionale spetta però al carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, l’ex “Le Vallette”, dove sono rinchiusi in 544 su 1.248 (40% del totale complessivo).

Valter Caneparo

Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 2 marzo  2015 

 

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