In sette alla sbarra per usura, parlano i testi della difesa

In sette alla sbarra per usura, parlano i testi della difesa
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NOVARA, Ancora un’udienza, mercoledì mattina in Tribunale a Novara, per il processo relativo all’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese); un’indagine che, nel 2014, aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti in provincia di Novara, ma si sviluppava poi in molte altre regioni d’Italia. In questa fase della vicenda giudiziaria si trovano alla sbarra – il processo è iniziato nel marzo di un anno fa – tutti coloro che sono stati rinviati a giudizio e non hanno optato per riti alternativi al momento dell’udienza preliminare.

Sette gli imputati. Sono stati ascoltati diversi testi della difesa, che hanno riferito alcuni particolari relativi alle vicende raccontate dalle parti civili, sostenendo, con le loro esposizioni, come gli imputati non si siano resi protagonisti di episodi di usura né del resto che viene contestato dall’accusa (pm titolare dell’inchiesta è Ciro Caramore; ieri mattina in aula si sono alternati i pm Silvia Baglivo e Nicola Serianni). Tra i testi ascoltati anche la compagna di uno degli imputati, il 32enne Ignazio Di Giovanni, che ha lavorato alla Borgo Service di Sizzano (concessionaria di Giuseppe ‘Pino’ Di Giovanni, principale imputato dell’inchiesta e già condannato in abbreviato a 10 anni di reclusione) dal 2006 sino al dicembre 2015. Ha illustrato in aula, rispondendo alle domande di pm e avvocati, come veniva svolto il lavoro e i documenti che venivano preparati. La difesa del più giovane dei due Ignazio Di Giovanni (alla sbarra anche l'omonimo di 41 anni) ha prodotto una notevole quantità di documentazione, che, per i difensori, testimonia l’estraneità del proprio assistito. Prossima udienza il primo marzo.

mo.c.

NOVARA, Ancora un’udienza, mercoledì mattina in Tribunale a Novara, per il processo relativo all’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese); un’indagine che, nel 2014, aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti in provincia di Novara, ma si sviluppava poi in molte altre regioni d’Italia. In questa fase della vicenda giudiziaria si trovano alla sbarra – il processo è iniziato nel marzo di un anno fa – tutti coloro che sono stati rinviati a giudizio e non hanno optato per riti alternativi al momento dell’udienza preliminare.

Sette gli imputati. Sono stati ascoltati diversi testi della difesa, che hanno riferito alcuni particolari relativi alle vicende raccontate dalle parti civili, sostenendo, con le loro esposizioni, come gli imputati non si siano resi protagonisti di episodi di usura né del resto che viene contestato dall’accusa (pm titolare dell’inchiesta è Ciro Caramore; ieri mattina in aula si sono alternati i pm Silvia Baglivo e Nicola Serianni). Tra i testi ascoltati anche la compagna di uno degli imputati, il 32enne Ignazio Di Giovanni, che ha lavorato alla Borgo Service di Sizzano (concessionaria di Giuseppe ‘Pino’ Di Giovanni, principale imputato dell’inchiesta e già condannato in abbreviato a 10 anni di reclusione) dal 2006 sino al dicembre 2015. Ha illustrato in aula, rispondendo alle domande di pm e avvocati, come veniva svolto il lavoro e i documenti che venivano preparati. La difesa del più giovane dei due Ignazio Di Giovanni (alla sbarra anche l'omonimo di 41 anni) ha prodotto una notevole quantità di documentazione, che, per i difensori, testimonia l’estraneità del proprio assistito. Prossima udienza il primo marzo.

mo.c.

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