Incubo per una donna invalida: botte, insulti e minacce da chi doveva assisterla
Si tratta di un cittadino novarese di 65 anni che era stato provvisoriamente nominato amministratore di sostegno della vittima
Nell'ambito dell’incessante lavoro della Polizia di Stato ed in particolare della Squadra Mobile della Questura di Novara – Sezioni reati contro la persona – svolto nella settimana di Ferragosto, e che ha portato anche a eseguire due misure cautelari di divieto di avvicinamento nei confronti di due uomini che da tempo perseguitavano le ex compagne, è stato svolto un altro importante intervento a tutela di una donna gravemente maltrattata da chi invece avrebbe dovuto occuparsi di lei.
Incubo per una 65enne invalida
"Non meno importanti degli atti persecutori - spiegano dalla Questura di Novara - sono, altresì, i maltrattamenti posti in essere in un contesto familiare. Anche in questo caso è stata, nel medesimo periodo, eseguita dalla Squadra Mobile – reati contro la persona, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla parte offesa e applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un cittadino novarese di 65 anni che, a seguito di un’attività di indagine degli agenti unitamente alle informazioni raccolte in interventi esperiti dalla Squadra Volante, è risultato gravemente indiziato del reato di maltrattamenti nei confronti di una donna invalida con difficoltà di deambulazione approfittando della sua nomina in via provvisoria di amministratore di sostegno".
Nello specifico l’uomo, frequentemente in stato di alterazione psico-fisica dovuto all’assunzione di sostanze alcoliche, l’avrebbe ingiuriata quotidianamente, talvolta colpendola in testa con pugni e schiaffi ed arrivando in una occasione a minacciarla con un coltello da cucina mentre la donna dormiva svegliandola di soprassalto.
Inoltre, come riferito dalla donna, approfittando dello stato di bisogno di quest’ultima, sarebbe rimasto a pernottare presso la sua abitazione anche senza il suo consenso e portando in casa altre donne rifiutando, nell’ultimo periodo di assistenza, di aiutarla ad assumere la terapia farmacologica e a sbrigare le faccende domestiche.
Denunciare sempre la violenza domestica
Con l’occasione la Polizia di Stato ricorda a tutti i cittadini di denunciare episodi di violenza domestica e di atti persecutori componendo, in caso di emergenza, preferibilmente da un’utenza cellulare, il Numero Unico di Emergenza 112. Tutte le segnalazioni potranno altresì essere inoltrate tramite l’apposita app YouPol.
Su questo tipo di reati e nell’ambito della campagna permanente #Questononèamore, la Polizia di Stato ha recentemente realizzato uno spot che può essere reperito all’interno a questo link.