Joseph, lo ‘scugnizzo burundese’ curato in Italia grazie a Casa Alessia, non ce l’ha fatta

Joseph, lo ‘scugnizzo burundese’ curato in Italia grazie a Casa Alessia, non ce l’ha fatta
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NOVARA – Era diventato in breve tempo la mascotte di tutti i volontari di Casa Alessia, di Novara e non solo, e di tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono vicini all’associazione del girasole.

Un piccolo e simpatico ‘scugnizzo burundese’. Così era chiamato da molti di coloro che al piccolo, proveniente proprio dal Burundi e curato per diversi mesi in ospedale a Napoli nel 2014, si erano affezionati e si erano legati. Difficile non essere conquistati dal suo sorriso, dagli occhietti furbi e dai suoi modi di fare. 

Ora quel simpatico bimbo, di soli 5 anni e mezzo, il piccolo grande Joseph, non c’è più, portato via da un terribile tumore, per curare il quale era anche giunto in Italia, proprio grazie a Casa Alessia e all’interessamento dell’attrice Claudia Koll, incontrata da alcuni volontari dell’esercito in giallo, un gruppo di Firenze, su un aereo. Questi volontari fiorentini dell’associazione del girasole si erano imbattuti, nella loro permanenza in Burundi per Casa Alessia, in un piccolino che aveva la testa interamente coperta da alcune fasce, una testa che appariva quasi doppia, come racconteranno poi ad altri volontari e allo stesso Giovanni Mairati, presidente dell’associazione. Una ‘deformazione’ dovuta al male che l’aveva colpito a pochi mesi dalla nascita. Così, incontrando l’attrice su un aereo, hanno voluto raccontarle del piccolo Joseph. Con lei c’era un medico napoletano, suo amico, Antonio Ebreo. Immediata è scattata la voglia di aiutare il bambino. Il medico gli trova un posto al nosocomio Santobono, mentre Casa Alessia si incarica delle spese e di tutto il resto: viaggio e accoglienza. Ebreo lo porta nell’ospedale dove già ha curato altri piccoli africani. 

A Napoli, dove è giunto con uno zio nel marzo del 2014, stringe amicizia con tutti. Ha una sua infermiera preferita, Stella, in tanti seguono le sue giornate da tutta Italia e, soprattutto, da Novara, dove i volontari si informano e passano le notizie del piccolo su Facebook. E’ stato sottoposto a diversi interventi e pian piano, per la gioia di tutti, torna a camminare, a correre, gioca come tutti i bimbi, scherza, ‘fa il birbante’ (lo ‘scugnizzo’ appunto) e, agli occhi dei più, sembra guarito, sembra che il peggio sia passato, anche se si sa che quel male si era presentato in una forma molto aggressiva.

Prima del rientro in Burundi, a febbraio scorso, trascorre del tempo anche a Novara, dove tutti i volontari se lo coccolano (nella foto un momento della festa di saluto per il rientro in Burundi alla sede di Casa Alessia). Tutti sperano che per lui sia finito il dolore, che la malattia sia stata sconfitta. Così sembrava. Domenica, purtroppo, la notizia che nessuno avrebbe voluto: Joseph non ce l’ha fatta, il male era riapparso più forte e il piccolo è morto tra le braccia dei suoi famigliari in Burundi. In un attimo la notizia si diffonde tra i volontari, appaiono i ricordi delle giornate con lui, dei suoi abbracci, dei giochi, degli scherzi e si fatica a credere che ora sia un angioletto. Un piccolo angelo che, come Alessia e molti piccoli del Burundi scomparsi, ora seguiranno l’associazione da lassù, guidando sempre sulla strada giusta i volontari del girasole.

Monica Curino


NOVARA – Era diventato in breve tempo la mascotte di tutti i volontari di Casa Alessia, di Novara e non solo, e di tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono vicini all’associazione del girasole.

Un piccolo e simpatico ‘scugnizzo burundese’. Così era chiamato da molti di coloro che al piccolo, proveniente proprio dal Burundi e curato per diversi mesi in ospedale a Napoli nel 2014, si erano affezionati e si erano legati. Difficile non essere conquistati dal suo sorriso, dagli occhietti furbi e dai suoi modi di fare. 

Ora quel simpatico bimbo, di soli 5 anni e mezzo, il piccolo grande Joseph, non c’è più, portato via da un terribile tumore, per curare il quale era anche giunto in Italia, proprio grazie a Casa Alessia e all’interessamento dell’attrice Claudia Koll, incontrata da alcuni volontari dell’esercito in giallo, un gruppo di Firenze, su un aereo. Questi volontari fiorentini dell’associazione del girasole si erano imbattuti, nella loro permanenza in Burundi per Casa Alessia, in un piccolino che aveva la testa interamente coperta da alcune fasce, una testa che appariva quasi doppia, come racconteranno poi ad altri volontari e allo stesso Giovanni Mairati, presidente dell’associazione. Una ‘deformazione’ dovuta al male che l’aveva colpito a pochi mesi dalla nascita. Così, incontrando l’attrice su un aereo, hanno voluto raccontarle del piccolo Joseph. Con lei c’era un medico napoletano, suo amico, Antonio Ebreo. Immediata è scattata la voglia di aiutare il bambino. Il medico gli trova un posto al nosocomio Santobono, mentre Casa Alessia si incarica delle spese e di tutto il resto: viaggio e accoglienza. Ebreo lo porta nell’ospedale dove già ha curato altri piccoli africani. 

A Napoli, dove è giunto con uno zio nel marzo del 2014, stringe amicizia con tutti. Ha una sua infermiera preferita, Stella, in tanti seguono le sue giornate da tutta Italia e, soprattutto, da Novara, dove i volontari si informano e passano le notizie del piccolo su Facebook. E’ stato sottoposto a diversi interventi e pian piano, per la gioia di tutti, torna a camminare, a correre, gioca come tutti i bimbi, scherza, ‘fa il birbante’ (lo ‘scugnizzo’ appunto) e, agli occhi dei più, sembra guarito, sembra che il peggio sia passato, anche se si sa che quel male si era presentato in una forma molto aggressiva.

Prima del rientro in Burundi, a febbraio scorso, trascorre del tempo anche a Novara, dove tutti i volontari se lo coccolano (nella foto un momento della festa di saluto per il rientro in Burundi alla sede di Casa Alessia). Tutti sperano che per lui sia finito il dolore, che la malattia sia stata sconfitta. Così sembrava. Domenica, purtroppo, la notizia che nessuno avrebbe voluto: Joseph non ce l’ha fatta, il male era riapparso più forte e il piccolo è morto tra le braccia dei suoi famigliari in Burundi. In un attimo la notizia si diffonde tra i volontari, appaiono i ricordi delle giornate con lui, dei suoi abbracci, dei giochi, degli scherzi e si fatica a credere che ora sia un angioletto. Un piccolo angelo che, come Alessia e molti piccoli del Burundi scomparsi, ora seguiranno l’associazione da lassù, guidando sempre sulla strada giusta i volontari del girasole.

Monica Curino


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