Joy, un giallo lungo 4 anni

Joy, un giallo lungo 4 anni
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NOVARA - Fu trovata morta nelle acque dell’Agogna, alle porte di Novara, il 26 settembre 2011, Joy Dirisu, 21enne prostituta nigeriana domiciliata a Torino e sul marciapiede di corso della Vittoria, verso Veveri, dal 2009. Quattro anni dopo rimane un caso irrisolto. Di certo c’è solo che non si suicidò e non scivolò in acqua. Ma come, quando, perché e soprattutto chi la uccise?

Il delitto - stando ai successivi accertamenti - sarebbe avvenuto almeno una settimana prima. Il corpo presentava solo una lieve ferita sotto il mento, ma troppe cose non tornavano in quello che almeno sul momento sembrava un infortunio, l’annegamento di una ragazza sfruttata ben conosciuta dai volontari di “Liberazione&speranza”, benemerita associazione che si batte contro la tratta, ai quali nei mesi precedenti aveva manifestato la volontà di cambiate vita e far ritorno nel suo Paese dove avrebbe voluto diventare una parrucchiera. Va detto che le indagini partirono subito e, pur nel dubbio iniziale, con l’ipotesi più grave, quella di omicidio, per consentire di agire a 360°. E che tempo dopo una svolta sembrava vicina, con l’individuazione di una autovettura. E di un sospettato. Ma, a quanto pare, un fuoco di paglia. La morte della giovane, esattamente 4 anni dopo, rimane un mistero, anche se il procuratore Saluzzo ancora recentemente ha evidenziato di non aver certo dimenticato il caso.

Paolo Viviani

leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 26 settembre

NOVARA - Fu trovata morta nelle acque dell’Agogna, alle porte di Novara, il 26 settembre 2011, Joy Dirisu, 21enne prostituta nigeriana domiciliata a Torino e sul marciapiede di corso della Vittoria, verso Veveri, dal 2009. Quattro anni dopo rimane un caso irrisolto. Di certo c’è solo che non si suicidò e non scivolò in acqua. Ma come, quando, perché e soprattutto chi la uccise?

Il delitto - stando ai successivi accertamenti - sarebbe avvenuto almeno una settimana prima. Il corpo presentava solo una lieve ferita sotto il mento, ma troppe cose non tornavano in quello che almeno sul momento sembrava un infortunio, l’annegamento di una ragazza sfruttata ben conosciuta dai volontari di “Liberazione&speranza”, benemerita associazione che si batte contro la tratta, ai quali nei mesi precedenti aveva manifestato la volontà di cambiate vita e far ritorno nel suo Paese dove avrebbe voluto diventare una parrucchiera. Va detto che le indagini partirono subito e, pur nel dubbio iniziale, con l’ipotesi più grave, quella di omicidio, per consentire di agire a 360°. E che tempo dopo una svolta sembrava vicina, con l’individuazione di una autovettura. E di un sospettato. Ma, a quanto pare, un fuoco di paglia. La morte della giovane, esattamente 4 anni dopo, rimane un mistero, anche se il procuratore Saluzzo ancora recentemente ha evidenziato di non aver certo dimenticato il caso.

Paolo Viviani

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