La Bassa novarese rilancia il “Razza 77”
TORNACO - La Bassa novarese rilancia il Razza 77. Il Razza 77 per rilanciare la Bassa. E’ un circolo virtuoso quello innescato e che, nelle intenzioni degli ideatori, dovrà essere potenziato per legare un prodotto di altissima qualità, ormai praticamente sparito e ripescato dalla storia, al suo territorio di produzione e farne un’esclusività locale. Il Razza 77 è un riso superfino da risotto nato nel 1941 da un incrocio (all’Istituto di allevamento vegetale di Bologna da Lady Wright e Greppi) e coltivato fino alla metà degli anni Settanta, su un’estensione di circa 7-8mila ettari, nelle risaie tra Novara e Vercelli. «Allora era il riso da risotto per eccellenza – spiega Domenico Bernascone, assessore comunale all’Agricoltura e alla Cultura di Tornaco – ma non aveva una buona produzione: taglia molto alta e scarsa resistenza all’allettamento. Quando, negli anni Sessanta, la visione iniziò a cambiare passando dai risi di qualità a quelli di produzione, il Razza 77 fu abbandonato. Ma è stato il ‘papà’, a sua volta su incrocio, del riso Roma. Oggi la tendenza è al recupero della qualità, del prodotto di nicchia: da qui l’idea, che mi frullava in testa da qualche anno». Bernascone punta a riseminarlo nella Bassa dopo quarant’anni: la proposta è sposata all’istante da Fabrizio Rizzotti, coltivatore diretto nonché presidente di Agrimercato e di Campagna Amica di Coldiretti Novara e Vco; lui che già può vantare la felice esperienza, del tutto similare, del riso Artiglio a Vespolate. Ci mette i campi Silvio Nai Oleari, imprenditore agricolo tornacese dell’omonima azienda, alla terza generazione, che ha fatto la storia del riso italiano. «Tre anni fa l’idea di recuperare una varietà storica di alta qualità – spiegano Bernascone e Rizzotti – Di coltivarla su questo territorio per farne un emblema della Bassa Novarese». Arianna Martelli
Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 10 settembre 2016
TORNACO - La Bassa novarese rilancia il Razza 77. Il Razza 77 per rilanciare la Bassa. E’ un circolo virtuoso quello innescato e che, nelle intenzioni degli ideatori, dovrà essere potenziato per legare un prodotto di altissima qualità, ormai praticamente sparito e ripescato dalla storia, al suo territorio di produzione e farne un’esclusività locale. Il Razza 77 è un riso superfino da risotto nato nel 1941 da un incrocio (all’Istituto di allevamento vegetale di Bologna da Lady Wright e Greppi) e coltivato fino alla metà degli anni Settanta, su un’estensione di circa 7-8mila ettari, nelle risaie tra Novara e Vercelli. «Allora era il riso da risotto per eccellenza – spiega Domenico Bernascone, assessore comunale all’Agricoltura e alla Cultura di Tornaco – ma non aveva una buona produzione: taglia molto alta e scarsa resistenza all’allettamento. Quando, negli anni Sessanta, la visione iniziò a cambiare passando dai risi di qualità a quelli di produzione, il Razza 77 fu abbandonato. Ma è stato il ‘papà’, a sua volta su incrocio, del riso Roma. Oggi la tendenza è al recupero della qualità, del prodotto di nicchia: da qui l’idea, che mi frullava in testa da qualche anno». Bernascone punta a riseminarlo nella Bassa dopo quarant’anni: la proposta è sposata all’istante da Fabrizio Rizzotti, coltivatore diretto nonché presidente di Agrimercato e di Campagna Amica di Coldiretti Novara e Vco; lui che già può vantare la felice esperienza, del tutto similare, del riso Artiglio a Vespolate. Ci mette i campi Silvio Nai Oleari, imprenditore agricolo tornacese dell’omonima azienda, alla terza generazione, che ha fatto la storia del riso italiano. «Tre anni fa l’idea di recuperare una varietà storica di alta qualità – spiegano Bernascone e Rizzotti – Di coltivarla su questo territorio per farne un emblema della Bassa Novarese». Arianna Martelli
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