Le due novaresi che denunciarono dalla D'urso un'aggressione omofoba ora sono a processo per rissa
A testimoniare potrebbe essere chiamata, tra gli altri, anche la nota conduttrice
E’ approdata l’altro giorno in tribunale quella che inizialmente si era presentata come una presunta aggressione omofoba – che tanto clamore aveva suscitato anche a livello nazionale, finendo sui principali talk show del pomeriggio – avvenuta il 9 settembre 2020 in una palazzina di via Adamello a Novara, quartiere Rizzottaglia.
Le protagoniste
A denunciare il fatto alla Procura, che aveva aperto un fascicolo, erano state due ragazze di 22 e 29 anni che convivevano assieme e avevano denunciato di essere state aggredite da due vicini di casa, padre e figlio, inquilini anch’essi dello stabile popolare, perché lesbiche.
L’avvocato Maurizio Antoniazzi aveva subito chiesto di valutare l’ipotesi di tentato omicidio. Ad avere la peggio, va ricordato, era stata la più giovane delle due donne: aveva ricevuto un calcio sferratole in testa ed era stata per questo ricoverata in ospedale e poi dimessa con 30 giorni di prognosi, il naso rotto e una frattura di un’orbita. Sul posto era intervenuta la polizia.
Sempre a detta delle ragazze gli insulti e le frasi omofobe, poi sfociate in quell’episodio “fisico”, sarebbero cominciate quando le due donne si erano trasferite, circa tre anni prima, in quell’appartamento di via Adamello. Ma le indagini hanno almeno in parte “sgonfiato” il caso.
L’altro giorno in tribunale a Novara sono comparsi tutti e quattro i protagonisti: rispondono in concorso di rissa. Nel corso degli accertamenti, infatti, sarebbe emerso un video che testimonierebbe come ad accendere il parapiglia, quel pomeriggio nel palazzo di via Adamello, sarebbero state le due donne (e per questo una è chiamata rispondere anche di porto di coltello). Padre e figlio sono difesi dall’avvocato Fabio Fazio.
Il pm è Nicola Serianni, in aula a testimoniare potrebbe essere chiamata, tra gli altri, anche la nota conduttrice tv Barbara D’Urso.
Così Antoniazzi a NovaraOggi: "Il giudice vuole sentire i testi in aula, sia io sia il collega Fazio avevamo la volontà di chiudere prima, di metterci una pietra sopra".