Legge regionale sulle cave: sanzioni serie, controlli reali e una seria programmazione

Legge regionale sulle cave: sanzioni serie, controlli reali e una seria programmazione
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NOVARA, Sanzioni serie, maggiore equilibrio con l’ambiente, controlli concreti e, soprattutto, un livello unico di programmazione. Sono questi gli elementi cardine della nuova legge regionale 23/2016 sul settore estrattivo e sul mondo delle cave, approvata solo da qualche settimana. Una normativa che arriva dopo ben 38 anni; l’ultima legge regionale in materia era infatti datata e ferma al lontano 1978. Quasi 40 anni, dunque. Una nuova normativa che deve molto al consigliere regionale novarese del Partito democratico, Domenico Rossi, che si è avvicinato al tema nel gennaio del 2010 (quando ancora era referente di Libera Novara), dopo un episodio che, per la questione cave, è stato un vero e proprio spartiacque, ossia l’omicidio dell’imprenditore Ettore Marcoli nella sua cava di Romentino.

La nuova normativa è stata illustrata sabato pomeriggio al convegno promosso da Libera Novara dal titolo “Cave. Presentazione della nuova legge regionale. Come in 6 anni abbiamo superato il “Far West”” (il “Far West” rimanda al titolo di un analogo convegno promosso sempre da Libera due anni e mezzo fa, quando la questione cave, senza un regolamento chiaro e preciso e, soprattutto, non al passo con i tempi, rischiava di trasformarsi in un vero e proprio “Far West”, dove chiunque avesse voluto, avrebbe potuto scavalcare le norme). A introdurre il pomeriggio, Mattia Anzaldi, referente provinciale di Libera: «Questo è l’ultimo evento pubblico prima della nostra assemblea del 18 dicembre, quando ci sarà l’elezione del nuovo referente. Oggi – ha riferito – ripercorriamo quanto fatto a partire dai giorni successivi all’omicidio Marcoli, che ha mostrato con tutta la sua forza quanto il settore delle attività estrattive andasse regolato, normato e come, in talune occasioni, nelle maglie lasciate aperte da una legge datata, fosse semplice entrare da parte della criminalità organizzata». «Sono ovviamente contento del risultato raggiunto e di essere qui a illustrare il percorso che abbiamo fatto – ha aggiunto Rossi – Anni di duro lavoro, che hanno coinvolto consiglieri di diversa appartenenza politica (oltre a membri di Pd e Sel, anche l’ex assessore regionale all’Ambiente, Gianluca Vignale, di Forza Italia e membri dei 5Stelle, ndr), e che ora ci hanno portato alla legge. Attenzione a quello che chiedete ragazzi – ha detto Rossi - perché potrebbe avverarsi e qualcuno un giorno potrebbe chiederti: bene, dimmi cosa vuoi fare. A quel punto bisogna essere all'altezza delle cose richieste. Per anni ho chiesto di intervenire sulla questione e, quando son diventato consigliere regionale, mi hanno messo di fronte al problema: “Sei consigliere regionale, ora accomodati”. Ci siamo subito messi al lavoro insieme, con una grande sinergia e ora siamo giunti all’approvazione».

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 8 dicembre

NOVARA, Sanzioni serie, maggiore equilibrio con l’ambiente, controlli concreti e, soprattutto, un livello unico di programmazione. Sono questi gli elementi cardine della nuova legge regionale 23/2016 sul settore estrattivo e sul mondo delle cave, approvata solo da qualche settimana. Una normativa che arriva dopo ben 38 anni; l’ultima legge regionale in materia era infatti datata e ferma al lontano 1978. Quasi 40 anni, dunque. Una nuova normativa che deve molto al consigliere regionale novarese del Partito democratico, Domenico Rossi, che si è avvicinato al tema nel gennaio del 2010 (quando ancora era referente di Libera Novara), dopo un episodio che, per la questione cave, è stato un vero e proprio spartiacque, ossia l’omicidio dell’imprenditore Ettore Marcoli nella sua cava di Romentino.

La nuova normativa è stata illustrata sabato pomeriggio al convegno promosso da Libera Novara dal titolo “Cave. Presentazione della nuova legge regionale. Come in 6 anni abbiamo superato il “Far West”” (il “Far West” rimanda al titolo di un analogo convegno promosso sempre da Libera due anni e mezzo fa, quando la questione cave, senza un regolamento chiaro e preciso e, soprattutto, non al passo con i tempi, rischiava di trasformarsi in un vero e proprio “Far West”, dove chiunque avesse voluto, avrebbe potuto scavalcare le norme). A introdurre il pomeriggio, Mattia Anzaldi, referente provinciale di Libera: «Questo è l’ultimo evento pubblico prima della nostra assemblea del 18 dicembre, quando ci sarà l’elezione del nuovo referente. Oggi – ha riferito – ripercorriamo quanto fatto a partire dai giorni successivi all’omicidio Marcoli, che ha mostrato con tutta la sua forza quanto il settore delle attività estrattive andasse regolato, normato e come, in talune occasioni, nelle maglie lasciate aperte da una legge datata, fosse semplice entrare da parte della criminalità organizzata». «Sono ovviamente contento del risultato raggiunto e di essere qui a illustrare il percorso che abbiamo fatto – ha aggiunto Rossi – Anni di duro lavoro, che hanno coinvolto consiglieri di diversa appartenenza politica (oltre a membri di Pd e Sel, anche l’ex assessore regionale all’Ambiente, Gianluca Vignale, di Forza Italia e membri dei 5Stelle, ndr), e che ora ci hanno portato alla legge. Attenzione a quello che chiedete ragazzi – ha detto Rossi - perché potrebbe avverarsi e qualcuno un giorno potrebbe chiederti: bene, dimmi cosa vuoi fare. A quel punto bisogna essere all'altezza delle cose richieste. Per anni ho chiesto di intervenire sulla questione e, quando son diventato consigliere regionale, mi hanno messo di fronte al problema: “Sei consigliere regionale, ora accomodati”. Ci siamo subito messi al lavoro insieme, con una grande sinergia e ora siamo giunti all’approvazione».

mo.c.

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